La navicella da carico russa “Progress M-20M”, che il 3 febbraio scorso si era sganciata dalla Stazione spaziale internazionale, ha terminato il volo autonomo e oggi (11 febbraio) sara’ affondata in una zona deserta del Pacifico.
La navicella porta a bordo circa una tonnellata di rifiuti e di attrezzature varie, evacuate dalla stazione orbitante. Per quanto riguarda vari altri oggetti volanti nello spazio, per ora non esistono sistemi di smaltimento, nonostante che questi oggetti rappresentino un grave pericolo per satelliti e astronauti.
L’umanita’ ha inaugurato l’era spaziale 56 anni fa. Il 4 ottobre 1957 in URSS veniva lanciato il primo satellite artificiale della Terra. Da allora nel cosmo sono state lanciate moltissime sonde e navi pilotate. Tutte esse lasciavano nello spazio una traccia: upper stages, apparecchi diventati incontrollabili, pezzi di rivestimento. Questa spazziatura rappresenta un serio pericolo, rileva l’esperto di politica spaziale dell’Accademia di cosmonautica russa, Andrej Ionin.
Il fatto che la maggior parte di questa spazziatura abbia dimensioni contenute non deve ingannare, perche’ nello spazio gli oggetti viaggiano a velocita’ enorme. Per di piu’, c’e’ da considerare anche la velocita’ relativa.
Ci sono gia’ state situazioni in cui i detriti spaziali si avvicinavano alla stazione spaziale tanto da creare una minaccia reale. Allora gli astronauti si mettevano lo scafandro e passavano nella navicella Soyuz per essere pronti a rientrare sulla Terra nel caso di emergenza. Per ora si e’ riuscito a evitare gli incidenti. Invece gli Space Shuttle americani non sono stati tanto fortunati: e’ gia’ successo due volte che i detriti forassero il rivestimento esterno.
Nel 2006 un pezzo minuscolo di spazzatura spaziale si e’ scontrato con un satellite. Di conseguenza, per alcuni giorni, gli abitanti dell’Estremo Oriente della Russia sono rimasti senza televisione. Considerato che i sistemi di terra dipendono in misura sempre maggiore dai satelliti, in qualsiasi momento la spazzatura spaziale potrebbe creare dei problemi per tutti noi, Eppure, – dice il direttore della rivista “Novita’ della cosmonautica” Igor Marinin, – ne’ in Russia ne’ all’estero non esistono tecnologie che consentano di risolvere il problema della spazzatura spaziale.
L’unica soluzione efficiente e’ quella di non lasciare spazzatura nello spazio. Per esempio, la cosiddetta upper stage, usata per sollevare l’orbita dei satelliti, di solito rimane nello spazio e continua il suo volo. Se si potesse prevedere una maggiore quantita’ di carburante e la possibilita’ di telecomando, allora, in un determinato momento, si potrebbe riportare il modulo nell’atmosfera dove verrebbe bruciato. Cio’ comporterebbe pero’ dei costi piu’ elevati, per tanto non tutti condividono questa idea. Dice Igor Marinin.
Un problema a parte sono i nanosatelliti e i microsatelliti che ultimamente sono diventati di moda. Costano poco. Per certe cose sarebbe piu’ conveniente usare alcuni satelliti piccoli, piuttosto che un unico apparecchio, molto ingombrante e molto costoso. Cio’ e’ l’aspetto positivo della faccenda. Tuttavia, di solito, questi piccoli satelliti hanno una vita molto breve, si rompono facilmente e non possono deorbitare. Quindi, lanciando nano- e microsatelliti mandiamo nello spazio della spazzatura.
Secondo i vari dati, gli oggetti che si trovano nello spazio in volo libero sono da 300 a 600 mila. La meta’ di questi sono vecchi satelliti e pezzi di satelliti. E’ stato calcolato che la quantita’ piu’ grande di spazzatura spaziale (40%) e’ di origine cinese, il 27,5% e’ imputabile agli USA e il 25,5% alla Russia.
Natalja Kovalenko
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