LA SCIENZA TENTA DI CAPIRE COME PENSANO GLI EXTRATERRESTRI
Nell'attesa che un giorno l'umanità entri finalmente in contatto con una eventuale civiltà extraterrestre, alcuni scienziati credono che l'intelligenza aliena sia un argomento da studiare più in profondità. Il primo contatto, potrebbe essere molto più problematico del previsto, dato che i fratelli galattici potrebbero avere comportamenti e percezioni a noi totalmente estranei... e viceversa!
Secondo il parere di alcuni scienziati, il primo contatto con una civiltà extraterrestre potrebbe avvenire entro i prossimi cinquant’anni.
Tuttavia, l’incontro con intelligenze aliene, fiorite ed evolutesi su pianeti molto diversi dalla Terra, potrebbe essere molto più traumatica di quanto si creda.
Potremmo imbatterci in esseri con un intelligenza completamente diversa dalla nostra, con sistemi etici per noi inaccettabili e con modalità di comunicazione totalmente incompatibili con i nostri. Insomma, la vita extraterrestre potrebbe essere al di là della comprensione umana.
Aumentando la consapevolezza che il primo contatto sia una possibilità tutt’altro che remota, un gruppo di scienziati ha cominciato a riflettere in maniera più approfondita su come affrontare questa esperienza potenzialmente inconcepibile.
“Potremmo trovarveli davanti a noi, senza essere in grado di riconoscerli”, spiega Lord Martin Rees, presidente della Royal Society ed astronomo di Sua Maestà Britannica. “Il problema è che stiamo cercando qualcuno di molto simile a noi, ammesso che abbiano qualcosa come la nostra stessa matematica e tecnologia.
Il sospetto è che ci potrebbe essere vita e intelligenza nel cosmo, in forme che non siamo in grado di concepire. Proprio come uno scimpanzé che non può capire la teoria quantistica, potrebbero esserci aspetti della realtà che vanno oltre la capacità del nostro cervello”.
Anche la fisiologia di un alieno potrebbe essere molto diversa. Non si può escludere che un extraterrestre potrebbe avere quattro arti, invece che due. Ma è anche possibile che possano avere decine di tentacoli, a seconda dell’ambiente evolutivo.
Ma la domanda fondamentale è: come possiamo veramente misurare il funzionamento di una mente aliena? Sembra un compito complicato, sopratutto considerando il fatto che non riusciamo ancora ad afferrare completamente la mente umana. Forse, per addentrarci all’interno di una mente aliena, dobbiamo semplicemente smettere di pensare come gli esseri umani.
Un nuovo documento, pubblicato su Acta Astronautica del mese di febbraio, propone un esercizio preliminare allo scopo di costringerci a pensare al di fuori degli schemi umani. L’esercizio si chiama COMPLEX (Complexity of Markers for Profiling Life in Exobiology).
Il progetto mette in comparazione diverse intelligenze non umane, come quelle degli animali, dei microbi e delle macchine, e diverse categorie di comportamento e capacità mentali. “L’obiettivo del COMPLEX sarebbe quello di prepararci alla valutazione di altre specie che potremmo trovare nello spazio”, spiega Denise Herzing, autrice dello studio e biologa presso la Florida Atlantic University.
La ricerca potrebbe rivelarsi fondamentale per l’astrobiologia, la quale si basa prevalentemente sulla comprensione dei terrestri per valutare ciò che c’è sugli altri pianeti.
“Abbiamo utilizzato principalmente due metodi per valutare le intelligenze”, spiega la Herzing. “Il primo si basa sulla valutazione fisica dell’infrastruttura biologica del cervello. La seconda è una valutazione cognitiva che solitamente richiede esperimenti e prove sviluppate da esseri umani, sulla base della convinzione di avere competenze superiori”.
“Naturalmente, ogni specie è intelligente nella misura in cui riesce a sopravvivere nel suo ambiente”, continua la biologa. “Ma altre specie potrebbero avere tipi di intelligenza, determinati della struttura cerebrale e dagli ambienti fisici, complesse come la nostra, ma diverse dalla nostra. Ad esempio, creature complesse senza mani probabilmente non creerebbero cose allo stesso modo degli esseri umani”.
Certamente, la nostra capacità di utilizzare ciò che è presente nel mondo fisico, dalla pietra per le piramidi, al silicio per i nostri computer, è un’opportunità incredibile non posseduta da nessun altro organismo terrestre. Ma la meraviglia ingegneristica di un termitaio, con tanto di regolazione termica, ventilazione, coltivazioni e giardini, ci dice che intelligenze aliene come quelle degli insetti, sono capaci di altrettante straordinarie opere.
“Penso che un giorno potremmo essere in grado di vedere noi stessi come una delle tante specie che si è evoluta con alcune specialità, come il linguaggio vocale e la manipolazione delle cose, piuttosto di considerarci come l’unica specie intelligente del pianeta Terra”, dice la Herzing.
“In realtà, non abbiamo fatto un buon lavoro nel riconoscere altre forme di vita terrestri intelligenti, così come altre culture umane e non umane. Se ci sfidiamo con domande e riflessioni fuori dalla nostra logica umana, tralasciando i nostri pregiudizi, penso che un giorno potremo almeno dare una sbirciatina dietro l’angolo”, conclude la ricercatrice.
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