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L'AMORE DI DIO PER GLI ESSERI UMANI E TENERO COME IL BACIO CHE MARIA DIEDE A GESU APPENA NACQUE Redazione di Loris Paglia

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mercoledì 26 febbraio 2014

Acque radioattive da Fukushima arrivano nel Nord America ma non c'è pericolo


In questi ultimi tempi, la blogosfera è piena di voci su un'imminente disastro di proporzioni apocalittiche, per colpa delle acque radioattive che circolano nel Pacifico, e che provengono dal disastro nucleare di Fukushima, in Giappone. La verità è che si, le così dette "acque radioattive di Fukushima" stanno per arrivare anche dall'altra parte del Pacifico, ma i valori registrati sono sotto la soglia di sicurezza e non c'è nulla per cui allarmarsi.
In seguito al collasso di uno dei core della centrale di Fukushima, nel 2011, molta acqua contaminata finì nell'oceano e c'era tanta paura di possibili ripercussioni a livello globale, un po' in memoria di quanto successo con le nubi radioattive spostate dal vento nelle settimane dopo l'incidente nucleare di Chernobyl, nel 1986. 
Concentrazione, in becquerel, del Cesio-137 presente sulla superficie degli oceani e mari terrestri. Il Nord Pacifico registra 1.8 Bq/m^3. In confronto, il Mar Baltico misura 40 Bq/m^3, ed il Mediterraneo 1.7 Bq/m^3.

Le prime analisi fatte dai ricercatori, con a capo John Smith, del Bedford Institute of Oceanography, dell'acqua arrivata sulle coste del Canada, ha rilevato la presenza di Cesio-134 e Cesio-137. Il primo è un isotopo come una emivita relativamente corta, di appena 2 anni, quindi il fatto che ci sia nelle acque significa che provengono da una fonte molto recente e in questo caso è sicuramente Fukushima. 
Fortunatamente, le analisi hanno anche mostrato che i valori sono assolutamente entro i limiti di sicurezza del Canada. Le previsioni fatte un mese fa dall'Istituto di Oceanografia Woods Hole sono state rispettate e le prime ondate stanno arrivando in questi giorni.
Gli scienziati sono molto attenti a come si muovono queste acque sia per capire se c'è eventualmente pericolo, sia per studiare l'impatto di un disastro simile su larga scala e cosa potrebbe succedere in situazioni peggiori, per poterci preparare per tempo con modelli più affidabili circa la circolazione oceanica.

Fonte

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