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venerdì 14 marzo 2014

TEOTIHUACAN: LA PIRAMIDE DEL SOLE RISCHIA DI CROLLARE COME UN CASTELLO DI SABBIA

Brutte notizie dal Messico: la grande Piramide del Sole di Teotihuacan, Messico, rischia di collassare su se stessa in breve tempo. L'integrità strutturale della piramide è compromessa dal diverso grado di densità rilevato nei vari punti della costruzione. Gli esperti sono al lavoro per trovare una soluzione.
Teotihuacan

E’ una delle più grandi opere monumentali mai costruite dall’uomo. La Piramide del Sole rappresentava il cuore della più grande città dell’America precolombiana.
Al massimo del suo splendore, Teotihuacan contava una popolazione di circa 125 mila abitanti, dato che la rendono la città più popolosa dell’antichità.
Anche la Piramide è di per sé tra le più grandi al mondo: il suo interno è realizzato come un grosso tumulo di Terra, mentre l’esterno è ricoperto da quasi 3 milioni di tonnellate di roccia vulcanica.
Dal 2010 al 2013, Arturo Menchaca, ricercatore dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), ha studiato l’interno della piramide utilizzando i muoni, particelle sub-atomiche che possono passare attraverso la maggior parte dei materiali, ma che subiscono una deviazione quando incontrano quelli più densi.
Ciò significa che tenendo traccia dei muoni è possibile creare una rappresentazione tridimensionale della piramide e del suo interno. A tale scopo, la squadra di Menchaca ha collocato una serie di rivelatori di muoni alla base del centro della piramide, in un tunnel che corre sotto di essa.
Come riporta newscientist.com, la squadra aveva come obiettivo quello di trovare camere interne, come è avvenuto per la vicina Piramide della Luna, la quale contiene diverse camere sepolcrali. E invece, la rilevazione ha evidenziato un problema abbastanza preoccupante: la densità dei materiali su un lato della piramide è almeno del 20 per cento inferiore rispetto all’altro.
“La piramide rischia di crollare se non si interviene”, dice Menchaca, il quale ha presentato i suoi risultati nel corso di una conferenza su Teotihuacan tenuta il mese scorso alla UNAM. Menchaca ritiene che la differenza di densità sia causata dall’essiccazione più pronunciata dei materiali esposti a sud.
Il ricercatore paragona la piramide ad un castello di sabbia: “Se voglio costruire un castello di sabbia, utilizzo sabbia leggermente umida. Se lo lascio esposto al sole, quando toccherò il castello ormai asciutto, allora collasserà sotto il suo stesso peso”, spiega Menchana nel suo studio.
Certamente, la piramide non è sul punto di crollare adesso. Tuttavia, secondo il ricercatore, bisogna agire ora, prima che sia troppo tardi. Le opinioni sul tipo di intervento per salvare la piramide sono diverse. Menchaca suggerisce di umidificare il lato esposto a sud.
Però, il vero problema potrebbe essere il lato con l’acqua in eccesso, come ritiene Alejandro Sarabia, direttore del sito archeologico di Teotihuacan. “Alcuni decenni fa è stato aggiunto del cemento tra le pietre di copertura della piramide”, spiega Sarabia. “L’intervento ha offerto maggiore stabilità e ostacolato la crescita della vegetazione.
Dall’altra parte, impedisce l’evaporazione dell’umidità in eccesso determinata dalle infiltrazioni d’acqua”. Sarabia ha rivelato che gli archeologi hanno intenzione di sostituire il cemento con materiali più idonei, come la sabbia di fiume.

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