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mercoledì 12 febbraio 2014

La Corrente del Golfo rallenta, aumenta rischio glaciazione

La Corrente del Golfo rallenta, aumenta rischio glaciazione
La Circolazione meridionale Atlantica (Atlantic Meridional Overturning Circulation o AMOC), una delle principali correnti oceaniche mondiali da cui dipende anche la Corrente del Golfo, sta rallentando, un fenomeno che secondo alcuni esperti potrebbe portare a una glaciazione in tempi relativamente rapidi. Lo afferma uno studio del National Oceanography Centre di Southampton pubblicato dalla rivista Ocean Science.
  Lo studio si basa sull’osservazione continua della corrente all’altezza del ventiseiesimo parallelo Nord a partire dall’aprile 2004 all’ottobre 2012 ottenuta combinando le misure di diversi sensori, compresi quelli sottomarini lungo il percorso della Corrente del Golfo. Nei secondi quattro anni del periodo, scrivono gli autori, la Amoc e’ risultata piu’ lenta di 2,7 milioni di metri cubi al secondo, mentre per la Corrente del Golfo la riduzione e’ stata di 0,5 milioni di metri cubi al secondo.
A causare il fenomeno, secondo alcuni ricercatori, potrebbe essere paradossalmente il riscaldamento globale, con lo scioglimento dell’Artico che si ripercuote su tutto il sistema delle correnti oceaniche. Le conseguenze, spiega il climatologo Vincenzo Ferrara (Enea) sul suo profilo Facebook, potrebbero essere disastrose. “Arriva la conferma che la Corrente del Golfo e’ in fase di rallentamento – commenta Ferrara – Questo significa che aumenta il rischio di un nuovo stadiale come lo “Youger Dries” cioe’ di un cambiamento improvviso del clima verso una glaciazione millenaria del nord Europa e di parte dell’emisfero nord. Come dire: glaciazione per eccessiva velocita’ di riscaldamento”. Lo scenario, simile al film ‘The Day After Tomorrow’, non e’ comunque immediato secondo l’esperto.
“La eventuale glaciazione non riguarda noi, il processo e’ lento rispetto alla vita umana, ma molto rapido rispetto ai normali tempi (geologici) del pianeta – precisa Ferrara -. Ti ricordi il film ‘The day after tomorrow’. Quel film era molto velocizzato: il tutto accadeva nel giro di qualche settimana, invece che nel giro di almeno un centinaio di anni. Ma la sostanza e’ piu’ o meno quella”. (AGI) .

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