Importantissima scoperta archeologica a Monasterace Marina, nell’antica Kaulonia, in provincia di Reggio Calabria, dove gli archeologi hanno riportato alla luce quello che potrebbe essere è il più grande mosaico ellenico della Magna Grecia, l’area geografica della penisola italiana meridionale colonizzata dai Greci a partire dall’VIII secolo prima della nascita di Cristo.
L’anno scorso furono trovati i primi riquadri. Dagli scavi di quest’anno sono emersi altri riquadri raffigurano delfini e draghi. L’ambiente si estende su una superficie di circa 30 metri quadrati. La loro cronologia oscilla tra la fine del IV ed i primi decenni del III secolo avanti Cristo.
Ai lavori, coordinati dall’archeologo Francesco Cuteri, stanno partecipando studenti provenienti da università italiane e dall’ateneo di Bahìa Blanca, in Argentina. La direzione scientifica è di Maria Teresa Iannelli, della Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria.
L’archeologo Francesco Cuteri è raggiante nel descrivere il ritrovamento del mosaico. “La scoperta è di straordinaria importanza perché si tratta del più grande mosaico ellenico della Magna Grecia”, spiega Cuteri. È come se ci trovassimo in una sala con tanti tappeti, solo che in questo caso il materiale usato è la pietra”.
È una scoperta destinata a lasciare il segno quella fatta dagli archeologi che stanno lavorando a Monasterace Marina. Lo scavo è iniziato nel 1998 e già l’anno scorso aveva portato alla scoperta di un mosaico raffigurante un drago, un rosone e sei riquadri con motivi floreali.
Da alcuni giorni si sono conclusi i lavori di pulizia di nuovi riquadri che compongono la pavimentazione a mosaico della sala termale della cosiddetta Casa Matta. Gli altri riquadri scoperti raffigurano un piccolo delfino, un nuovo drago ed un altro grande delfino che fronteggia il drago scoperto lo scorso anno.
L’ambiente è stato ribattezzato “La sala dei draghi e dei delfini” e la scoperta conferma che ci si trova in presenza di uno dei più grandi mosaici ellenistici di Magna Grecia, con una estensione di circa 30 metri quadrati. La loro cronologia oscilla tra la fine del IV ed i primi decenni del III sec. A.c.
Tra gli archeologici non viene esclusa anche la possibilità di trovare altri pannelli raffiguranti sempre delfini e draghi. “Siamo fiduciosi e riteniamo di poter trovare almeno altri due pannelli”, aggiunge Cuteri. “Proprio per le immagini raffigurate sui mosaici abbiamo deciso di ribattezzare l’ambiente ‘la sala dei draghi e dei delfini’. Lavoriamo a questo scavo da 15 anni ed ora ciò che riaffiora ci riempie di gioia”.
La soddisfazione degli archeologi è motivata anche dal fatto che lo scavo ha visto la partecipazione di “tanti studenti, sia italiani che stranieri, che hanno prestato la loro opera in modo volontario”.
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