L'origine del famoso meteorite esploso su Tunguska è ancora oggi fonte di accesi dibattiti. Mettendo tra parentesi l'ipotesi ufologica e accettando l'ipotesi che l'evento sia stato causato dall'impatto di un meteorite, la domanda legittima è: da dove proveniva? Sebbene fino a poco tempo fa la maggior parte degli esperti negava la possibilità che il meteorite provenisse dal vicino pianeta Marte, oggi nuovi indizi fanno ritenere questa ipotesi molto più concreta.
La scorsa primavera, presso il Museo Geologico di Stato dell’Accademia Russa delle Scienze, lo scienziato Andrei Zlobin fece una dichiarazione alla luce delle nuove analisi eseguite sui presunti frammenti del corpo celeste caduto nell’estate del 1908 sulla taiga siberiana vicino Tunguska.
I tra frammenti meteoritici furono rinvenuti circa un quarto di secolo fa presso il letto del fiume vicino alla zona dell’impatto.
L’analisi chimica dei residui ha rilevato la presenza di una struttura vetrosa e di quarzo, fattori estremamente rari nei meteoriti.
Fino alla caduta del grosso meteorite nel febbraio dello scorso anno, che ha interessato la regione di Chelyabinsk nei pressi del lago Chebarkul, la maggior parte degli esperti preferivano attribuire l’evento di Tunguska all’impatto di una cometa, forti del fatto che nella regione non erano stati trovati detriti.
Tuttavia, alla luce dell’evento di Chelyabinsk, gli scienziati hanno concluso che in presenza di un cratere da impatto meteoritico, la presenza dei frammenti non è un fenomeno necessario, rivalutando nuovamente l’ipotesi che l’esplosione di Tunguska possa essere stata provocata da un meteorite.
Alla luce delle nuove acquisizioni, gli esperti hanno cominciato a cercare conferme. In particolare, un team di studiosi guidati da Yana Anfinogenova, della Tomsk State University, ha analizzato la cosiddetta ‘Pietra di John‘, una misteriosa roccia rinvenuta nel 1972 da John Anfinogenov in una valle nei pressi del Monte Stojkovic, l’epicentro dell’esplosione di Tunguska.
Come scrive Irina Shlionskaya su la pravda.ru, le analisi hanno rivelato che la composizione chimica della pietra è significativamente differente dalle altre formazioni rocciose presenti nella zona, presentando una struttura vetrosa e la presenza di quarzo. La struttura risulta simile a quella dei campioni studiati da Andrei Zlobin che sono stati analizzati dalle sonde robotiche in missione su Marte.
I risultati dei test delle sonde confermavano la presenza di tracce di quarzo nelle rocce del Pianeta Rosso. Quando Zlobin ha divulgato il suo studio, Natalia Artemyeva, dell’Istituto di Dinamica della Geosfera ha affermato che la “struttura vetrosa e la presenza di quarzo non è nota nei meteoriti”.
I ricercatori hanno suggerito che se su Marte, il pianeta più vicino alla Terra, c’è la presenza di quarzo, non si può escludere la possibilità che uno dei suoi frammenti possa aver provocato l’evento di Tunguska, forse scagliato nello spazio proprio da un massiccio impatto meteoritico avvenuto sulla sua superficie.
Lo studio del team della Anfinogenova, comunque, solleva tante domande almeno quanto lo studio di Zoblin. Dei numerosi meteoriti di origine marziana presenti sulla Terra, finora nessuno di essi coincide con la composizione della Pietra di John.
Da un lato, quindi, non si può escludere l’ipotesi dell’origine marziana del meteorite di Tunguska, ma d’altra parte, non ci sono ancora prove sufficienti per dimostrarlo. Si attendono nuove ricerche per far luce su questo mistero che accompagna l’umanità da più di un secolo.
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