Credit: NASA/JPL-Caltech
Kimberley, la zona scelta dal team di missione lungo il percorso verso il Monte Sharp come target per la terza perforazione, è sicuramente un’area interessante con un paesaggio originale ma, a quanto pare, si sta rilevando anche un posto magico!
Il rover della NASA Curiosity ha raggiunto la formazione a metà marzo.
Kimberly è formato da 3 piccoli tumuli.
Kimberly è formato da 3 piccoli tumuli.
La seguente immagine del sol 572 (16 marzo 2014) è stata una delle prime panoramiche scattate dal rover appena arrivato in zona: fanno parte dell’affioramento quello tutto a sinistra e i due all’estrema destra.
Curiosity sol 572 MarsCam right panorama“Courtesy NASA/JPL-Caltech” processing 2di7 & titanio44
Ma, oltre ad essere un luogo di evidente interesse geologico, Kimberly non ci ha messo molto a conquistare, ieri, le prime pagine di molti giornali online e blog, italiani e stranieri.
A renderla famosa è stato uno scatto della Navigation Camera di Curiosity del sol 589 (3 aprile 2014) in cui si vede uno spot bianco verticale apparentemente appena dietro l’affioramento Kimberley (immagine in apertura).
La luce è stata subito classificata come “UFO” e questo l’ha resa la star di giornata.
Ma per chi è abituato a sfogliare i cataloghi di missione risulta, invece, piuttosto familiare.
Ma per chi è abituato a sfogliare i cataloghi di missione risulta, invece, piuttosto familiare.
“Graffi” brillanti sono da sempre presenti negli scatti che arrivano dallo spazio e possono essere riconducibili a diversi fattori.
Le cause più comuni sono i raggi cosmici, molto diffusi nelle foto scattate nello spazio profondo come quelle della missione Cassini ma avvistati comunemente che in quelle che arrivano da Marte. Sono presenti nelle immagini orbitali riprese dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ma di tanto in tanto, arrivano anche in superficie davanti agli occhi dei Mars Exploration Rover e di Curiosity. Sono proprio quei raggi cosmici che tanto preoccupano gli scienziati per le future missioni umanesulla superficie del Pianeta Rosso.
Altre volte, la causa potrebbe essere qualcosa che,colpita dai raggi del Sole, ha effettivamente brillato saturando il ccd della fotocamera; altre volte ancora, sonosemplici artefatti nelle immagini.
Personalmente non escludere, in alcuni casi, anche un’altra possibilità: qualche fenomeno geologico legato ad attività di degassamento.
Quello che spesso aiuta a classificarli è avere a disposizione due riprese simultanee della stessa scena: la logica vuole, che se un oggetto o un fenomeno è reale, deve almeno essere presente in tutte e due gli scatti. Verificato questo, con l’aiuto di qualche software (noi usiamo AlgorimancerPG) si può determinare distanza e dimensioni dell’oggetto.
Per fortuna Curiosity, durante il sol 589, ha scattato sia con la NavCam destra che sinistra.
Le foto sono state riprese alle 15:08:07 ora locale, in direzione ovest-nord-ovest, proprio verso il Sole all’orizzonte ma il flash bianco compare solo nel frame di destra.
La NavCam di sinistra, che ha scattato contemporaneamente, non ha ripreso alcun UFO.
Le foto sono state riprese alle 15:08:07 ora locale, in direzione ovest-nord-ovest, proprio verso il Sole all’orizzonte ma il flash bianco compare solo nel frame di destra.
La NavCam di sinistra, che ha scattato contemporaneamente, non ha ripreso alcun UFO.
Credit: NASA/JPL-Caltech
Questo suggerisce che la strana luce possa essere con buona probabilità un raggio cosmico ma esiste anche un’altra possibilità.
Le due foto, come abbiamo detto, sono state scattate contemporaneamente ma non tutti i parametri sono esattamente identici.
Le due fotocamere sono infatti installate ad una certa distanza l’una dall’altra, proprio per ottenere una visione tridimensionale della scena. Così, oltre a variare leggermente l’angolo di visione, che potrebbe mostrare un dettaglio solo in uno dei due scatti, può cambiare leggermente l’elevazione della fotocamera, che è influenzata anche dalla topografia del terreno e, questo, è quello che accade in questo caso.
Potrebbe capitare quindi che, data una particolare incidenza dei raggi del Sole, un oggetto rifletta in una camera ma non nell’altra. Quando meno di un millimetro sulla carta fa la differenza!
Le due foto, come abbiamo detto, sono state scattate contemporaneamente ma non tutti i parametri sono esattamente identici.
Le due fotocamere sono infatti installate ad una certa distanza l’una dall’altra, proprio per ottenere una visione tridimensionale della scena. Così, oltre a variare leggermente l’angolo di visione, che potrebbe mostrare un dettaglio solo in uno dei due scatti, può cambiare leggermente l’elevazione della fotocamera, che è influenzata anche dalla topografia del terreno e, questo, è quello che accade in questo caso.
Potrebbe capitare quindi che, data una particolare incidenza dei raggi del Sole, un oggetto rifletta in una camera ma non nell’altra. Quando meno di un millimetro sulla carta fa la differenza!
Credit: NASA/JPL-Caltech/Elisabetta Bonora
Il team di missione ha stimato che, se il flash di luce fosse dovuto ad una roccia scintillante, allora questa dovrebbe trovarsi sul crinale a circa 160 metri dal rover rispetto alla posizione del 3 aprile.
Credit: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona
Dato che Curiosity si soffermerà in zona per qualche tempo per le indagini scientifiche, probabilmente ci sarà modo di approfondire anche questo mistero: roccia o raggio cosmico ma sicuramente nessun UFO!
Quello che segue è il panorama completo della zona del sol 593 (7 aprile 2014):
Curiosity NavCam right sol 593 – Kimberley“Courtesy NASA/JPL-Caltech” processing 2di7 & titanio44
E qui si strada un nuovo inquietante dettaglio: chi avrà messo su Marte quella roccia a forma di Australia?
Il dettaglio è estremamente affascinante: la roccia sembra aver subito diversi processi di erosione che le hanno conferito una forma a noi familiare, come fa notare il sitospace.com, un nuovo esempio di pareidolia marziana.
Curiosity NavCam r/l sol 593 anaglyph detail“Courtesy NASA/JPL-Caltech” processing 2di7 & titanio44
Aggiornamento 9 aprile 2014 21:15
Questa sera, scorrendo velocemente gli ultimi tweet, ho notato che qualcuno è riuscito a scovare un altro scatto in cui è visibile il misterioso bagliore su Marte (non so a chi va, per primo, il merito della ricerca).
L’immagine risale al sol precedete, 588, ripresa alle 14:41 ora marziana sempre con la NavCam destra di Curiosity.
Il caso vuole, però, che anche questo spot bianco sia presente in un solo frame mentre nella NavCam sinistra non sappiamo se si sarebbe visto o meno perché la zona interessata rimane coperta dal versante in primo piano.
Il caso vuole, però, che anche questo spot bianco sia presente in un solo frame mentre nella NavCam sinistra non sappiamo se si sarebbe visto o meno perché la zona interessata rimane coperta dal versante in primo piano.
Credit: NASA/JPL-Caltech/Elisabetta Bonora
Il fatto interessante è che le due immagini disponibili, del sol 588 e 589, riprendono effettivamente la stessa area e, come abbiamo detto sopra, la presenza dell’anomalia in due foto distinte inizia a renderla piuttosto reale.
Credit: curiosityrover.com
Nonostante lasci un po’ perplessi il fatto che in entrambe i casi il bagliore si trovi in alto a destra rispetto allo scatto (ma non nello stesso punto), escluderei la possibilità che si tratti di artefatti che, in genere, hanno caratteristiche bene precise e seguono schemi distinguibili.
Rimangono al vaglio due possibilità:
- due raggi cosmici che casualmente sono stati ripresi con la stessa fotocamera nel medesimo punto, in tempi di versi e da angolazioni differenti;
- oppure il bagliore è generato effettivamente da una roccia con una superficie particolarmente lucente e questo renderebbe la scoperta sicuramente interessante.
- due raggi cosmici che casualmente sono stati ripresi con la stessa fotocamera nel medesimo punto, in tempi di versi e da angolazioni differenti;
- oppure il bagliore è generato effettivamente da una roccia con una superficie particolarmente lucente e questo renderebbe la scoperta sicuramente interessante.
Credit: NASA/JPL-Caltech/Elisabetta Bonora
In accordo con il software NASA GISS, Mars24, l’elevazione del Sole è di 35° sopra l’orizzonte per il sol 588 e di 31,7° per il sol 589.
La posizione rispetto al rover è piuttosto simile ma potrebbe far la differenza nel caso di incidenza di un raggio di luce su una superficie riflettente.
Mentre, l’elevazione della fotocamera è quasi la stessa: -16,90° per il sol 588 e -16,86° per il sol 589.
Ora, prendendo per buona la stima del JPL, circa 160 metri, che in effetti coincide con le misurazione che ho ottenuto (c’è un margine di errore che può variare dai 150 metri ai 175 metri circa, secondo me) ed applicando un po’ di geometria, si potrebbe in effetti riuscire ad identificare con buona approssimazione il punto di provenienza del riflesso.
Fatto ciò, il mistero non dovrebbe durare a lungo: in fondo basterebbe una ripresa con la ChemCam utilizzata come un telescopio per zoommare paesaggi lontani.
Di Elisabetta Bonora
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