Alcuni ricercatori dell’Università della Tasmania stanno cercando di fornire spiegazioni sul perché la vita sia rimasta ‘bloccata’ per un miliardo di anni, prima che iniziasse la cosiddetta ‘esplosione Cambriana’, usando una tecnologia originariamente usata nelle prospezioni minerarie.
Fossile del Cambriano. La vita esplose improvvisamente in questa era
I ricercatori della Tasmania hanno studiato le condizioni primordiali del nostro pianeta utilizzando una nuova tecnica, sviluppata nella ricerca mineraria.
Ma partiamo dall’inizio. Secondo le attuali teorie la vita prese origine negli antichi oceani terrestri all’incirca 3,6 miliardi di anni fa, ma per molto tempo non accadde granché. Ora i ricercatori hanno individuato un lungo periodo ci circa un miliardo di anni in cui la vita rimase in una sorta di ‘stand by’ fin quando esplose all’improvviso, verso i 550 milioni di anni fa, in quella grande manifestazione di forme viventi cui è stata data la definizione di ‘Esplosione Cambriana’.
Così, ci sembra lecito chiedersi oggi cosa sia successo durante quei ‘noiosissimi’ – come vengono definiti da alcuni scienziati – miliardi di anni.
Secondo il prof. Ross Large, geologo della University of Tasmania ed il suo team di ricerca, la chiave di questo interrogativo è la mancanza di ossigeno e di elementi nutrienti, che in quel dato ‘momento’ della storia della Terra, avrebbe posto l’evoluzione in una situazione precaria di ‘stallo’.
“Durante circa un miliardo di anni, i livelli di ossigeno diminuirono e gli oceani stavano perdendo gli ingredienti necessari perché la vita potesse svilupparsi in organismi più complessi”, ipotizza infatti Ross.
Analizzando antiche rocce di fondali marini, Ross e altri scienziati di varia nazionalità (russi, australiani, statunitensi e canadesi), sono stati in grado di dimostrare che il rallentamento dell’evoluzione è quasi sicuramente collegabile ai bassi livelli di ossigeno e di elementi biologicamente importanti delle acque degli oceani primordiali.
“Abbiamo esaminato migliaia di campioni di pirite in rocce che si sono formate negli antichi oceani”, dice Ross. “E misurando i livelli di alcuni oligoelementi nella pirite, utilizzando una tecnica sviluppata nei nostri laboratori, abbiamo scoperto che possiamo raccontare una storia accurata su quanto ossigeno e sostanze nutrienti fossero presenti miliardi di anni fa”.
I risultati della ricerca compariranno sul numero di marzo della rivista Earth and Planetary Science Letters.
“Stavamo studiando i livelli di ossigeno negli antichi oceani e nell’atmosfera per capire come si fossero formati allora i depositi di minerali per poi sapere dove poterli cercare oggi”, spiega Ross. “E abbiamo visto che la tecnologia sviluppata per trovare i minerali avrebbe potuto aiutarci anche nella ricerca sull’evoluzione della vita”.
Dopo una iniziale esplosione dell’ossigeno, lo studio trova un lungo declino dei suoi livelli durante il ‘noioso miliardo di anni’ fino all’improvvisa impennata tra i 750 e i 500mila anni fa.
“Riteniamo che questo recupero dei livelli di ossigeno abbia portato ad un aumento significativo di metalli in tracce nei mari e quindi abbia innescato il processo oggi noto come “l’esplosione cambriana della vita”.
Con la tecnologia impiegata, potremo fare molto di più, ma è già chiaro così che ci sono state molte fluttuazioni nei livelli dei metalli in tracce nel corso dei millenni e questo può aiutarci a comprendere una serie di eventi, tra cui l’emergere della vita, la comparsa dei pesci, delle piante e dei dinosauri, le estinzioni di massa e lo svilupparsi dell’oro e di altri depositi minerali sui fondali marini”, dice Ross.
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