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L'AMORE DI DIO PER GLI ESSERI UMANI E TENERO COME IL BACIO CHE MARIA DIEDE A GESU APPENA NACQUE Redazione di Loris Paglia

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mercoledì 30 ottobre 2013

Ufo, un documento del Seicento rivela presenze aliene in Giappone. VIDEO

Una barca sferica, una donna con un ricevitore, iscrizioni con simboli sconosciuti. Gli esperti lo hanno finalmente analizzato. Straordinarie rivelazioni




Si può parlare di un incontro tra giapponesi e alieni avvenuto secoli fa? Adesso sì. Documenti ritenuti fino a qualche tempo fa solo fantastici, oggi sono stati analizzati da persone esperte e si è scoperto che descrivono incontri ravvicinati con alieni. Il documento giapponese più importante su una visita di extraterrestri in Giappone s’intitolaHyouryuukishuu (“Diario e racconti dei naufraghi”) che è stato stampato nel corso del tardo periodo Edo (1603-1868) ed è conservato nella Biblioteca Iwase Il racconto più interessante s’intitola "Incontro ravvicinato in spiaggia giapponese", tradotto da Kazuo Tanaka. Vi è la narrazione di una barca sferica (altezza 3,3 e larghezza 5,4 metri) costruita con materiale simile al legno e ferro, con il colore del legno di sandalo rosso, le finestre di vetro o cristallo, e, sulla parete interna, simboli e iscrizioni sconosciuti, spiaggiata a Harashagahama a Hitachi-no-kuni (l’attuale prefettura di Ibaraki). All'interno della barca c'è una donna elegantemente vestita, con la pelle bianca, capelli rossi e bianchi, che parla una lingua strana e metallica  e gelosamente custodisce una scatola che, come la barca, hanno simboli sconosciuti.
Dr. Kazuo Tanaka dell'Università di Gifu ha studiato questa storia e ha concluso che quasi sicuramente la donna e la barca erano extraterrestri.
Il documento mostra una porzione di testo che si trova all’interno della nave. Purtroppo ancora oggi nessuno è riuscito a capire il significato di quelle iscrizioni anche se alcuni, aiutandosi con gli ideogrammi giapponesi, hanno affermato che l’iscrizione ha il seguente significato: “Io sono Dio e vengo col vascello di Dio”.
La narrazione è corredata di illustrazioni inequivocabili. E', infatti, effigiato il classico U.F.O. con la parte inferiore contraddistinta da una raggiera, mentre nella calotta si notano delle probabili aperture quadrettate. La visitatrice ha il volto di una giovane nipponica, evidentemente per una naturale inclinazione dell'illustratore a ricondurre fattezze aliene a qualcosa lui familiare. La scatola che la donna stringe secondo alcuni studiosi potrebbe essere uno strumento per comunicare.  
 E’ interessante sapere che in un’altro caso UFO sono stati visti simboli molti simili a quello dello spiaggiamento giapponese, l’avvistamento e’ soprannominato “Incidente della foresta di Rendlesham“, dove molto vicino ad una base britannica della US Air Force nella notte del 26 dicembre del 1980 un soldato della base aerea statunitense di Woodbridge che faceva una ronda di servizio vide una luce rossa particolarmente forte che sembrava provenire dalla vicina foresta di Rendlesham. Vennero così inviati il sergente James Penniston e gli avieri John Burroughs ed Edward Cabansag. Il tenente colonnello Halt inviò un rapporto sui fatti al Ministero della Difesa britannico, da poco desecretati dove si vede un simbolo triangolare con cerchi di fattezze molto simili a quello riportato sul libro giapponese.


Hyouryuukishuu: un altro incontro UFO nella storia nipponica


La Biblioteca Iwase Bunko è in possesso di un documento intitolato Hyouryuukishuu ( “Diario e racconti dei naufraghi”), che è stato stampato nel corso del tardo periodo Edo (1603-1868). Il documento racconta le storie di marinai giapponesi che si trovarono in terre straniere dopo essersi persi in mare, così come stranieri naufraghi approdati sulle spiagge del Giappone. Per il popolo giapponese, che all’epoca viveva in un prolungato periodo di isolamento nazionale, questi racconti esotici devono essere sembrati molto fantastici.Ma oggi queste storie sono state ristudiate e tra queste storie vi è il racconto di una nave naufragata, con un aspetto molto misterioso.Secondo il documento, questa nave è spiaggiata a Harashagahama a Hitachi-no-kuni (l’attuale prefettura di Ibaraki).



Il corpo della nave, descritta come 3,3 metri di altezza e 5,4 metri di larghezza, era stato costruito da materiale simile al colore del legno di sandalo rosso e ferro ed era dotato di finestre di vetro o cristallo. Personaggi misteriosi ed un alfabeto sconosciuto sono stati trovati in iscrizioni all’interno della nave.A bordo della nave alla deriva fu trovata una donna giovane elegantemente vestita con un viso pallido con sopracciglia e capelli rossi, fu stimato essere tra i 18 ei 20 anni. Fu scritto che parlava una lingua sconosciuta, metallica, tanto che quelli che aveva incontrato non erano in grado di determinare da dove fosse venuta. Tra le sue braccia stringeva una semplice cassa luminosa simil legno che sembrava essere di grande valore per lei, alpunto da non permettere a nessuno di avvicinarvisi. Il documento mostra una porzione di testo che si trova all’interno della nave (foto).


Altri documenti del periodo Edo descrivono le varianti dettagliate di questo misterioso incontro. Toen Shousetsu (1825), nel libro Kyokutei Bakin (che è più famoso per i suoi 106 volumi di epica samurai Nansou Satomi Hakkenden) racconta la storia dell’incontro stesso, riferendosi alla strana imbarcazione come il utsuro-fune ( “nave lievitante vuota”). Un’altra variante di questo racconto appare in Ume no Chiri (1844), scritto da un autore relativamente sconosciuto chiamato Nagahashi Matajirou. ” Un’analisi approfondita di queste due varianti della storia si possono trovare in un articolo tradotto da Kazuo Tanaka intitolato “Incontro ravvicinato su una spiaggia giapponese nel 1803. Questo racconto è il secondo ufficiale che sta riscuotendo un interesse nazionale per i sui dettagli sul fenomeno ufo giapponese.









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