Premessa: tratto dal libro di M. Polidoro "I Grandi Misteri della Storia" (tranne la nota finale):
Nell'isola di Barbados, un'ex colonia britannica delle Piccole Antille, non lontano dalla costa del Venezuela, si trova il cimitero della chiesa di Cristo, divenuto inaspettatamente molto famoso. Al suo interno, infatti, c'è una cripta di pietra, vuota e abbandonata fin dal 1820, per via dei misteriosi accadimenti che la tormentarono per circa otto anni.
Tra il 1812 e il 1820, questa fortezza della morte venne violata da "qualcosa" che disperse e mise in disordine le bare che vi riposavano. Ogni volta che la tomba veniva riaperta per deporvi una nuova bara, le casse precedentemente disposte non si trovavano più al loro posto, eppure i muri erano intatti e la lastra di chiusura cementata al suo posto.
Tra il 1812 e il 1820, questa fortezza della morte venne violata da "qualcosa" che disperse e mise in disordine le bare che vi riposavano. Ogni volta che la tomba veniva riaperta per deporvi una nuova bara, le casse precedentemente disposte non si trovavano più al loro posto, eppure i muri erano intatti e la lastra di chiusura cementata al suo posto.
La tomba fu fatta costruire nel 1724 dall'onorevole James Elliot, e il 14 maggio vi venne deposto il corpo della moglie Elizabeth. Sembra che lui non vi fu sepolto e che la tomba non fu più aperta fino al 1807, quando fu trovata vuota. Non si sa cosa sia successo alle ossa della povera Elizabeth. Nella cripta vennero sepolti i resti di Thomasina Goddard, componente della facoltosa famiglia di piantatori dei Walronds.
L'anno successivo la proprietà della cripta passò nelle mani della famiglia Chase., noti proprietari di schiavi nell'isola. Quando, il 22 febbraio 1808, il sepolcro venne aperto per ricevere la piccola bara di Mary Ann Maria Chase, figlia di Thomas Chase, il feretro della signora Goddard era al suo posto, ed entrambi i feretri erano indisturbati quando la tomba venne riaperta il 6 luglio per depositarvi il corpo di un'altra figlia di Chase, Dorcas.
Il 9 agosto 1812, fu la volta della bara dello stesso Thomas Chase a essere portata al sepolcro. Quando la pesante lastra d'entrata fu scostata, si presentò uno spettacolo incredibile: le bare delle due figlia di Chase erano appoggiate in verticale al muro di nord-est, con la testa rivolta verso il basso.
Un esame della cripta non rivelò nulla che potesse spiegare una tale profanazione. Le bare delle bambine furono rimesse accanto a quella della signora Goddard, che non era stata toccata, e il pesante feretro farcito di piombo di Thomas Chase fu portato dentro da otto uomini e deposto sul pavimento. I dolenti si ritirarono e gli scalpellini cementarono la lastra di marmo dell'entrata.
La popolazione bianca dell'isola ipotizzò che gli schiavi di colore volessero vendicarsi della crudeltà di Chase. Sembra, infatti, che la sua stessa figlia, Dorcas, si fosse lasciata morire di fame perché sconvolta dalle cattiverie, e probabilmente anche dalle molestie, del padre. Tuttavia, rimaneva da spiegare come gli schiavi avessero potuto entrare nel sepolcro senza lasciare alcun segno di effrazione.
La popolazione bianca dell'isola ipotizzò che gli schiavi di colore volessero vendicarsi della crudeltà di Chase. Sembra, infatti, che la sua stessa figlia, Dorcas, si fosse lasciata morire di fame perché sconvolta dalle cattiverie, e probabilmente anche dalle molestie, del padre. Tuttavia, rimaneva da spiegare come gli schiavi avessero potuto entrare nel sepolcro senza lasciare alcun segno di effrazione.
Passarono 4 anni e, il 25 settembre 1816, un'altra piccola bara, quella di Samuel Brewster Ames, fu portata alla cripta. La lastra dell'ingresso fu rimossa e, ancora una volta, si presentò agli astanti uno spettacolo raccapricciante. Tutte le bare erano state spostate e disposte in verticale tutt'attorno. Risistemate le bare al loro posto, e controllati i muri, il pavimento e il soffitto della cripta alla ricerca di eventuali passaggi segreti, che non furono trovati, l'entrata fu sigillata nuovamente.
Fu necessario riaprirla sette settimane dopo per depositarvi il corpo di Samuel Brewster, ucciso durante una rivolta di schiavi in aprile e temporaneamente sepolto altrove. Ancora una volta, nella cripta era il caos. Le bare erano appoggiate ai muri, una sull'altra. La cassa della signora Goddard, la prima occupante del sepolcro, era sfasciata. Con alcune corde si cerco di rimediare al danno. Si ridisposero poi le altre bare nelle posizioni originali (alcune furono sovrapposte le una alle altre per via delle dimensioni ridotte della cripta) e si cementò nuovamente la lastra dell'entrata.
Questa volta, la convinzione generale era che fosse stato un gesto di vendetta degli schiavi. Rimaneva sempre da spiegare come fossero riusciti a entrare. Da parte loro, gli abitanti di colore dell'isola erano convinti che la tomba fosse maledetta o che vi incombesse una qualche maledizione: di conseguenza preferivano starne lontani.
Passarono altri tre anni e, il 17 luglio 1812, la morte di Thomasina Clarke, un altro membro della famiglia, richiese la riapertura della tomba. Per quell'epoca, tutta l'isola aveva sentito parlare della misteriosa vicenda e la curiosità per ciò che si sarebbe potuto trovare questa volta era generale. Ci volle più tempo del solito a togliere il cemento dell'ingresso, perché l'ultima volta ne era stato usato in abbondanza.
Quando finalmente la lastra fu libera dal cemento, gli uomini spinsero per scostarla ma questa rimase al suo posto. Dopo notevoli sforzi, fu possibile aprire la cripta e si scoprì che la pesante bara piombata di Thomas Chase poggiava contro la lastra, bloccandola. Il governatore dell'isola, lord Combermer, fu tra i primi a entrare. Osservò che tutte le bare erano state mosse, tranne quella della signora Goddard. Ordinò quindi un attento esame dei muri per capire se e come dei vandali avessero potuto entrare. Ma ancora una volta l'esame si dimostrò inutile, non c'era alcun segno di effrazione.
Fu portato dentro il feretro della signora Clarke e le sei bare furono risistemate: le tre degli adulti sul pavimento, che occupavano per intero, con le tre dei bambini appoggiate sopra. Sulle bare e sul pavimento si sparse della sabbia, in modo da poter evidenziare eventuali impronte di chiunque vi fosse entrato. La lastra d'entrata fu nuovamente cementata e il governatore vi appose il suo sigillo.
Otto mesi dopo, il 18 aprile 1820, il governatore fece richiesta al parroco perché la tomba fosse aperta per controllare se le precauzioni erano state efficaci. Per lo sbalordimento dei presenti i feretri furono trovati disseminati tutt'attorno; uno dei più grossi era rovesciato sul fianco, di traverso al passaggio in modo che la porta dovette essere aperta verso l'esterno. Il cemento fu trovato intatto, con i sigilli a posto, e la sabbia all'interno era indisturbata.
A questo punto, lord Combermer ordinò che le bare fossero rimosse e seppellite altrove. Da allora la tomba è rimasta vuota e nessuno dei numerosi studiosi che hanno scritto di questo caso sembra essere riuscito a fornire una spiegazione per il mistero della cripta inquieta.
Nota: Esiste anche una spiegazione "razionale" a questo mistero. Infatti, alcuni hanno ipotizzato che in certi periodi la tomba finiva allagata da delle grosse infiltrazioni. L'acqua, accumulandosi, faceva muovere le bare, le quali, una volta che l'acqua si era ritirata, risultavano sparse per la cripta. In questo modo le bare sembravano spostate anche se nessuno era entrato o uscito e senza aver forzato l'ingresso.
fonte http://ceifan.org
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