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L'AMORE DI DIO PER GLI ESSERI UMANI E TENERO COME IL BACIO CHE MARIA DIEDE A GESU APPENA NACQUE Redazione di Loris Paglia

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sabato 15 febbraio 2014

Religioni e vita extraterrestre: un rapporto controverso ancora per poco?


Negli ultimi decenni si è assistito in tutto il mondo al proliferare del numero di dibattiti relativi all’interrogativo se esista vita intelligente extraterrestre. Gli approcci a questa tematica sono i più disparati. Spesso frutto di astruse teorie sugli UFO. Il mondo scientifico ha sempre affrontato con i piedi di piombo la questione. Eguale discorso per le principali religioni che da millenni insegnano ai loro fedeli che nel Creato quello tra l’uomo e la Divinità è un rapporto esclusivo. Qualcosa negli ultimi anni pare tuttavia essersi mosso verso una direzione nuova che potrebbe avere anche risvolti “rivoluzionari”. In Italia, ad esempio, a “rompere il ghiaccio” in merito a questo argomento ci aveva pensato lo scomparso monsignor Corrado Balducci, teologo romano il quale aveva, seppur timidamente, aperto alla possibilità che l’umanità non sia la sola forma di vita intelligente nell’Universo. Lo aveva fatto da uomo di funesChiesa, vale a dire dando alla sua tesi un fondamento teologico tratto dalle Scritture. Mons. Balducci ricordava infatti come nei Salmi sia scritto “Del Signore è la Terra, l’universo e i suoi abitanti” (v. 24:1). Secondo il prelato questa frase starebbe a significare che possano esistere altre forme di vita intermedie tra l’uomo e le intelligenze angeliche. Non solo monsignor Balducci non fu mai smentito, ma nel 2008 il Padre gesuita José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana (l’Osservatorio astronomico vaticano), in una intervista all’ “Osservatore Romano” intitolata L’extraterrestre è mio fratello ribadì anch’egli la possibilità che esistano forme di vita nel Creato oltre all’uomo. “A mio giudizio– affermava Funes – questa possibilità esiste. Gli astronomi ritengono che l’universo sia formato da cento miliardi di galassie, ciascuna delle quali è composta da cento miliardi di stelle. Molte di queste, o quasi tutte, potrebbero avere dei pianeti. Come si può escludere che la vita si sia sviluppata anche altrove?”. Alla domanda se questo non costituirebbe un problema funes_1per la fede il gesuita rispondeva senza esitazione: “Io ritengo di no“ e spiegava: “questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco, se consideriamo le creature terrene come <<fratello>> e <<sorella>>, perché non potremmo parlare anche di un “fratello extraterrestre”? Farebbe parte comunque della creazione”. Funes riprendeva la tesi teologica già proposta da Balducci e richiamante la parabola evangelica della “pecorella smarrita”. “Il pastore – spiegava il direttore della Specola – lascia le novantanove nell’ovile per andare a cercare quella che si è persa. Pensiamo che in questo universo possano esserci cento pecore, corrispondenti a diverse forme di creature. Noi che apparteniamo al genere umano potremmo essere proprio la pecora smarrita, i peccatori che hanno bisogno del pastore. Dio si è fatto uomo in Gesù per salvarci. Così, se anche esistessero altri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell’amicizia piena con il loro Creatore”. Non è forse un caso che la Specola vaticana sia particolarmente attiva nella ricerca di esopianeti (corpi planetari abitati fuori dal sistema solare) nel complesso del Vatican Observatory Research Group in Arizona negli Stati Uniti. Nel 2012 è inoltre uscito, pubblicato dalla casa editrice di area cattolica Queriniana, un testo del teologo tedesco Armin Kreiner (Docente di Teologia Fondamentale alla Facoltà cattolica di Monaco di Baviera) dal titolo Gesù, gli UFO e gli alieni nel quale lo studioso si interroga sul rapporto tra fede e possibilità di vita extraterrestre.
Sposato su un’ottica più “laicista” è invece lo studioso e saggista piemontese Mauro Biglino, che offre un’interpretazione più diretta e meno timida rispetto ad altri, partendo dall’analisi del testo (antico) masoretico (contenuto nelCodex Lenigradensis) da cui è derivata la versione cosiddetta “stuttgartense” della Bibbia oggi in uso nel cristianesimo occidentale (Biblia Stuttgartensia, per intenderci quella che abbiamo in casa). Biglino, che ha Mauro-Biglino-2studiato lingua ebraica nella comunità israelitica di Torino e in passato è stato traduttore per le edizioni San Paolo, fornisce un’interpretazione letterale del testo biblico, mettendo a nudo errori e contraddizioni che svelerebbero una diversa natura dei fatti narrati circa l’origine del genere umano e sul rapporto con Elohim, termine che nella Bibbia viene inteso e tradotto come “il Signore creatore”. Per Biglino, ovvero secondo la sua traduzione e lettura letterale, “Elohim” (forma plurale, con la quale in ebraico si indica convenzionalmente la “divinità”) indicherebbe un insieme di esseri celesti, ma non divini, i quali avrebbero creato l’uomo. Inutile dire come questa lettura abbia suscitato forti polemiche procurandogli perfino minacce alla sua incolumità personale. Ciò nonostante le conferenze che lui tiene periodicamente per presentare i suoi libri, tradotti anche in altri Paesi, sono sempre affollate da un pubblico interessato e partecipe. A noi, che siamo andati ad assistere ad una di esse per conoscerlo e intervistarlo, ha infatti spiegato come il suo ultimo volume Nella Bibbia non c’è creazione (Uno Editori), uscito nel novembre scorso, fin’ora abbia venduto più di ventimila copie. Alcune delle critiche che gli vengono rivolte derivano anche dal fatto che egli abbia dichiarato in passato di essere stato membro della comunità massonica della Gran Loggia d’Italia (la massoneria scozzese). Per questo motivo alcuni detrattori sostengono che egli abbia ricevuto dalla massoneria l’input a pubblicare i suoi libri “eretici” che contraddicono la versione dogmatica
non c'è creazione nella bibbiadella Bibbia. “Niente più sbagliato” chi ha risposto, spiegandoci anzi che “sono alcuni massoni che a volte mi chiamano per tenere delle conferenze interne a porte chiuse perché sono essi stessi che vogliono apprendere i fatti che vado scrivendo e affermando circa la Bibbia”. Ci ha anche spiegato come, pur “smontando” tesi considerate radicate da secoli sui passi biblici, egli non neghi che le religioni “istituzionalizzate” abbiano comunque avuto il merito di creare un corpus di principi etici e morali necessari allo sviluppo della società umana nei millenni. Un altro punto su quale insiste è che la sua (ipo)tesi sulla reale natura degli Elohim, ovvero entità mortali e passionali come (e forse più) della loro creatura, l’uomo, non neghi (in maniera pregiudizievole) il principio creazionistico e quindi teistico. Se infatti gli Elohim hanno creato l’uomo, chi ha creato gli Elohim?

Firma Roberto-MottaRoberto Motta Sosa

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