L'immagine di Cristo in croce, con le braccia distese ai lati, è un dato scontato nella mente di molti cristiani. Ma le cose potrebbero essere andate diversamente. Una nuova analisi della Sindone di Torino, sul quale sembra impressa l'immagine di un uomo crocifisso, suggerisce che l'uomo sia stato crocifisso con le mani inchiodate sopra la testa.
Per secoli l’iconografia cristiana ha rappresentato la crocifissione di Gesù, detto il Cristo, con le braccia aperte orizzontalmente sulla croce.
Ma ora gli scienziati ritengono che la morte per crocifissione potrebbe essere stata molto più crudele di quanto finora creduto.
Un team internazionale di ricercatori della Sindone di Torino ha rivelato che, a prescindere da chi o cosa abbia creato l’immagine sul telo, il manufatto suggerisce che l’uomo raffigurato sia stato crocifisso con le mani inchiodate sulla sua testa.
La Sindone di Torino è un lungo telo di lino con impressa la debole immagine di un uomo nudo che apparentemente ha subito la condanna a morte per crocifissione. Alcuni credono che sia il panno originale in cui fu avvolto il corpo di Cristo dopo la crocifissione. Tuttavia, le prime menzioni affidabili del panno iniziano solo nel 14° secolo, facendo ritenere che si tratti di un manufatto medievale.
“In entrambi i casi, la Sindone è un oggetto che vale la pena studiare”, dice su New ScientistMatteo Borrini della John Moores University di Liverpool. “Se è un falso, allora si tratta di un pezzo molto interessante di arte e ingegno umano”.
Sulle braccia dell’uomo impresso sul telo sono presenti dei rivoli di sangue. Borrini voleva sapere se tali macchie sul braccio sinistro, quelle più nitide, fossero coerenti con il sangue che fluisce dal polso di una persona crocifissa.
Per rispondere alla domanda, Borrini ha coinvolto Luigi Garlaschelli dell’Università di Pavia, chiedendogli di assumere diverse posture da crocifissione, mentre una cannula attaccata al polso, dove la sindone mostra il segno di un chiodo, rilasciava rivoli di sangue lungo il braccio.
I due ricercatori hanno scoperto che i segni lasciati dal sangue corrispondono ad una crocifissione, ma solo se i polsi della persona erano state inchiodate sopra la testa, assumendo una posizione a Y, piuttosto che la classica rappresentazione a T dell’iconografia cristiana classica.
“Sarebbe stata una posizione molto dolorosa, causando gravi difficoltà respiratorie”, spiega Borrini. “Il crocifisso potrebbe essere morto per asfissia”. Borrini ha presentato i suoi risultati in una riunione dell’American Academy of Forensic Sciences a Seattle. Borrini spiega che posizioni simili sono state utilizzate durante le torture medievali, ma in quei casi le vittime venivano sospese ad una trave con i polsi legati ad una corda.
I risultati confermano i precedenti esperimenti eseguiti da Gilbert Lavoie, un medico del Massachusetts, il quale fu il primo a suggerire la crocifissione a Y. “Il flusso sanguigno è assolutamente coerente con quello che si vede sulla Sindone”, spiega Lavoie.
“L’impronta impressa sulla Sindone non corrisponde alle molte immagini artistiche tradizione della crocifissione”, spiega Niels Svensson, medico di Maribo, Danimarca, il quale ha studiato la sindone.
Tuttavia, non tutti gli artisti hanno mostrato Gesù crocifisso nella classica postura a T. Per esempio il pittore fiammingo Peter Paul Rubens rappresentò più volte il Cristo con le braccia inchiodate sulla testa, insieme a molti altri artisti.
Se la Sindone dovesse essere un falso, spiega Borrini, certamente il suo artefice sarebbe un vero esperto per creare correttamente i rivoli di sangue tipici di una crocifissione a Y.
L’alternativa è che le macchie di sangue siano il frutto di un intervento casuale.
“Potrebbe darsi che l’autore della Sindone abbia deciso di elaborare i rivoli di sangue parallelamente alle braccia sono per ragioni artistiche”, conclude Borrini.
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