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mercoledì 12 febbraio 2014

Allarme nucleare Fukushima: un muro di ghiaccio contro le Radiazioni

Allarme nucleare Fukushima: un muro di ghiaccio contro le Radiazioni
In Giappone alla centrale nucleare Fukushima 1 sta per essere creato un muro di ghiaccio artificiale che dovrebbe proteggere l’oceano dalle acque sotterranee radioattive.  La prima fase prevede l’installazione di tubi in acciaio ad una profondità di circa 30 metri. Dopo di che nei tubi sarà fatto scorrere uno speciale liquido raffreddante che, come sperano i progettisti, consentirà di realizzare nel suolo una specie di “muro di ghiaccio” contro la perdita di radiazioni.
Sono passati quasi 3 anni, dal terremoto-maremoto che ha quasi distrutto la centrale nucleare di Fukushima, ma la fuoruscita di radiazioni dai reattori continua. Stando agli esperti, ciò può trasformarsi in una vera catastrofe se la fuoruscita dalla centrale di acqua radioattiva non verrà bloccata, mettendo in sicurezza l’impianto. 
Secondo la giornalista russa Lada Korotun, nei tre reattori della centrale, dove nel 2011 è avvenuta la fusione del combustibile nucleare,  viene ininterrottamente pompata acqua per raffreddamento l’impianto. L’acqua che esce fuori dalle brecce negli impianti, riempie i piani sotterranei dei gruppi di generatori, il sistema di drenaggio si mescola con le acque freatiche.  Alcune centinaia di tonnellate di tale acqua finiscono ogni giorno nel porto tecnico della centrale.
Per arrestare le periodiche perdite dalla centrale ormai danneggiata,  i giapponesi hanno in programma di creare una barrirea di ghiaccio, ovvero congelare la terra attorno ai reattori danneggiati. A questo punto, ad una profondità di 30 metri sotto terra, saranno posati tubi con azoto liquido. 
“Quella di costruire un gigantesco raffreddatore sotterraneo è certamente una bella idea, ma ciò non consentirà di risolvere completamenmte il problema della fuoruscita dell’acqua radioattiva – dichiara Konstantin Simonov, direttore generale del Fondo per la sicurezza nazionale dell’energia atomica-  “Dal punto di vista tecnologico si tratta di usare il ghiaccio come una barriera per contenere le perdite radioattive. Ma sorgono, ovviamente delle domande. Abbiamo a che fare, infatti, con sostanze radioattive per le quali l’acqua congelata non costituisce una barriera definitiva.”
Il “muro di ghiaccio” è una bella idea, ma qualsiasi persona che conosce almeno un pochino i processi relativi alle emissioni radioattive,  capisce che è impossisbile proteggersi per mezzo del ghiaccio, dalle fuoruscite dei rifiuti radioattivi. In questa sfera l’umanità solo adesso sta imparando come neutralizzare completamente i rifiuti della stazione. La stazione deve essere tutta conservata.
Adesso il livello della radiazione alla stazione Fukushima 1 e  dintorni sta battendo tutti i record. Il livello è tanto alto che può uccidere una persona in poche ore. Il contenuto di sostanze radioattive nell’acqua prelevata nei campioni il 18 gennaio 2014, dal secondo gruppo del generatore di Fukushima 1,  è di circa 3 milioni di becquerel in un litro di liquido, mentre la norma è di 150 becquerel. Insomma, una bella scorpacciata di radiazioni!
I provvedimenti che vengono attuati in questo momento alla centrale Fukushima 1, sono limitati e vi è un’intensa attività per la introduzione di novità tecnologiche, atte a liomitare se non contenere il carico di radiazioni che continua a liberarsi in aria e in acqua.
“Tutti questi provvedimenti non incidono sulla sostanza del processso catastrofico che va avanti nei reattori distrutti,  – sostiene Maksim Šingarkin, vicepresidente del Comitato della Duma di Stato per le risorse naturali e l’ecologia.
” Si possono fare infinite applicazioni con le tecnologie, congelare o cementare le coste, creare degli schermi, tetti, costruzioni artificiali, ma non cambierà la sostanza, ossia la necessità di raffreddare i reattori distrutti. È impossibile contenere le acque sotterranee, dato che queste prenderanno una via di fuga aggirando qualsiasi costruzione tecnica. La Russia propone di risolvere il problema stesso, ossia smontare il reattore nucleare .”
Gli esperti sono seriamente preoccupati dal fatto che il pozzo tecnico dal quale sono stati prelevati i campioni contaminati,  si trovi solo a 40 metri dalla costa. Non è quindi da escludere che acqua radioattiva possa contaminare le acque del Pacifico, come in parte è già successo. Già quasi una metà di tutto il pesce che abita nelle vicinanze della centrale Fukushima, dalle analisi svolte, contiene metalli pericolosi e radiazioni. Ma non finisce qui. Recentemente tracce di sostanze provenienti dalla centrale nucleare, sono state registrate nelle balene e in altri pesci a circa 1000 kilometrio dalla centrale – racconta Maksim Šingarkin –
“È impossibile lottare contro la contaminazione radioattiva degli organismi biologici. In vitrù delle loro proprietà chimico-fisiche i materali radioattivi rimpiazzano efficacemente i loro analoghi naturali. nLa radiazione si andrà continuamente ad accumulare negli organismi biologici se continuerà lo scarico nell’oceano dell’acqua radioattiva. Ma ciò avverrà senza sosta se non saranno smantellati i reattori nucleari. La radiazione entrerà in catene alimentari passando dal plancton ai crostacei, dai crostacei ai pesci. Alla fine la principale dose di radiazione finirà nell’organismo degli essere marittimi superiori che sono in testa delle catene biologiche, comprese le balene e gli uomini. La Russia ha già introdotto limitazioni per la pesca nel Pacifico di una serie di risorse biologiche, in quanto sono pericolose per la salute . Purtroppo le TV, i Media internazioni e nazionali non danno molte notizie in merito a questa catastrofe.
Nello stesso Giappone fanno finta che tutto sia sotto controllo, che tutto vada bene. Assicurano persino che il problema della centrale non impedirà di organizzare nel 2020 l’Olimpiade a Tokyo. In questo caso i giapponesi dimenticano le previsioni degli esperti secondo cui per la eliminzione delle conseguenze dell’avaria a Fukushima, ci vorranno come minimo 40 anni.  È difficile persino immaginare cosa possa avvenire in questo periodo. Stando agli specialisti, è poco probabile che il Giappone riuscirà a fare a meno di un programma internazionale per la tutela e la messa a punto della centrale di Fukushima. Sarà una catastrofe globale, di proporzioni inaudite, se i capi dei governi mondiali, non saranno uniti per contenere questa tragedia tenuta nascosta.
di Erika B.
Redazione Segnidalcielo

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