Uno studio condotto da alcuni studenti del Dipartimento di Fisica a Astronomia dell'Università di Leicester ha mostrato come l'Arca del Diluvio biblico, costruita da Noè secondo specifiche fornite da Dio stesso, sarebbe stata perfettamente in grado di galleggiare, anche se fosse stata carica di una coppia per ogni specie animale. Teoricamente, l'Arca sarebbe stata in grado di ospitare 2,15 milioni di pecore senza affondare.
La storia di un uomo che per salvare la sua famiglia e l’intero regno animale costruisce una gigantesca barca di legno è uno dei capitoli più controversi della Bibbia.
La vicenda di Noè, in realtà, interpella non solo biblisti e teologi, ma anche storici e geologi, in quanto potrebbe fare riferimento ad un cataclisma di proporzioni globali abbattutosi sul nostro pianeta migliaia di anni fa.
Nel libro della Genesi (6,13-22) leggiamo che Dio comanda a Noè di costruire un’arca per salvare alcuni uomini e tutti gli animali della Terra dal diluvio. L’imbarcazione doveva essere lunga 300 cubiti, larga 50 cubiti e alta 30 cubiti, così da contenere i membri della famiglia di Noè e almeno il maschio e la femmina di ogni specie animale.
Uno degli approcci scientifici per capire quanto sia reale il racconto narrato nella Bibbia è quello di capire se realisticamente le specifiche costruttive fornite dal testo sacro consentissero la costruzione di un’imbarcazione capace di galleggiare e di ospitare una tale moltitudine di animali.
Uno studio condotto da un gruppo di studenti del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Leicester, ha preso in esame le caratteristiche dell’arca per capire se a pieno carico fosse stata realmente in grado di galleggiare. Sebbene la possibilità che tutti quegli animali siano riusciti ad entrare fisicamente nell’arca è una questione separata, i giovani ricercatori hanno voluto verificare solo la “galleggiabilità” dell’imbarcazione, in base al peso approssimativo di carico.
Innanzitutto, gli studenti hanno esaminato le dimensioni in cubiti dall’arca, stabilendo il valore di un cubito pari a 48,2 cm, frutto di una media tra il valore ebraico antico (44,5 cm) e l’antico valore egiziano (52,3 cm).
Poi, per calcolare quale fosse stato il peso dell’arca vuota, gli studenti hanno avuto bisogno di conoscere la densità del materiale di costruzione, che la Bibbia indica come legno di cipresso. Infine, per calcolare il peso dell’arca a pieno carico, gli studenti hanno stabilito la massa degli animali a bordo. Ricerche precedenti hanno suggerito che la massa media di una animale è approssimativamente pari a quella di una pecora (23,47kg).
Come riporta l’articolo sul sito della facoltà, utilizzando questi dati applicati al principio di Archimede, gli studenti Oliver Youle, Katie Raymer, Benjamin Jordan e Thomas Morris, hanno eseguito i calcoli e ottenuto dei risultati sorprendenti.
Lo studio mostra come l’arca avrebbe potuto sostenere tranquillamente il peso di 2,15 milioni di pecore senza affondare, una capacità sufficiente a trasportare una coppia di ogni animale all’epoca. Infatti, sulla base di ricerche precedenti, si stima esistessero circa 35 mila specie viventi che l’arca avrebbe potuto salvare.
“Nessuno considera la Bibbia come una fonte scientificamente accurata di informazioni”, commenta lo studente ventiduenne Thomas Morris di Chelmsford. “Per questo siamo rimasti molto sorpresi quando abbiamo scoperto che avrebbe funzionato. Non stiamo dimostrando che il racconto sia vero, ma che il concetto di base avrebbe sicuramente funzionato”.
Gli studenti hanno presentato i loro risultati in un articolo per il Journal of Physics Special Topics, una rivista gestita dal Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università, pensata per consentire agli studenti la possibilità di maturare l’esperienza pratica di ricerca, scrittura, pubblicazione e revisione di documenti scientifici.
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