
Apprendiamo dal sito Basta!, che ha realizzato una piccola inchiesta sulla questione di una strana clinica, diretta dal Commissariato per l’energia atomica di Grenoble. In tale clinica, si lavora sulle applicazioni delle nanotecnologie nel campo delle neuroscienze, quindi si studiano le possibili applicazioni per la cura delle malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.
Ma è difficile sapere cosa succede veramente, anche perchè, cosa davvero strana, la clinica Clinatec si trova al di fuori di una normale struttura ospedaliera, su un terreno del Commissariato per l’energia atomica, alcuni edifici del quale sono soggetti al segreto militare. E’ decisamente strano che si faccia ricerca biomedica al di fuori di un ospedale in condizioni così poco trasparenti. Forse, si chiede Agnés Rousseaux, dietro gli studi di applicazioni apparentemente benefiche si celano le sperimentazioni che potrebbero portare alla realizzazione dell’uomo bionico del futuro, pieno di elettrodi e sorvegliato dai sensori (lo schiavo perfetto insomma).

A nostro giudizio per capire meglio dove costoro vogliono arrivare è opportuna la lettura dell’articolo microchip e grande fratelllo orwelliano e gli altri sotto l’etichetta microchip presenti su questo sito.
Da notare che anche in Italia ci si muove in direzioni vagamente simili in quanto è attivo un progetto il cui obiettivo è:
realizzare nanoparticelle (NPs) in grado di attraversare la barriera emato-encefalica per raggiungere il cervello, sede principale della malattia di Alzheimer. Alle nanoparticelle verranno legate molecole in grado di riconoscere (diagnosi) e distruggere (terapia) le placche amiloidi che si depositano nel cervello in tale malattia. L’efficacia delle NPs sarà alla fine verificata su modelli animali della malattia (ratti transgenici).
Da notare che anche in Italia ci si muove in direzioni vagamente simili in quanto è attivo un progetto il cui obiettivo è:
realizzare nanoparticelle (NPs) in grado di attraversare la barriera emato-encefalica per raggiungere il cervello, sede principale della malattia di Alzheimer. Alle nanoparticelle verranno legate molecole in grado di riconoscere (diagnosi) e distruggere (terapia) le placche amiloidi che si depositano nel cervello in tale malattia. L’efficacia delle NPs sarà alla fine verificata su modelli animali della malattia (ratti transgenici).
Davvero possiamo credere a quanto affermato sul sito che presenta tale progetto, ovvero che:
Queste nanoparticelle possiedono numerosi requisiti, che le rendono uniche nell’ambito diagnostico e terapeutico. Tra le caratteristiche si segnalano alta biocompatibilità, bassa immunogenicità, assenza di tossicità, biodegradabilità, stabilità e facilità di preparazione.
Queste nanoparticelle possiedono numerosi requisiti, che le rendono uniche nell’ambito diagnostico e terapeutico. Tra le caratteristiche si segnalano alta biocompatibilità, bassa immunogenicità, assenza di tossicità, biodegradabilità, stabilità e facilità di preparazione.
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