Odora di “antichi astronauti” il nuovo colossal hollywodiano di prossima uscita “Noah”, interpretato da Russell Crowe. Nel film, gli angeli decaduti interpretano la parte dei “buoni”, cacciati dal regno celeste per aver avuto compassione per l'umanità e aver aiutato Noè a costruire l'arca. Di sapore più sumerico che ebraico, il regista Darren Aronofsky ha dichiarato di aver tentato di fare un film biblico mai fatto prima: e forse ci è riuscito!
Nel film su Noè che presto vedremo nelle sale italiane (metà aprile), quasi tutto è il contrario di quello che dovrebbe essere.
Invece di essere cattivi, gli angeli decaduti sono presentati come eroi, i quali vengono cacciati dal regno dei ciali per aver avuto compassione dell’umanità e aver aiutato Noè a costruire l’arca.
Noè, poi, invece di essere il giusto scelto da Dio per la continuazione della specie umana sulla Terra, viene dipinto come un maniaco psicopatico che odia l’umanità e che vuole uccidere il nascituro di suo figlio nel caso fosse di sesso femminile.
Il film, inoltre, riesce magistralmente ad evitare sempre la parola “Dio” per tutta la sua durata: durante una scena in cui Noè spiega alla sua famiglia come è stato creato il mondo, il film mostra immagini raffiguranti l’evoluzione darwiniana.
Ma come scrivono alcuni blogger americani, tutte queste polemiche non hanno fatto altro che aver aiutato il film al botteghino: nel weekend di apertura, il film ha guadagnato ben 44 milioni di dollari.
Tuttavia, secondo i critici, il film ha il sapore di un’occasione persa: i colpi di scena nella pellicola distorcono notevolmente la storia di Noè tanto da renderla praticamente irriconoscibile. L’impressione è che Aronofsky si sia ispirato più alle tradizioni sumeriche del diluvio che a quella biblica. La questione più spinosa è quella che riguarda gli “angeli decaduti”.
Le fonti sugli angeli decaduti
Innanzitutto, per affrontare la questione bisogna dare un’occhiata alle fonti che parlano di “angeli sulla Terra”, o “angeli decaduti”. Pochi versetti prima del racconto biblico del diluvio, nel libro della Genesi leggiamo quanto segue (6,1-4):
«Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i Figli degli Dèi (benei ha-elohim) videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. Allora il Signore disse: “Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni.
C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo -, quando i Figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi».
La difficoltà dei biblisti sorge innanzitutto nel determinare l’identità dei “benei ha-elohim”. Chi sono costoro? Secondo quanto riporta la Bibbia, in un tempo remoto, esisteva una “progenie divina” che coabitava la Terra con gli uomini primordiali.
I primi scrittori cristiani, come Tertulliano e soprattutto Lattanzio, nel tentativo di spiegare l’origine di questi misteriosi personaggi, accolsero l’idea presente chiaramente nel Libro di Enoch che i Benei ha-elohim fossero gli angeli caduti, come sembra alludere anche il passo della Genesi. Attenzione, però, si tratta di figli, quindi di una seconda generazione di dèi, la prole di entità che presumibilmente già abitavano sul nostro pianeta.
Nel racconto fa la sua comparsa il termine ebraico ‘nephilim’, tradotto nelle nostre Bibbie come “giganti”. L’autore del testo sacro tiene a precisare che mentre i Figli degli Dèi erano intenti ad accoppiarsi con le Figlie degli Uomini, i Nephilim erano sulla Terra, e anche dopo!
Si ritiene che la parola “nephilim” derivi dalla radice del verbo ebraico “nafàl”, che significa cadere. Sull’interpretazione del termine i pareri degli studiosi divergono. Nei circoli biblici, la radice ha fatto pensare ai Nephilim come ad angeli decaduti. Altrove nella Bibbia vengono chiamati “figli di Anaq” o “Anaqim” (cf. Nm 13,28-33; Dt 1,28), con una chiara assonanza agli Anunnaki dei sumeri.
Il Libro di Enoch, un testo apocrifo di origine giudaica la cui redazione definitiva risale al I secolo a.C., fa riferimento a Enoch, che secondo il libro di Genesi è il bisnonno di Noè. Nel testo si fa riferimento chiaramente a questi angeli caduti, i quali vengono definiti come “vigilanti”.
I vigilanti del Libro di Enoch (עִירִין, iyrin in aramaico) sono angeli inviati sulla Terra per sorvegliare gli esseri umani. Ben presto cominciano a desiderare le donne umane e, sollecitati dal loto leader Semyaza, cominciano ad istruire illecitamente l’umanità e a procreare con essa.
I figli di questa unione illecita sono definiti Nephilim, giganti selvaggi che saccheggiano la Terra e mettono in pericolo l’umanità. Non contenti, Semyaza e i suoi accoliti cominciano ad insegnare agli umani arti e tecnologie che altrimenti sarebbero state scoperte gradualmente nel tempo dagli esseri umani, invece di essere rifilate loro in un sol colpo.
Dio, come emerge anche da racconto canonico della Genesi, alla fine permette il Diluvio Universale per liberare la Terra dai Nephilim, questa razza insolente di super-uomini dalla perversità crescente. Tuttavia, Egli manda Uriel ad avvertire Noè per salvare la specie umana dall’imminente disastro cosmico.
Nella Lettera di Giuda, che cita esplicitamente il Libro di Enoch, gli angeli decaduti sono tenuti in catene in attesa del giorno del Giudizio. Quindi, un qualsiasi film su Noè dovrebbe chiaramente rappresentare gli angeli decaduti come i cattivi, giusto? E invece, no!
Nella versione di Aronofsky interpretano la parte dei buoni, di quelli che stanno dalla parte dell’umanità. Il rischio è che il film induca la maggioranza delle persone a ritenere gli angeli decaduti come i veri amici dell’umanità.
Se quanto affermato dai teorici degli Antichi Astronauti è vero, e cioè che in passato una razza extraterrestre ha interferito con il naturale percorso evolutivo dell’umanità ponendola fuori dall’armonia del cosmo, spacciandosi per divinità e riconosciute come tali dai nostri antenati, bisogna ritenere questi “angeli decaduti” come nemici dell’umanità e non salvatori.
Perchè Aronofsky vuole far passare l’idea che i “guardiani” siano i veri amici dell’umanità? Comunque, a prescindere dall’esistenza (passata e attuale) dei Nephilim, sconcerta comunque il fatto che la trama del film stravolga uno dei miti fondamentali della cultura umana, in nome di un’idea preconcetta di difficile decifrazione: perché raccontare una storia contraria a quella originale?
Vedere un film su Noè rimanendo fedele ai miti sul Diluvio Universale sarebbe stato molto interessante… purtroppo, non è andata così.
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