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lunedì 17 settembre 2012

Il mistero dei Bambini Verdi di Woolpit

Il mistero dei Bambini Verdi di Woolpit


Il mistero dei Bambini Verdi di Woolpit



Woolpit è una splendida e verdeggiante cittadina inglese che esiste ancora oggi, vicino a St. Edmunds, nel Suffolk. Sotto il regno di Re Stephen d’Inghilterra (1135-1154), accadde uno insolito evento nel villaggio. Durante il raccolto i mietitori stavano lavorando nei campi quando due bambini piccoli emersero da un profondo fossato scavato come trappola per i lupi. I bambini, un maschio e una femmina, erano completamente normali, ma avevano la pelle tinta di una tonalità verde, e indossavano abiti di un colore strano, realizzato con materiali sconosciuti.
Si aggirarono smarriti per qualche minuto, prima che i mietitori li portassero al villaggio. I fanciulli furono portati alla casa del proprietario terriero locale Sir Richard de Calne, a Wikes. Nessuno riusciva a comprendere il loro linguaggio ciò li fece  proruppere in un pianto disperato, rifiutarono tutto il cibo che veniva loro offerto. Per giorni i bambini non mangiarono nulla, fino a quando qualcuno del villaggio portò loro dei fagioli appena raccolti, con i gambi ancora attaccati. Si diceva che i bambini fossero sopravvissuti qualche mese nutrendosi solo di questo alimento, fino a che non accettarono il gusto del pane. Col passare del tempo il ragazzo, che sembrava essere il più giovane dei due, accusò sintomi di depressione, si ammalò e morì poco dopo ma la ragazza si adattò alla sua nuova vita, e fu battezzata. La sua pelle perse gradualmente il suo colore originale verde e divenne una donna giovane e sana. Imparò la lingua inglese e sposò un uomo di King’s Lynn, nella vicina contea di Norfolk. Alcune fonti sostengono che prese il nome di “Agnes Barre”. Quando fu interrogata sul suo passato la ragazza fu solo in grado di dare dettagli vaghi sulla provenienza dei bambini e su come fossero arrivati a Woolpit. Dichiarò che lei ed il ragazzo erano fratello e sorella, ed erano venuti da ‘la terra di San Martino’, dove c’era crepuscolo perenne, e che tutti gli abitanti erano di colore verde. Non era sicura esattamente di dove si trovasse la sua patria ma ricordava che un’altra terra “luminosa” poteva essere vista attraverso un “grande fiume” che la separava da loro. Ricordava che un giorno stavano seguendo la mandria del padre nei campi e che seguirono un capo di bestiame in una caverna, dalla quale sentirono un forte rumore di campane.
Estasiati, vagarono nel buio per lungo tempo, fino a giungere alla bocca della grotta, dove furono immediatamente accecati dalla luce del sole abbagliante. Si accucciarono in un fosso per lungo tempo, prima di essere avvistati dai mietitori. Quando li videro tentarono di fuggire, ma non furono in grado di ritrovare l’accesso alla caverna sotterranea e furono quindi catturati.
Qusta è la storia inglese, ora vediamo la versione spagnola:
Nei pressi di Banjos, in Spagna, due fanciulli (maschio e femmina) comparvero sull’entrata di una grotta, nell’agosto del 1887. Avevano la pelle verde e i loro abiti erano fatti con una stoffa molto strana. Non parlavano la lingua locale e il taglio dei loro occhi era molto simile al taglio orientale. Inizialmente rifiutarono il cibo datogli dai contadini, il maschietto si ammalò e morì poco dopo, la femminuccia sopravvisse e imparò la lingua a sufficienza per spiegare che venivano da una terra senza sole, dove un giorno una tromba d’aria aveva portato via lei e il suo compagno depositandoli nella caverna. Sfortunatamente morì anche la bambina nel 1892, così il mistero non venne mai risolto.
Analizzando le due storie si possono trovare molte somiglianze che portano ariflettere molto sulla veridicità della storia. Cosa c’è di vero dietro queste storie straordinarie? Per la prima (o versione Inglese) le due fonti originali sono entrambe datate al 12 ° secolo. Guglielmo di Newburgh (1136-1198) era uno storico e monaco inglese; la sua principale opera “Historia rerum Anglicarum” (Storia degli affari inglesi), contiene una citazione della storia dei bambini verdi. L’altra fonte è di Ralph Coggeshall (morto nel 1228), che fu abate della Coggeshall Abbey. Il suo racconto dei bambini verdi è incluso nel “Anglicanum Chronicon”, a cui ha contribuito tra il 1187 e il 1224. Come si può vedere dalle date, entrambi gli autori registrarono l’episodio molti anni dopo il suo presunto avvenimento. Il fatto che non si fa menzione dei bambini verdi invece nella “Cronaca Anglosassone”, che si occupa di storia inglese fino alla morte di Re Stephen nel 1154, e include molte delle “meraviglie” popolari del momento, potrebbe indicare una data per l’incidente all’inizio del regno di Enrico II, piuttosto che sotto il regno di Re Stephen. La storia dei bambini verdi è rimasta nella fantasia popolare durante tutta la storia successiva, come dimostrano i riferimenti ad essa da parte di Robert Burton, in “The Anatomy of Melancholy”, scritto nel 1621, e una descrizione basata sulle fonti del 12 ° secolo con Thomas Keightley in “The Mythology Fairy” (1828 ). Per la versione spagnola la storia sembra nascere con John Macklin dopo la citazione nel suo libro “Strange Destinies” (1965). Non esiste un luogo preciso chiamato ‘Banjos’ in Spagna e gli avvenimenti sembrano solo una rivisitazione della storia inglese del 12 ° secolo.
Diverse spiegazioni sono state proposte per l’enigma dei bambini verdi di Woolpit. Le più estreme indicano i bambini come provenienti da un mondo nascosto dentro la terra o che fossero giunti da una dimensione parallela o che fossero alieni arrivati accidentalmente sulla Terra. Ma forse prima occorrerebbe stabilire se questi bambini siano realmente esistiti. La storia infatti sembra avere molti punti in comune con leggende del folklore locale, che parlerebbe di un “popolo del bosco” o “popolo della natura” che abiterebbe sottoterra, composto da elfi e fate, oltre che da bizzarri esseri umani. La descrizione della ragazza sembra essere estremamente simile all’immaginario collettivo sulle fate che si aveva all’epoca. Dopo il matrimonio, la sua indole sarebbe divenuta “giocosa e faceta”, atteggiamenti solitamente attribuiti al mondo delle fate; il colore verde inoltre è spesso associato ad eventi soprannaturali e magici; i fagioli verdi infine sono considerati il cibo dei residenti dell’oltretomba. Tuttavia, forse la spiegazione è molto più umana e,  non è necessario chiamare in ballo fate e creature del bosco per fornire un quadro plausibile sui bambini verdi di Woolpit. Un’ ipotesi è quella che i bambini fossero di origine fiamminga: durante il XII° secolo le regioni orientali dell’Inghilterra furono meta dell’ immigrazione di fiamminghi, perseguiti dopo l’ascesa al trono di Enrico II ed in buona parte uccisi durante una battaglia avvenuta nel 1173.
La spiegazione sembrerebbe coerente col fatto che la lingua fiamminga era del tutto sconosciuta agli inglesi del tempo, oltre al fatto che il vestiario era differente da quello inglese. I bambini potrebbero essersi persi nella foresta dopo l’uccisione dei loro genitori, finendo per vagare in alcuni dei tunnel presenti nell’area. Paul Harris teorizza che i bambini avessero probabilmente vissuto nel, o vicino al, villaggio di Fornham San Martin, da cui il riferimento a St. Martino nella loro storia. Questo villaggio, a pochi chilometri da Woolpit, è separato da esso dal fiume Lark, probabilmente il “fiume considerevole” citato successivamente dalla ragazza.
La colorazione verde della pelle invece può essere spiegata con “la malattia verde”, nome un tempo dato ad una forma di anemia causata da deficit alimentari. Dopo aver seguito un regime alimentare normale infatti, i bambini avrebbero ripreso un colorito sano. Probabilmente questa patologia era in stato troppo avanzato nel maschio, cosa che ne causò la morte un anno dopo il suo ritrovamento. Qualunque sia la verità sulla questione, la storia dei figli verdi rimarrà negli annali uno dei misteri più sconcertanti d’Inghilterra.

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