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L'AMORE DI DIO PER GLI ESSERI UMANI E TENERO COME IL BACIO CHE MARIA DIEDE A GESU APPENA NACQUE Redazione di Loris Paglia

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sabato 1 marzo 2014

I GATTI SONO UNA MINACCIA PER L’ECOSISTEMA TERRESTRE! ESAGERAZIONE…

Attenzione! Il felino che avete in casa è stato valutato come il predatore più aggressivo e distruttivo del pianeta. A mettere in guardia sulla pericolosità del micio è un analisi elaborata dai ricercatori dello Smithsonian Conservation Biology Institute e dell’U.S. Fish and Wildlife Service, secondo il quale, i gatti domestici e randagi sono i principali responsabili della morte di circa 2,4 miliardi di uccelli e di 13 miliardi di roditori ogni anno.
gatto

Uno studio, pubblicato sulla rivista Natura Communications (potete scaricare l’articolo in .pdf), suggerisce che i gatti selvatici e domestici rappresentano un “minaccia” ben più grande di quanto si pensasse.
I ricercatori attribuiscono loro l’estinzione di numerose specie di rettili e mammiferi, e la scomparsa di ben 33 specie di uccelli, tra cui lo scricciolo di Stephens Island, un uccello della famiglia Acanthisittidae, vissuto sull’omonima isola in Nuova Zelanda.
Secondo le stime presentate nello studio, un gatto domestico uccide, in media, circa 34 uccelli l’anno, mentre un gatto selvatico ne uccide tra i 23 e i 46. Peter P. Marra, autore principale dello studio e ricercatore presso l’istituto Smithsonian, ha spiegato che i dati provengono dal 90 per cento degli studi realizzati sull’argomento, tenendo conto della differenza di comportamento tra gatti domestici e randagi.
“Credo che un tentativo del genere non sia mai stato realizzato”, commenta Marra in una intervista telefonica. George H. Fenwick, presidente dell’American Bird Conservancy, ha dichiarato in un comunicato riportato del Washington Post che i risultati dovrebbero “servire” come campanello d’allarme per i proprietari di gatti a prendere sul serio questo problema, prima che il danno ecologico diventi ancora più grande.
Ora, per carità, non si vuole mettere in discussione la validità e l’autorevolezza dello studio, ma personalmente mi sembrano stime un pò esagerate, anche perchè sono proprietario di un gatto che è una vera e significativa palla di lardo e mi è difficile immaginarlo come il responsabile (statistico, si intende) della morte di 23 uccelli l’anno. Quello che so, è che Vega (questo è il suo nome), si fa fuori dai 20 ai 40 sacchetti di crocchette l’anno, una vera minaccia per il mio portafoglio. Ma gli voglio bene, e sono soldi benedetti.
“La credibilità molto elevata di questo studio, dovrebbe mettere finalmente a tacere la convinzione che i gatti siano innocui per l’ambiente naturale”, rincara la dose Fenwick. “La carneficina che i gatti compiono all’aperto è sconcertante e non può essere ignorata o respinta”. Premetto che non sono un biologo, nè uno zoologo, ma la reazione di questo Fenwick, amante fanatico degli uccelli, mi sembra oltremodo esagerata.
Innanzitutto, parla dei gatti come se fossero degli alieni venuti chissà da quale pianeta, dimenticando che i gatti, come gli uccelli, fanno parte dell’ecosistema terrestre e che da esso si sono evoluti.

In secondo luogo, se non ci fossero i gatti nelle nostre città, credo che presto o tardi, per l’enorme quantità di rifiuti alimentari che produciamo, saremmo invasi dai topi e da altri volatili non proprio simpatici, quali i colombi e i gabbiani, notoriamente amanti della spazzatura. Infine, Fenwick, dovrebbe ricordare che il principale responsabile dei danni all’ecosistema terrestre è l’uomo e non la mia palla di lardo felina.
Nello studio di Marra, infatti, si dice che solo negli Stati Uniti, tra i 150 mila e 400 mila uccelli muoiono ogni anno nelle turbine eoliche, e circa 1 miliardo di essi dalla collisione con i grattacieli di vetro. E queste morti, a differenza di quelle prodotte dai gatti, non sembrano parte di un ciclo biologico che mi pare si chiami “catena alimentare”. Tuttavia, gli esseri umani potrebbero intervenire su alcune di queste morti, come la progettazione di sistemi di protezione sulle pale eoliche.
A mitigare un pò i dati di questo studio “estremo” è Sergej Kručina, ricercatore di scienze biologiche e collaboratore presso l’Accademia delle scienze agricole di Mosca, la cui opinione è riportata da un articolo a firma di Natalja Kovalenko sulla Voce della Russia:
“Il gatto, come piccolo predatore, si nutre anche di roditori e piccoli uccelli. Ma nessun biologo assennato potrebbe asserire che essi sono colpevoli della scomparsa di così tante specie di roditori. Il fatto che i gatti randagi influiscono davvero sulla diminuzione del numero uccelli nel periodo della nidificazione e dei roditori nei parchi e nei giardini è sicuramente vero, ma i gatti non sono poi così tanti e l’effetto di altri predatori è maggiore rispetto alle perdite causate dai gatti piuttosto solitari, che non formano “branchi” .
La mia palla di lardo ringrazia!

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