Ci sono certamente riferimenti agli Ufo nei documenti in possesso di Wikileaks che devono ancora essere pubblicati
Continuano ad arrivare novità dal sito WIkileaks, responsabile di aver divulgato documenti e informazioni segrete del dipartimento di stato americano. Il sito è stato bombardato dagli hacker americani e costretto a cambiare dominio trasferendo il provider su un indirizzo svizzero: “wikileaks.ch“. E proprio da lì, il fondatore Julian Assange ha fatto sapere che i documenti riservati continueranno ad essere pubblicati e che presto saranno rivelate informazioni riguardanti gli Ufo; perché è giusto che la popolazione sappia la verità. Ci sono certamente riferimenti agli Ufo nei documenti in possesso di Wikileaks che devono ancora essere pubblicati - lo ha affermato Assange durante la diretta web in corso sul Guardian rispondendo alla domanda di un lettore che chiede se extraterrestri e ufo siano tra i temi del materiale di cui è in possesso Wikileaks.
Il fondatore di Wikileaks Julian Assange ha poi ammesso di temere per la vita essendoci «superpotenze» tra i soggetti al centro delle rivelazioni diffuse. «Le minacce per le nostre vite sono di pubblico dominio. Da parte nostra prendiamo tutte le precauzioni necessarie, ma nella misura in cui ciò è possibile trattandosi di superpotenze», ha affermato Assange rispondendo ad una delle domande postagli dai lettori del Guardian durante la diretta via web in corso sul sito del quotidiano britannico.
La maggioranza degli italiani (64%) pensa che il fondatore di Wikileaks Julian Assange sia un benefattore, un Robin Hood del terzo millennio. Soltanto il 36% lo definisce un delinquentello dell'era informatica. È il risultato di Trendsetting, il sondaggio realizzato da Affaritaliani.it e Swg.
In caso di morte di Assange e di distruzione totale dell'organizzazione Wikileaks le informazioni in suo possesso sarebbero però comunque rivelate: «Abbiamo consegnato tutti i documenti in nostro possesso a circa 100mila persone in tutto il mondo che li possiedono in forma criptata. Se ci dovesse accadere qualcosa e non fossimo più raggiungibili, una chiave elettronica verrebbe inviata via web rendendo i file leggibili. A questo punto queste 100mila persone avrebbero il compito di divulgarle».
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