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lunedì 12 maggio 2014

SECONDO UNO STUDIO LA RICERCA DI VITA EXTRATERRESTRE POTREBBE RIMANERE SENZA FRUTTO

Nonostante il grande entusiasmo generato dalla scoperta di numerosi pianeti extrasolari, la ricerca di vita extraterrestre potrebbe essere più difficile di quanto avessimo finora pensato. A suggerirlo è uno studio prodotto dalla Scarborough University di Toronto.
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La scoperta negli ultimi anni di migliaia di pianeti extrasolari ha suscitato grandi aspettative sulla ricerca di vita biologica al di fuori del nostro Sistema Solare.
Tuttavia, la ricerca potrebbe essere più difficile di quanto avessimo pensato.
Il problema fondamentale è che attualmente non disponiamo di una tecnologia che ci permetta di esplorare da vicino i pianeti extrasolari finora scoperti.
Dunque, gli astronomi sono alla ricerca di metodi per rilevare eventuali “bioindizi” di vita semplice a distanza. Molti ricercatori pensano che la scoperta di ossigeno e metano su un esopianeta sarebbe l’indizio più forte della presenza di vita biologica. Inoltre, le probabilità aumentano se il pianeta è simile alla Terra e orbita attorno ad una stella simile al Sole.
Eppure, questi indizi potrebbero rivelarsi una delusione. Una ricerca condotta dal professor Hanno Rein del Dipartimento di Fisica e Scienze Ambientali della Scarborough University di Toronto suggerisce che non esiste modo per confermare che tali indizi rivelino la presenza di vita extraterrestre, cioè potrebbero rivelarsi come “falsi positivi”.
La squadra guidata da Rein, infatti, ha scoperto che un pianeta senza vita, accompagnato da una luna senza vita, può imitare gli stessi risultati di un pianeta con bioindizi. “Non saremmo in grado di distinguerli, a causa della loro distanza”, spiega Rein. “La risoluzione necessaria per identificare correttamente un vero bioindizio da un falso positivo è impossibile da ottenere, anche con i telescopi disponibili nel prossimo futuro”.
“Un telescopio capace di ciò dovrebbe essere irrealisticamente grande, qualcosa di un centinaio di metri di diametro e che dovrebbe essere costruito nello spazio”, continua il ricercatore. “Questo telescopio non esiste, e non ci sono progetti per costruirne uno nel prossimo futuro”.
Con i metodi attuali, i ricercatori possono stimare le dimensioni e la temperatura di un pianeta extrasolare, al fine di determinare se l’acqua in superficie esista allo stato liquido, requisito ritenuto indispensabile per l’esistenza di vita biologica. Altri ricercatori utilizzano modelli standard per immaginare l’atmosfera di questi pianeti. “Questi metodi non permettono di fare osservazioni conclusive”, afferma Rein. “Non possiamo avere idea di come sia l’atmosfera in realtà, non con i metodi che abbiamo a nostra disposizione”.
Lo studio, pubblicato negliAtti della National Academy of Sciences, sembra essere una doccia fredda per tutti i ricercatori e gli appassionati di vita extraterrestre. “Questo studio sembra evidenziare un problema reale che doveva essere considerato, insieme ad altre questioni, nell’interpretazione delle firme biologiche”, commenta David Cullen dell’Università di Cranfield. 
Lo stesso Rein ammetti di essere rimasto molto sorpreso dai risultati del suo studio. Tuttavia, egli valuta il suo lavoro in una luce positiva. “Rendersi conto di una limitazione ci dice su cosa dovremmo concentrarci in futuro. Piuttosto che focalizzarci su una ristretta cerchia di pianeti simili alla Terra, orbitanti a stelle simili al Sole, dobbiamo ampliare la nostra ricerca”, dice Rein.
Attualmente, sono stati scoperti 1774 pianeti extrasolari, ma potrebbero essercene più di 100 miliardi sono nella Via Lattea. “Dobbiamo essere sicuri che stiamo osservando gli oggetti giusti”, continua Rein, aggiungendo che la ricerca di vita nel nostro Sistema Solare dovrebbe rimanere una priorità.
Lo studio di Rein dimostra la necessità di allontanarsi dalle metodologie attualmente in vigore per cercare la vita extraterrestre. Forse, la vita aliena non è solo diversa da quella terrestre, ma si trova anche in mondi molto dissimili dalla Terra. “Ci sono molte ragioni per essere ottimisti che troveremo indizi di vita extraterrestre entro i prossimi decenni, solo che forse non sarà su un pianeta simile alla Terra”, conclude Rein.

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