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L'AMORE DI DIO PER GLI ESSERI UMANI E TENERO COME IL BACIO CHE MARIA DIEDE A GESU APPENA NACQUE Redazione di Loris Paglia

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giovedì 13 settembre 2012

Quei misteriosi giganti di Sardegna


Davvero sono stati trovati giganti in Sardegna? Finora non ne esistono prove: e questa fotografia, che di sicuro non mostra scavatori sardi, non lo è di certo. I due scheletri (sempre che non siano stati sovrapposti ad arte con un programma di foto-ritocco), probabilmente sembrano più grandi solo perché si trovano in primo piano rispetto agli scavatori più lontani sullo sfondo.

Mi scrive Franco Argiolas: «Ciao Massimo, la presente mail è per domandare un tuo autorevole parere in merito alla storia che narra Luigi Muscas, sardo, di Pauli Arbarei e autore, tra l’altro, di alcuni libri sul citato tema… Secondo te, può essere fattibile che, in tale sperduto paesello, sarebbero stati scoperti in passato, all’ interno di tombe, scheletri interi di esseri presunti umani, giganteschi, alti dai tre metri sino a quasi sei? Luigi (e non solo lui) asserisce che tali ritrovamenti, venivano poi fatti sparire sistematicamente…»
Il tema della possibile esistenza di giganti, esseri umani di proporzioni gigantesche, è qualcosa di classico. Un tempo, poiché lo diceva la Bibbia, si credeva senza problemi che i giganti fossero realmente esistiti.
Al versetto 4:6 della Genesi si legge: «In quel tempo c’erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi». E poi anche nei Numeri (versetto 13:33): «…e vi abbiamo visto i giganti, figli di Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva di essere cavallette; e tali sembravamo a loro».
Una celebre foto-burla, ritoccata con Photoshop, ancora oggi presa per autentica da alcuni.

Il Golia del Vecchio Testamento, con i suoi tre metri di altezza, dunque, sarebbe solo il più famoso degli antichi colossi. Che, comunque, si ritrovano non solo nella tradizione cristiana, ma anche presso altre religioni. Come nell’induismo, dove i giganti si chiamano “Daityas” e sono una razza di titani demoniaci.
Alla base di tutte queste storie è il tentativo degli antichi di spiegare fenomeni naturali o le costruzioni di civiltà precedenti. Saxo Grammaticus, uno storico medievale danese, sosteneva per esempio che i giganti dovevano essere esistiti per forza, altrimenti non si potevano spiegare le mura ciclopiche, i monumenti e le statue che oggi sappiamo essere i resti dell’Impero romano.
Il ritrovamento di resti di dinosauri o di grossi animali esotici, inoltre, contribuiva ad alimentare le leggende sull’esistenza di creature mitologiche. Così come teschi di coccodrilli e costole di balena facevano pensare ai resti di draghi, il cranio dell’elefante, così grande e con un unico foro al centro, diventava facilmente la testa di un ciclope.
Bisogna però attendere il diciannovesimo secolo perchè qualcuno affermi di avere realmente trovato il corpo di un gigante. E il caso più famoso è quello del “gigante di Cardiff”, che però si rivelò una colossale bufala, come racconta Sergio De Santis nel nuovo Quaderno del CICAP intitolato “Hoax! Storie di truffe ed imbroglioni”.
Oggi si sa che uomini di dimensioni spropositate possono davvero esistere. Si tratta però di persone affette da “gigantismo”, una malattia legata a una disfunzione delle ghiandole pituitarie, responsabili dell’ormone somatotropo, quello della crescita, che porta chi ne è affetto a superare anche i due metri di altezza. Il record per l’uomo più alto del mondo è attualmente detenuto dall’ucraino Leonid Stadnyk, alto 2.39 metri; mentre l’uomo più alto che la storia ricordi fu Robert P. Wadlow, che raggiunse nel 1940, anno della sua morte, i 2.72 metri d’altezza.
Certamente, nei tempi antichi, persone affette da gigantismo potevano essere scambiate per esseri appartenenti a qualche leggendaria razza di Giganti. Tuttavia, ancora oggi c’è chi vuole credere a tutti i costi che una tale razza sia vissuta realmente nel passato.
Un'altra falsa foto di scavi archeologici che avrebbero dissepolto lo scheletro di un gigante

In realtà, come mostra questo ingrandimento, il teschio bidimensionale è stato "incollato" sulla foto degli scavi: da notare il piede di un archeologo in una posizione incongrua rispetto al teschio.

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