Mura in pietra sul fondo del Lago Huron raccontano la storia di cacciatori vissuti più di 9 mila anni fa. A scoprirle è stato l'archeologo John O'Shea dell'Università del Michigan. La nuova scoperta aiuta a fare chiarezza sul popolo misterioso che viveva nella regione dei Grandi Laghi alla fine dell'ultima era glaciale.
Un’importante scoperta archeologica è stata fatta sul fondo del Lago Huron, America Settentrionale, dall’archeologo subacqueo John O’Shea dell’Università del Michigan.
I resti indicano un insediamento antico di 9 mila anni, occupato a partire dalla fine dell’ultima era glaciale, quando i ghiacciai si ritirarono favorendo il fiorire di un ambiente umido e ricco di vegetazione.
Secondo i ricercatore, la scoperta potrebbe portare qualche nuovo indizio sul misterioso popolo che abitava la regione dei Grandi Laghi alla fine dell’ultima era glaciale.
“È un insediamento molto più complesso di quanto avessimo pensato”, ha commentato John O’Shea, il quale ha pubblicato i suoi risultati negli Atti della National Academy of Science. Sin dal 2008, O’Shea e i suoi colleghi si sono dedicati allo studio del crinale subacqueo che corre grosso modo tra Alpena, Michigan e Ontario.
Alla fine dell’era glaciale, la cresta formò uno stretto corridoio tra quello che oggi sono il Michigan settentrionale e l’Ontario meridionale. L’ambiente subartico di caratterizzava per la presenza di larici, abeti rossi e zone umide, condizioni ideali per il percorso migratorio di grandi mandrie di caribù.
“Dovevano essere migrazioni massicce”, dice O’Shea, suggerendo mandrie di centinaia di migliaia di esemplari. Gli antichi abitanti che si muovevano sulla terra postglaciale beneficiavano della grande abbondanza di animali. Gli archeologi hanno trovato più di 60 costruzioni in pietra sul fondo del lago, probabilmente utilizzate come rifugi durante le battute di caccia.
Ma la scoperta di gran lunga più importante riguarda due linee di pietra a circa 37 metri di profondità, le quali formano un sentiero lungo circa 30 metri e largo 8 metri, che conduce verso una struttura circolare in pietra. “L’abbiamo trovata un po’ per caso”, spiega O’Shea. “Stavamo facendo una scansione del fondale con il sonar, quando ci siamo resi conto della struttura”.
È qualcosa di molto simile alle strutture viste sull’isola di Baffin, utilizzate dai cacciatori per incanalare le mandrie entro un recinto, con i cacciatori ai bordi pronti a scagliare le loro lance. “Questo mostra un alto livello organizzativo, uno stile di caccia molto complesso”, continua O’Shea.
Come riporta sciencedaily.com, i ricercatori hanno trovato una serie di tende da caccia a forma di V che potrebbero essere state utilizzate da individui o piccoli gruppi, nonché una serie di scaglie di selce prodotte dagli antichi artigiani.
O’Shea suggerisce che il sito veniva utilizzato per le battute di caccia stagionali, in corrispondenza delle migrazioni animali, da piccoli gruppi di persone lasciavano per un breve periodo i loro villaggi nativi. Il sito è un accenno rivelatore dello stile di vita delle prime persone che vivevano nella regione, all’ombra dei grandi ghiacciai e molto prima degli aborigeni moderni.
“Essi erano probabilmente legati alle prime persone giunte nel Nuovo Mondo”, ha detto O’Shea. “Potrebbero essere i discendenti dei primi popoli che sono venuti nella regione per dare la caccia ai mastodonti”.
O’Shea ritiene che nella zona esistano molti siti sommersi simili a quello sul fondo del Lago Huron, rimasti inesplorati da quando lo scioglimento dei ghiacciai ha causato l’innalzamento delle acque. “Niente di tutto ciò sarebbe sopravvissuto se fosse rimasto esposto all’aria”, conclude O’Shea, il quale spera che nuove scoperte possano rivelare l’identità e la provenienza dell’antico popolo sconosciuto.
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