C’è anche Roberto Pinotti, segretario generale del Centro Ufologico Nazionale, tra i protagonisti dell’edizione 2013 del «Citizen hearing on disclosure», che si terrà a Washington dal 29 aprile al 3 maggio. Nella riunione quaranta testimoni di dieci Paesi, riferiranno davanti a sei ex membri del Congresso degli Stati Uniti: il senatore Mike Gravel, Roscoe Bartlett, Merrill Cook, Lynn Woolsey, Carolyn Kilpatric e Darlene Hooley. Questo speciale comitato, i cui membri vantano complessivamente 80 anni di permanenza in carica al Congresso americano, si riunirà per oltre trenta ore nell’arco di cinque giorni. Al centro delle audizioni ci saranno le prove, o presunte tali, di una presenza extraterrestre che è entrata in contatto con la razza umana. Pinotti, oltre a parlare degli eventi e delle prove segnalati in Italia, presenterà una proposta d’intervento per il giorno dello storico contatto. E’ un protocollo in dieci punti – un decalogo …i n caso di Alieni - ma in realtà è un testo per avviare un dibattito su come rapportarci con “loro” su vari fronti. Ecco comunque il documento elaborato da un team di studio che ha coinvolto pure il CETI (CONTACT Extraterrestrial Think-tank Italy).
1) Il primo problema relazionale con altri soggetti di diritto extraterrestri è la credibilità. Se davvero la Terra fosse da tempo sotto una osservazione discreta da parte di civiltà aliene, il nostro tradizionale e diffuso atteggiamento di violenza, sfruttamento e prevaricazione facilmente documentabile giorno per giorno attraverso i nostri telegiornali non costituisce certo un titolo di merito o di affidabilità e indurrebbe qualunquevisitatore extraterrestre ad un approccio cauto e distaccato nei confronti dell’umanità.
2) Non è pensabile che esseri alieni sufficientemente al corrente dell’ordine effettivo delle cose sulla Terra e che volessero comunque rivolgersi a noi nei termini più sereni e asettici (come poi sarebbe anche giusto) lo farebbero rendendo loro l’iniziativa e stabilendo così di manifestarsi con le autorità di una nazione piuttosto che con quelle di un’altra ovvero con un organismo internazionale dichiarato ma non rappresentativo come le stesse attuali Nazioni Unite.
3) Poiché un contatto con esseri alieni, in tale contesto, difficilmente potrebbe avvenire per loro unilaterale iniziativa, si impone un’azione esplicitamente tesa a riconoscere come soggetti giuridici nostri pari gli inviati di tali altre civiltà extraterrestri.
4) Tale azione dovrebbe prevedere un teorico ma pubblico riconoscimento politico e giuridico di soggetti extraterrestri in visita, e in assenza di un consenso internazionale a tale iniziativa potrà essere svolta unilateralmente da un singolo Stato di Diritto, ovvero da una autorità politica ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite
5) Secondariamente, poiché normalmente nessun ospite potenziale concepirebbe la possibilità di auto-invitarsi a rischio e pericolo della propria incolumità, dovremmo essere noi a rendere possibile nella pratica un tale epocale incontro invitando espressamente tali visitatori a prendere contatto con noi. Ciò potrà essere fatto rivolgendosi loro apertamente (non solo e non tanto attraverso canali selettivi dedicati bensì attraverso quelli mediatici della grande comunicazione e di internet) con una formula generale di invito manifestante espliciti concetti internazionalisti di pace, rispetto del singolo e di benvenuto. L’invito potrà essere rivolto nelle principali lingue del mondo e comunque in quella dello Stato di Diritto invitante. A livello di precedente, alla comunità scientifica del SETI (Search for Extra-Terrestrial Research) – a parte gli appelli rivolti a questa da Roberto Pinotti con i suoi interventi ai congressi della Federazione Astronautica Internazionale di Brighton (1987) e Bangalore (1988) – nel 2011 da San Marino (con il 12° Simposio Mondiale sull’Esplorazione dello Spazio e la Vita nel Cosmo da lui coordinato) era stato proposto all’astrofisico russo prof. Alexander Zaitsev di effettuare da Evpatoria (Russia) una futura azione METI (Messaging to Extra-Terrestrial Intelligence) trasmettendo nello spazio in lingua inglese la frase ANSWER AND COME IN PEACE.
6) In caso di accettazione, sorgerà il problema di dove realizzare fisicamente un tale incontro, e più in particolare della location di discesa di un mezzo extraterrestre pilotato.
7) Se da un lato sembrerebbe logico che fossimo noi ad indicare tale location (un aeroporto civile o militare ovvero un qualunque sito aperto particolare, ad esempio), dall’altro potrebbe essere saggio e opportuno chiedere ai visitatori di scegliere loro la zona di discesa nel territorio dello Stato di Diritto proponente ed attendere un conseguente riscontro.
8) Una volta ricevuto un riscontro di qualsiasi tipo in senso positivo, la zona di discesa e di incontro formale dovrebbe essere considerata comunque da quel momento “no man’s land” e conseguentemente circoscritta e preclusa al normale accesso, garantendovi tutte le norme di sicurezza e di libera informazione vigenti ma in totale assenza di armi da fuoco di qualsiasi tipo a totale garanzia della massima incolumità dei visitatori.
9) Una delegazione preposta all’incontro dovrebbe prevedere le autorità politiche locali in carica, esperti nel settore della ricerca ufologica e astrobiologica (e gli estensori dei presenti Protocolli in particolare) come pure in campo linguistico, semiologico e psichico, nonchè addetti ai media della grande comunicazione.
10) Sarebbe buona norma lasciare l’ospite libero di esprimersi a suo piacimento, qualunque tipo di comunicazione sia scelta. Da parte dello Stato di Diritto ci si dovrebbe far carico non solo di ribadirela validità del contenuto del messaggio interstellare di pace in 55 lingue terrestri, sottoscritto dal Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e dal Segretario Generale dell’ONU Kurt Waldheim, lanciato nello spazio nel 1977 (a bordo delle sonde spaziali USA Voyager 1 e 2); ma anche di rivolgere un impegnativo indirizzo di benvenuto e di massima disponibilità al dialogo, nel reciproco rispetto degli interlocutori e con l’intento pacifico di iniziare alla luce del sole un dialogo epocale attraverso tale delegazione e quella dei visitatori. Il resto sarà storia.
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