Molti ricercatori UFO, affermano che all’interno
della base segreta di Autec ci siano apparati di ricetrasmissione sofisticati
che riescono ad intercettare e seguire i movimenti di astronavi Extraterrestri
che attraversano alcuni StarGate (wormholes) presenti nell’aerea interressata
del famoso Triangolo delle Bermude. Molti sono gli avvistamenti di oggetti
misteriosi che fuori escono dal mare (USO-Unidentified Submerged Object) proprio
nella porzione balneare antistante la base di Autec nell’isola di Andros e le
testimonianze sono moltissime.
Proprio di Stargate e Wormhole si è parlato
spesso nelle teorie più controverse riguardanti il Triangolo delle Bermuda,
quella sorta di “pozzo di S.Patrizio paranormale” dove sono scomparse centinaia
di navi e una ventina di aerei e dove hanno luogo deviazioni dei campi
magnetici, improvvise formazioni di fitta nebbia, una quantità di avvistamenti
UFO decisamente superiore alla media e molto altro ancora. Svariate ipotesi
hanno accompagnato questi rapporti, tra di esse, la più controversa è la teoria
secondo cui l’arcipelago delle Bahamas sia formato dalle cime dei monti del
perduto continente di Atlantide, affondato in questi mari millenni orsono.
Le teorie di Michael
Preisinger
Esistono teorie di cospirazione e di
insabbiamento intorno al tema della base ultra segreta di AUTEC, che
sembrerebbe una sorta di Area 51 sottomarina. Ad esserne certo è
Michael Preisinger, che scrive: “io sono uno
storico, con alle spalle un dottorato in storia e sociologia all’Università di
Colonia – quindi ben allenato ad evitare le congetture e ad attenermi ai fatti –
e non mi aspettavo certo di contribuire un giorno a questa controversia. Ma il
caso ha disposto diversamente. In qualità di istruttore sub professionista, nel
1995 venni mandato, dalla compagnia per la quale lavoravo, a Nassau, nelle
Bahamas, per un periodo di sei mesi. Durante il mio lavoro, i proprietari delle
imbarcazioni del luogo mi riferirono spesso che la lettura delle loro bussole
aveva presentato delle improvvise deviazioni, portandoli completamente fuori
rotta. La mia curiosità ebbe il sopravvento e decisi di rintracciare eventuali
irregolarità dei campi magnetici nelle zone in cui erano state notate le
deviazioni, cercando di registrare misurazioni dettagliate.
A caccia di prove
Basandomi sui resoconti che avevo udito, scelsi di
immergermi in sette diverse località: Fish Hotel, Lyford Cay e White Hole,
vicino a Nassau; Lost Blue Hole, a circa un’ora di navigazione da Nassau; Dogleg
Reef, ad un’ora da Marathon, nelle Florida Keys; il cosiddetto “Atlantis Wall”,
vicino Bimini; e Sunken Train, presso Eluthera. Due colleghi sommozzatori – lo
statunitense Al Miller ed il giamaicano Joel Green – mi accompagnarono in queste
spedizioni. Nell’arco di un paio di mesi ci immergemmo da una a sette volte a
settimana, tuffandoci più volte in ogni località, solitamente scendendo ad una
profondità di poche decine di metri. Ogni immersione durava in media 60 o 75
minuti. Trovammo prove evidenti di deviazioni magnetiche in quattro di quelle
zone: Fish Hotel, Lyford Cay e White Hole nelle Bahamas e Dogleg Reef nel sud
della Florida. Durante le nostre immersioni raccogliemmo elementi molto precisi
sulle differenze riscontrate tra i valori normali e quelli effettivamente
registrati dalle nostre bussole.
Nei mesi seguenti trasmisi questi dati a
diversi fisici in tutto il mondo. Tutti furono concordi nell’affermare che tali
anomalie dei campi magnetici terrestri potevano essere causate da microscopici
“wormholes” che apparivano e scomparivano in brevissimo tempo. Non riuscivano ad
immaginare altre possibili spiegazioni. Il Prof. John Wheeler, dell’Università
di Princeton, descrive i wormholes come dei “tunnel di transito” tra diverse
dimensioni della realtà. Secondo Wheeler i wormholes misurerebbero solo una
giga-frazione di un centimetro quadrato ovvero, in cifre, il numero 1 preceduto
da 33 zeri, preceduti da una virgola decimale. Si suppone che questi mini-buchi
neri, che appaiono e scompaiono continuamente dalla geometria dello spazio,
siano delle minuscole particelle di “materia virtuale” ovvero che essi possano
esistere solo per un limitato periodo di tempo. I cosiddetti mini-buchi bianchi,
loro controparte, sarebbero invece composti di anti-materia virtuale. Nella base
navale AUTEC, nelle Bahamas, secondo alcune fonti accreditate, verrebbero
condotte ricerche segrete sugli UFO Ogni volta che questi due tipi di materia
virtuale si formano, a qualunque livello, si auto-distruggono immediatamente. Il
Prof. Wheeler, tuttavia, non sa spiegare il motivo del continuo apparire,
scomparire e riapparire di tali mini-buchi.
Opinioni scientifiche
Riguardo le mie registrazioni di anomalie nei
campi magnetici, ecco i pareri espressi da alcuni degli scienziati – in genere
fisici quantistici – con i quali ho parlato. Secondo il fisico Dott. Werner
Muller, di Karlruhe: “Basandomi sulle cifre che mi ha fornito e sul fatto che
non sono state trovate fonti naturali sul fondo del mare, non restano altro che
le teorie della fisica quantistica per spiegare questo fenomeno”.
Per il Prof. Tsung-Min Gung, fisico di Tokyo:
“Se le teorie sulle connessioni interdimensionali non sono totalmente errate e
se esse possono venire sviluppate come mi aspetto, la stretta interdipendenza
esistente tra la gravità ed il campo magnetico terrestre potrebbe essere uno dei
modi per individuare queste aperture fra diverse dimensioni”.
Dal canto suo, il fisico Dott. Grazyna Fosar,
di Berlino, afferma: “Dal punto di vista della fisica, l’unica spiegazione
ragionevole per queste misteriose deviazioni nei campi magnetici è l’esistenza
di ‘porte’ verso l’iperspazio”.
Sorprendenti risultati, che mi portarono a
studiare, con sempre crescente interesse, gli altri fenomeni caratteristici del
“Triangolo delle Bermuda”, associati alla zona delle Bahamas.L’isola di Andros,
sede dei laboratori dell’AUTEC L’ipotesi che le deviazioni magnetiche siano
causate dalla presenza di “stargates” era già stata avanzata qualche tempo fa
(sebbene, per quanto ne so, sono stato il primo a raccogliere dati effettivi a
riguardo) e alcuni ricercatori hanno associato proprio alla presenza di questi
“stargates” l’incidenza estremamente alta di avvistamenti UFO registrata in
quell’arcipelago.
Una base navale
top-secret
Molti di tali avvistamenti avvennero presso
l’Atlantic Undersea Test and Evaluation Center (Centro Subacqueo Atlantico di
Test e Valutazione) o AUTEC, base navale americana nelle Bahamas. Pertanto,
alcuni ricercatori credono che l’AUTEC potrebbe essere una sorta di “Area 51”
sottomarina: un luogo dove il governo americano effettuerebbe delle ricerche
segrete sugli UFO e che, di tanto in tanto, verrebbe persino visitato dagli
alieni. Decisi di indagare fino in fondo queste incredibili congetture. L’AUTEC
possiede delle risorse davvero uniche, incluso un poligono subacqueo per
sperimentare e studiare armamenti acustici. Si trova sull’isola di Andros, 285
chilometri a sud est di West Palm Beach, Florida.
Le installazioni ed i laboratori di Andros –
per visitare i quali bisogna procurarsi uno speciale permesso – coprono meno di
due chilometri quadrati di territorio ma, in realtà, l’AUTEC comprende ben 2.688
chilometri quadrati del circostante Mar dei Caraibi. Questa zona dell’oceano
consiste in una baia dalle acque abissali e dai fondali scoscesi, lunga 160
chilometri e larga 32, profonda dai 700 fathom (misura di profondità: 1 fathom =
1,829 m.) dei bordi ai 1.100 fathom del suo lato nord. A conti fatti, si tratta
di un’enorme quantità di spazio acquatico. Inoltre, ho saputo da più fonti che
la base di Andros è sottoposta a misure di sicurezza severissime e
top-secret.
UFO e “blue holes”
Nelle acque circostanti l’isola, di tanto in
tanto sono stati avvistati strani apparecchi che non solo somigliavano ad UFO,
ma ne avevano anche la stessa sbalorditiva rapidità di movimento e che
eseguivano le medesime incredibili virate ad angolo acuto. Un uomo d’affari
viennese mi riferì che, mentre circumnavigava le coste di Andros con il suo
yacht, vide ad una distanza di circa tre chilometri (era una giornata molto
limpida), in acque profonde più di due chilometri, un oggetto immobile che
scambiò per una balena. Avvicinandosi a meno di 800 metri dall’oggetto – che
aveva iniziato ad emettere uno strano bagliore – scoprì che si trattava invece
di un qualche genere di apparecchio tecnologico, dal design ultramoderno.
Improvvisamente, l’apparecchio partì dirigendosi verso sud, a quella che il
testimone definì “una velocità folle”. Scivolò sulla superficie dell’acqua per
poi scomparire istantaneamente tra le onde, senza più riapparire.
Mi sono state riferite teorie di cospirazione
e di insabbiamento di natura molto oscura, fiorite intorno al tema dell’AUTEC
quale possibile Area 51 sottomarina, così come voci simili circolano sulla vera
Area 51. Eccovene un esempio, riferitomi da un informatore che ho intervistato
nel Novembre 1998, nel quartier generale della NASA a Cape Kennedy, Florida.
Egli mi raccontò che Rob Palmer – un sommozzatore inglese molto noto ed
apprezzato nell’ambiente, che era stato per diversi anni direttore di un centro
ricerche sui “blue holes”, nelle Bahamas – nel Luglio del 1997 era scomparso
durante un’immersione compiuta nel Mar Rosso, in Israele, e lo si riteneva
morto. I “blue holes” (o buchi blu) sono delle piccole caverne sottomarine che
si sono apparentemente formate dall’interno e che si trovano soprattutto in
quell’arcipelago. Io ritengo che i blue holes potrebbero essersi generati a
causa delle continue apparizioni e sparizioni dei microscopici
wormholes.
A quanto sembra, Rob Palmer aveva una teoria
analoga e, inoltre, era convinto che i blue holes potessero essere dei punti di
transito per gli UFO in arrivo da altre dimensioni. Le sue indagini lo stavano
portando sempre più vicino all’isola di Andros, dove vi è una vera
proliferazione di questi blue holes. Il mio informatore mi disse che circolavano
alcune voci secondo cui Palmer era stato ucciso da ufficiali dell’AUTEC,
probabilmente perché sapeva troppo, tramite una suggestione post ipnotica che lo
avrebbe indotto al suicidio mentre si trovava in immersione nel Mar Rosso. In
qualità di storico, non è mia intenzione approfondire simili tristi
supposizioni, ma il semplice fatto che tali voci esistano suggerisce che
potrebbe effettivamente essere in atto un qualche genere di attività clandestina
nella base di Andros.
E Atlantide riemerse dalle
acque
Poiché molto del materiale che avevo studiato
aveva dimostrato di avere una base di verità, per quanto indiretta, decisi di
indagare la storia secondo cui l’area delle Bahamas corrispondeva all’antico
continente di Atlantide non completamente sommerso. Molti hanno creduto per
lungo tempo che le mura sottomarine di Bimini fossero una vestigia di Atlantide.
L’idea era stata avanzata in un primo momento dal medium Edgar Cayce, il quale
affermava che molte delle persone da lui esaminate avevano vissuto vite
precedenti in Atlantide. Alcuni scienziati del British Government’s Building
Research Establishment (Fondazione per la Ricerca Edilizia del Governo
Britannico), usando le più recenti tecnologie, hanno persino scoperto delle
minuscole quantità di carbone ed oro all’interno di quelle che sembrano essere
pietre lavorate dall’uomo, trovate sul fondale di Bimini.
Come storico, mi interessa principalmente lo
studio delle fonti primarie d’informazioni, piuttosto che secondarie, pertanto
decisi di leggere l’unico testo sul quale sono state basate le migliaia di libri
dedicati ad Atlantide: il Crizia, dialogo scritto dal filosofo greco Platone.
Soprattutto, decisi di leggerlo non in chiave mitologica o metaforica, come
molti fanno, ma come un vero documento storico. Pertanto tralasciai i
dettagliati resoconti degli splendori di questo antico regno, concentrandomi
invece sulle sue dimensioni, che ci sono state tramandate da Platone: che forma
aveva Atlantide? Quali erano la sua lunghezza e larghezza ?
Appresi qualcosa di affascinante: se
potessimo prendere l’attuale arcipelago delle Bahamas e sollevare l’intera massa
della terraferma di 90 metri – o, per metterla in altro modo, abbassare il
livello dell’acqua che circonda le Bahamas di 90 metri (riportandola al livello
che aveva durante l’ultima Era Glaciale) – ci troveremmo di fronte un territorio
che corrisponderebbe in maniera impressionante, per forma e misura, all’antica
Atlantide descritta da Platone: il filosofo scrisse nel Crizia che tale
continente era più grande dell’Egitto (ovvero dell’Egitto allora conosciuto);
che il centro dell’isola, non distante dal mare, era formato da una pianura
circondata da bassi rilievi ad una distanza di 9 chilometri; e che questi stessi
rilievi si trovavano in un’ampia pianura, circondata da alte montagne ad una
distanza di 321 chilometri.
La zavorra dei
Confederati
Tuttavia, le mie conclusioni riguardo le
cosiddette Mura di Bimini, presunte rovine di Atlantide, non sono affatto così
“New Age”. Credo, infatti, che le pietre che le formano e che appaiono lavorate
dall’uomo, non provengano affatto da Atlantide ma che siano state lasciate là
durante la Guerra Civile Americana. A quell’epoca un gran numero di navi forzava
il blocco dell’Unione per trasportare merci e rifornimenti nei porti dei
Confederati. Braccati dalle navi dell’Unione, questi vascelli spesso si
rifugiavano nelle basse acque delle Bahamas, dove le grosse navi da guerra non
potevano seguirli. Per riuscire a navigare al di sopra degli scogli che
costellavano le acque erano spesso costretti a disfarsi del peso eccessivo, in
modo da diminuire il pescaggio delle imbarcazioni. Il modo più semplice di farlo
era liberarsi dei massi di granito usati come zavorra nelle stive. Penso che
questa abitudine possa spiegare la presenza di gran parte delle pietre scoperte
oggi in luoghi come Bimini.
Ho proseguito le mie indagini in molti altri
campi. Trovando, ad esempio, che le Bahamas hanno le loro personali leggende su
misteriose creature simili a scimmie, che non si lasciano vedere quasi mai: i
“chickcharnies”. Ho scoperto, inoltre, che esistono molte “storie di fantasmi”
collegate alle Bahamas e che gli sciamani della zona hanno fama di possedere dei
poteri semi-divini. Insomma, ho lasciato le Bahamas con la netta impressione –
una sensazione difficilmente comprovabile scientificamente – che in
quell’arcipelago vi sia un elevato grado di energia psichica o persino di
energia “interdimensionale”.
Ammaraggio
subacqueo
Tuttavia, la mia attenzione torna agli
“stargates subacquei dei Caraibi” scoperti insieme agli amici Al Miller e Joel
Green. Ho una proposta. Sarebbe interessante cercare davvero di entrare in uno
di questi “stargate”, se non per il fatto che essi sono solitamente microscopici
e che tendono a fluttuare dentro e fuori dall’esistenza. Pertanto, vorrei
suggerire che uno o più fisici si immergano in alcune delle località dove sono
state riscontrate le anomalie magnetiche, magari quelle vicino a Nassau, in
acque poco profonde, non distanti dalla riva e dalla capitale delle Bahamas, che
potrebbe ospitare in maniera eccellente la stampa internazionale eventualmente
interessata ad assistere a questo inusuale “Ammaraggio Subacqueo negli Stargates
dei Caraibi”.
Devono sicuramente esserci molti scienziati
giovani, atletici e sportivi che potrebbero venire persuasi ad indossare
l’equipaggiamento da sub e ad avventurarsi sul fondo dell’oceano per scoprire
quali sensazioni telepatiche e quali messaggi sarebbero in grado di cogliere,
filtrati nell’attimo in cui questi microscopici wormholes si aprono per poi
richiudersi e riaprirsi. La mia proposta può sembrare bizzarra, ma io ed i miei
colleghi sommozzatori saremmo lieti di addestrare i ricercatori disposti a
tentare e di scendere poi con loro sul fondo dell’oceano a largo delle
Bahamas.
Michael Preisinger
Premessa articolo a cura della
Redazione Segnidalcielo
Il dott. Preisinger ha pubblicato le sue
ricerche ne “Il Triangolo delle Bermude. Una spedizione svela il mistero
dell’arcipelago maledetto”. Ediz. Piemme.)
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