L'autore di un antico testo ebraico recentemente tradotto sostiene di conoscere il luogo dove sono nascosti i tesori del tempio di re Salomone. In esso potrebbe trovarsi anche la ormai famosa Arca dell'Alleanza. Tuttavia, la sua posizione esatta non viene rivelata e, secondo il testo, “non verrà rivelata fino al giorno della venuta del Messia figlio di Davide”.
Secondo i libri storici della Bibbia, Salomone fu il terzo re di Israele. Figlio di re Davide, Salomone divenne famoso per la sua saggezza, la dimensione del suo harem e lo splendore del suo regno.
A Salomone si deve la costruzione del grande tempio di Gerusalemme, chiamato anche Primo Tempio, il quale fu saccheggiato e incendiato da re babilonese Nabucodonosor II nel 6° secolo a.C.
In esso vi era contenuta l’Arca dell’Alleanza, un favoloso scrigno dalle misteriose proprietà dove erano contenute le tavole della Legge ricevute da Mosè direttamente dalle mani di Jahvè.
In più parti del Pentateuco, si legge che Mosè comunicava con Dio attraverso l’Arca dell’Alleanza, facendone una sorta di dispositivo di comunicazione. Inoltre, chi toccava l’Arca moriva istantaneamente, folgorato dalla grande potenza che da essa emanava. Molte delle vittorie militari di Israele, durante la campagna per la conquista della Terra Promessa, sono state ottenuto grazie all’utilizzo dell’Arca dell’Alleanza.
Durante il suo governo, pare che egli abbia accumulato grandi fortune derivanti dalle attività estrattive minerarie e dal commercio. Gli archeologi e i cacciatori di tesori hanno cercato il tesoro di re Salomone per più di un secolo.
Ora, un nuovo indizio sull’esistenza del favoloso tesoro arriva da un vecchio testo, noto come il Massekhet Kelim (Trattato delle navi), contenuto in un libro ebraico scritto nel 1648, pubblicato ad Amsterdam e conosciuto come Emek Halchah.
Il testo è stato da poco tradotto da James Davila, professore presso l’Università di St. Andrews. Secondo lo scritto, i tesori furono nascosti da un gruppo di leviti e profeti e “nascosti in vari punti del territorio di Israele e Babilonia, mentre un’altra parte fu consegnata direttamente nelle mani degli angeli Shamshiel, Michele, Gabriele e forse Sariel”.
Come riporta livescience.com, Davila ritiene che l’autore del testo originale abbia attinto a diverse leggende e metodi tradizionali di interpretazione della Scrittura per dedurre dove i tesori potrebbero essere stati nascosti.
Sorprendentemente, il traduttore ha notato la somiglianza tra ciò che è scritto nel Massekhet Kelim con quanto riportato sul “Rotolo di Rame”, un rotolo metallico risalente a 1900 anni fa trovato nel sito di Qumran, nei pressi del Mar Morto, Cisgiordania. Anche nel Rotolo di Rame si discute dell’ubicazione di un tesoro nascosto, anche se non si sa a quale tesoro si riferisce.
Il Trattato delle Navi riporta che i tesori del Tempio di Salomone sono stati registrati su una tavoletta di bronzo, un metallo come il Rotolo di Rame. Entrambi i trattati, poi, fanno riferimento a vasi e attrezzi realizzati in oro e argento.
Secondo quanto scritto nel testo tradotto, il tesoro di Salomone comprende “settantasette tavole d’oro, prodotte con l’oro delle mura del Giardino dell’Eden, il quale si irradia come lo splendore del sole e della luna”.
E’ possibile che il Rotolo di Rame e il Trattato sulle Navi facciano riferimento allo stesso tesoro? Si tratta di registrazioni accurate di qualcosa di realmente esistente, oppure è solo un lavoro per raccontare una storia divertente, tipo Indiana Jones? Ovviamente, se quanto riportato fa riferimento a qualcosa si realmente esistente, la domanda successiva è: dove si trova?
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