Polidattilia è il termine col quale si indica la presenza di dita in numero maggiore a cinque per ogni arto. La polidattilia può essere regolare (tutti gli arti hanno lo stesso numero di dita. Foto 1), oppure irregolare ( gli arti hanno numeri diversi di dita). Quando il numero costante di sei è di tutti gli arti, si può usare il termine “esadattilia” ovvero polidattilia a sei dita. Spesso però, i polidattili presentano malformazioni (foto 2). Nella nostra società attuale con cultura occidentale, la polidattilia è considerata dalla scienza, come una malattia accidentale, generata da alterazione genetica. Non potrebbe d'altronde essere riconosciuta come caratteristica normale umana, in quanto andrebbe a cozzare colla teoria evoluzionistica che, non saprebbe dove andare a collocare la polidattilia. In fondo, è facile non considerarli in quanto il numero dei polidattili è estremamente basso. Una certa percentuale nei paesi arabi e in Turchia, in India e in Africa e, in numero maggiore in sud America.
Esiste però una tribù in Ecuador presso la quale tale caratteristica è prominente, la tribù dei Waorani. Esami medici hanno dimostrato che i Waorani non si ammalano mai di cancro, non hanno malattie cardiovascolari, non soffrono di pressione alta o allergie. Nell’immagine sottostante, il soggetto esibisce la sua polidattilia naturale.
Altra popolazione polidattile è quella dei Melugeons, con i quali venne in contatto l’inglese James Needham nel 1673; anche in questo caso l’uomo notò con meraviglia le famose sei dita nelle mani e nei piedi. Negli Usa la polidattilia è stata riscontrata presso gli Amish.
L'astronauta di Kiev
La misteriosa statuetta nota come ‘L’astronauta di Kiev’, è un enigma che non ha ancora incontrato una soluzione certa. L’oggetto è stato rinvenuto in una tomba nella regione siberiana di Altai (vicino alla Cina) e successivamente portato appunto a Kiev. Temporalmente posizionato nel 700 a.C., è realizzato in oro ed attribuito agli Sciiti. Il particolare manufatto rappresenta un umanoide con un’armatura particolarmente aderente; la testa della figura, oltre che un elmo da guerra, può ricordare il casco di un astronauta oppure di un palombaro. Un elemento bizzarro è una sorta di aureola che corre lungo la sommità, quasi che fosse una sorta di area luminosa e non solo una parte ornamentale. Particolare attenzione meritano le ‘giunture’ sui gomiti e la superficie particolarmente decorata sulla parte centrale del corpo (quasi fosse la simulazione di un tessuto morbido e non la parte di un’armatura). Anche l’area di ‘aggancio’ dell’elmo presenta una lavorazione molto accurata, come se l’artista avesse voluto riprodurre con precisione un soggetto esistente. Le proporzioni tra braccia e gambe, rapportandole ad un essere umano, sono errate e associabili ad un altro tipo di primate. Anche la postura è piuttosto insolita per oggetti realizzati in quel periodo e suggerisce autorevolezza e possanza. Resta quindi un mistero aperto, non avendo sufficienti elementi per comprendere se è la raffigurazione di un guerriero danzante oppure memoria di un passato incontro con civiltà extraterrestri. L’analisi merita un’ultima segnalazione: Ha 6 dita. L’oggetto pare essere stato creato come oggetto prezioso e ornamentale e, lo si ipotizza osservando la lavorazione raffinata. Non si comprende quindi, il perché della presenza di sei dita per mano, ipotizzando un eventuale errore. Se invece, come più probabile le sei dita sono intenzionali, allora si rifanno a esseri che avevano sei dita. Va notato poi, che vi è sproporzione tra la dimensione del casco e quindi della testa se si tratta di comune elmo di quel tempo e la dimensione del corpo. La figura si presenta piuttosto come un essere di bassa statura e macrocefalo, esattamente come taluni esseri alieni visti e fotografati sulla Terra. Per giunta, taluni, anche con sei dita. In un testo di rituali, ho notato la sottostante immagine:
Sorprende la notevole somiglianza, la postura e, il campo energetico presente intorno all’essere. Si nota la particolarità degli occhi tipicamente alieni. Teniamo presente che l’immagine riporta una evocazione di entità aliena. Ciò mi fa ipotizzare che la statuetta in oro fosse un oggetto evocativo di entità aliene con sei dita.
La pietà del Moroni
L’antica chiesa di San Giorgio Martire in Fidenza ha ospitato, dal 5 ottobre al 3 novembre 2013, la mostra “Cristo, Figlio di Dio”, promossa dalla Diocesi di Fidenza curata dall’architetto Marco Tombolato. La “Pietà” del maestro Giuseppe Moroni. Si tratta di un olio su carta e tela, che da tempo si trovava custodita nei magazzini diocesani e, pertanto, celata alla pubblica visione. A tanti non è sfuggito un curioso, e per certi versi misterioso, particolare. Infatti il Cristo presenta, nella mano destra, non cinque ma sei dita. Com’è possibile una cosa del genere? Un Cristo polidattile? Perché Moroni lo ha voluto rappresentare così?
Andando a fare una ricerca fra altri episodi simili non emergono notizie di rilievo. E sono davvero pochi i casi analoghi. C’è il “Cristo Risorto in Croce di Sarzana”, opera di Mastro Guitelmo del 1138, che presenta sei dita per piede. Ma qui l’accaduto è già stato da tempo motivato come una conseguenza dei ripetuti restauri (non tutti eseguiti a “regola d’arte”; ma sbagliarsi nel contare le dita, sarebbe troppo!..). A Castelvetrano, invece, nella piccola chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, esiste una statua della Madonna con sei dita nella mano.
Origine della polidattilia
Non ci è dato sapere, quando ebbe inizio la polidattilia; tutto ciò che si conosce è che ad un certo punto essa compare in seno all’umanità. Sicuramente il momento è da porsi molto indietro nel tempo; in quanto tracce di mani e piedi a sei dita sono state trovate da paleontologi, archeologi ecc.
A destare maggiore attenzione, sono stati i ritrovamenti di scheletri a sei dita, appartenenti a uomini giganti. Chi fosse interessato all’argomento giganti:
Secondo Alan Alford, i giganti erano una specie molto longeva e robusta, ma sterile: essa era stata selezionata (manipolazione genetica di cultura aliena) dagli “dèi” affinché i suoi componenti fossero adibiti a lavori come la costruzione di imponenti edifici e lo scavo di gallerie nelle miniere da cui estrarre, in particolar modo, stagno ed oro. Per Alford, gli Olmechi furono un popolo di stirpe negroide che, intorno al XV secolo a.C., si stanziò nell’attuale Messico: essi edificarono Teotihuacan e scolpirono teste, dagli inconfondibili tratti negroidi (naso camuso, labbra carnose), pesanti parecchie tonnellate. Di queste teste di basalto, dall’espressione misteriosa ed accigliata, non si conosce la funzione. Gli archeologi ufficiali affermano che le loro sembianze, tutto sommato, sono riconducibili alla fisionomia degli attuali abitanti del Mesoamerica, discendenti dei Maya. Tracce di giganti a sei dita, sono presenti nella bibbia, col nome di refaim.
Refaim
Tribù o popolo di alta statura. Non si conosce con precisione né il significato né l’origine del nome. Probabilmente si chiamavano refaim perché discendenti di un uomo di nome Rafa. In 2 Samuele 21:16 ricorre l’espressione haRafàh (lett., “il Rafà”): il nome del padre sembra essere stato usato per indicare l’intera stirpe di giganti.
In epoca remota i refaim si erano evidentemente stanziati a E del Mar Morto. I moabiti, che li spodestarono, li chiamavano emim (“cose spaventose”). Gli ammoniti li chiamavano zamzummim (forse da una radice che significa “avere in mente; tramare”). (De 2:10, 11, 19, 20) Quando Chedorlaomer re di Elam si diresse a O per far guerra a cinque re ribelli nei pressi del Mar Morto (prendendo prigioniero Lot), sconfisse i refaim ad Asterot-Carnaim. (Ge 14:1, 5) Quindi a quell’epoca i refaim si trovavano in Basan, a E del Giordano. Poco dopo Dio disse che avrebbe dato ai discendenti di Abraamo la Terra Promessa, che includeva la regione abitata dai refaim. — Ge 15:18-20.
Oltre 400 anni più tardi, quando Israele stava per giungere in Canaan, “il paese dei refaim” si identificava ancora con Basan. Là gli israeliti sconfissero Og re di Basan (De 3:3, 11, 13; Gsè 12:4; 13:12), il solo ‘rimasto di ciò che restava dei refaim’. Non si può dire con certezza se questo significa che era l’ultimo re dei refaim o l’ultimo dei refaim nella regione, dato che poco dopo furono trovati refaim a O del Giordano.
Nella Terra Promessa gli israeliti ebbero delle difficoltà con i refaim, poiché alcuni di loro rimasero nei boschi della regione montagnosa di Efraim. I figli di Giuseppe ebbero paura di scacciarli. (Gsè 17:14-18) Mentre combattevano contro i filistei, Davide e i suoi servitori abbatterono quattro uomini “nati ai refaim a Gat”. Uno di loro era “un uomo di statura straordinaria che aveva sei dita a ciascuna mano e a ciascun piede”. La descrizione della loro armatura indica che erano tutti uomini di alta statura. Uno di questi era “Lami fratello di Golia il gattita”. (1Cr 20:4-8) Questo Golia, ucciso da Davide, era alto sei cubiti e una spanna (quasi 3 m). (1Sa 17:4-7) In 2 Samuele 21:16-22, anziché “fratello di Golia” come in 1 Cronache 20:5, il testo ha “Golia”, e questo potrebbe indicare che c’erano due Golia.
Il termine ebraico refaʼìm ricorre anche in un altro senso nella Bibbia. A volte è chiaro che non si riferisce a un popolo particolare, ma ai morti in generale. Ricollegando questo vocabolo a una radice che significa “cascare, rilassarsi”, alcuni studiosi ritengono che significhi “sprofondati, impotenti”. Nei versetti in cui il termine ha questo significato la Traduzione del Nuovo Mondo lo rende “quelli impotenti nella morte”, e molte altre traduzioni usano espressioni come “defunti” o “trapassati”. — Gb 26:5; Sl 88:10; Pr 2:18; 9:18; 21:16; Isa 14:9; 26:14, 19.
Il gigante di Grenada
Eric Gairy, primo ministro e ministro degli esteri dell'isola di Grenada, è noto perché il 12 ottobre del 1978, tenne un discorso all'assemblea dell'O.N.U. in occasione della trentesima e seconda riunione plenaria, i cui cardini, tra gli altri, furono i seguenti: il Triangolo delle Bermuda, gli oggetti volanti non identificati ed il fenomeno extraterrestre.
Gairy, dopo una serie di avvistamenti di U.F.O. nell'isola di Grenada, cominciò ad interessarsi del tema, chiedendosi che cosa potesse collegare il piccolo stato delle Antille a presunti extraterrestri. Un episodio in particolare cambiò la sua vita: un giorno venne a sapere che alcuni pescatori avevano trovato sulla battigia il corpo senza vita di un essere alto circa tre metri, con il capo incorniciato da lunghi capelli intrecciati. La creatura era di pelle bianca ed aveva sei dita per mano. Lo stesso Gairy, recatosi sul luogo del ritrovamento, potette vedere la salma del gigante che gli parve dimostrare una trentina d'anni. L'essere, stando a Gairy si trattava di un alieno, indossava una tuta aderente di colore blu scuro: l'abito era del tutto privo di cuciture ed era tutt'uno con le calzature. La spiaggia su cui fu rinvenuto il corpo era coperta di rottami metallici di diverse dimensioni. Gairy ordinò di fotografare la creatura e di portarla alla Medical School. Gairy morì il 23 agosto 1997, a Grand Anse, Grenada, dove era ritornato nel 1984, al termine del suo esilio negli U.S.A. Del gigante non si è saputo più alcunché. In questi ultimi anni, a possibile conferma della singolare scoperta compiuta a Grenada, si possono citare gli esseri con sei dita per mano descritti da supposti rapiti. "Sono biondi, di alta statura, con pupille chiare e verticali, attaccatura dei capelli molto alta, vestiti con una specie di camicione bianco e, di solito, con un medaglione appeso al collo e riportante strani segni triangolari". L’esadattilia, è stata spesso riscontrata anche nei ritrovamenti di scheletri, ad esempio nel 1981 in Arizona e nel 1895 in Irlanda.
In Cile, a Cueva Milodon, esiste un petroglifo scolpito dentro una caverna, che rappresenta un Gigante con sei dita; le stesse incisioni sono riportate dal popolo del Pueblo, insieme a tutta una serie di impronte e piedi disegnati sempre con sei dita. La descrizione di questa strana caratteristica fisica, è rintracciabile in centinaia di culture, racconti, incisioni, statue di divinità, dal più remoto passato fino ai nostri giorni. William Rutledge, parlando della missione di recupero Apollo 20, menziona un umanoide con sei dita; nel famoso filmato dell’autopsia aliena si nota come la figura distesa sul lettino possegga sei dita per mano e sei dita per piede; nel pannello mostrato tra i presunti detriti di Roswell si notano incisioni di mani con sei dita; molti testimoni di incontri ravvicinati parlano di creature con sei dita, e lo stesso accade nelle registrazioni delle sedute alle quali si sottopongono le vittime di rapimenti alieni. Allo stesso modo molte raffigurazioni Sumere rappresentano personaggi con sei dita, gli Anunnaki presentano sei dita così come gli Oannes; tutte coincidenze? Perché tutte le tracce scoperte fino ad oggi debbono necessariamente appartenere al mito?
Conclusione:
Alcuni ritrovamenti di giganti con sei dita: 1895: nel corso di attività minerarie nella contea di Antrim, in Irlanda, venne alla luce un gigante fossilizzato. L'altezza era di 3,70 metri, e il piede destro presentava sei dita. California 1810: rinvenuto lo scheletro di un gigante che presentava sei dita ai piedi e un cranio di proporzioni abnormi. Braystown (Tennesse): intorno al 1810 vennero rinvenute orme di piedi umani dalle incredibili proporzioni e con sei dita. Alla luce di queste e altre numerose prove, sono propenso a ritenere che la polidattilia non sia frutto di un errore o di una malattia ma, una precisa traccia genetica presente in seno all’umanità. Ne sarebbero certamente stati portatori i giganti; ma essendo questi una creazione di esseri alieni a loro superiori, ne consegue che, così come dimostrano le testimonianze, altre presenze aliene manifestano polidattilia. La polidattilia ostacola la teoria evoluzionistica, in quanto non vi è contesto logico nel quale inserirla; pertanto è stata emarginata nella mitologia. A parere mio costituisce prova di intervento alieno sul genere umano.