La Sardegna è popolata da tempo immemorabile. Siamo sicuri però che l’unica civiltà esistita sull’isola sia quella umana? Dal libro di Luigi Muscas, “Il popolo dei giganti figli delle stelle”, sembrerebbe di no. L’autore ci racconta di ritrovamenti di ossa giganti, di scheletri di uomini alti anche quattro metri. Tutti questi resti (ossa ma anche oggetti vari) vengono sistematicamente ignorati dagli storici se non addirittura fatti sparire. Perché? Forse perché l’accademia si rifiuta di ammettere che la storia ufficiale, quella su cui basa la sua autorevolezza, può non essere vera. Rimane il fatto che dalla terra sarda affiorano continuamente ossa o addirittura scheletri interi di giganti.
Un altro fenomeno sembra ignorato dalla scienza ufficiale. Si tratta delle stelle che camminano, come le chiama l’autore. Si tratta di luci in movimento che scendono dal cielo. Che siano o meno stelle, il fenomeno resta inspiegato. Muscas sostiene che le stelle che camminano siano in qualche modo connesse all’antica civiltà dei giganti.
Il libro è molto piacevole, interessante e mai pesante. Narra i ritrovamenti con uno stile semplice e quasi antico.
un'antica costruzione sarda: il nuraghe Serbissi.
Sembra di sentir parlare gli anziani che raccontano leggende. Muscas non si spaccia per archeologo o esperto storico. Con umiltà raccoglie fatti e li riporta perché non se ne perda la memoria. Nella prima parte del libro l’autore racconta fatti da lui vissuti o conosciuti mentre nella seconda sono raccolte interviste e testimonianze di diverse persone, per lo più anziani del luogo eccezion fatta per un ragazzo e un bimbo di cinque anni.
La maggior parte dei ritrovamenti sono stati effettuati nei dintorni di Pauli Arbarei, paese sardo ricco di leggende sui giganti. Sul vicino altipiano si dice sorgesse una città abitata da giganti, con diecimila abitanti e un re.
È un libro da leggere, decisamente. Nel video Muscas ci mostra alcuni dei ritrovamenti.
Nessun commento:
Posta un commento