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venerdì 26 ottobre 2012

Scienziati lanciano allarme: il ghiaccio artico si sta sciogliendo ad una velocità “sorprendente”.

Scienziati lanciano allarme: il ghiaccio artico si sta sciogliendo ad una velocità “sorprendente”.


Gli scienziati dall’Artico ci stanno avvertendo che lo scioglimento da record di quest’estate è parte di una tendenza all’accelerazione con profonde implicazioni.
I ricercatori norvegesi riportano che il ghiaccio marino sta diventando significativamente più sottile e più vulnerabile. Il mese scorso, il disgelo annuale del ghiaccio galleggiante della regione ha raggiunto il livello più basso da quando è cominciato il rilevamento satellitare, più di 30 anni fa. Si pensa che la dimensione del declino possa anche condizionare il clima europeo. Lo scioglimento è destinato a continuare per almeno un’altra settimana – il picco viene normalmente raggiunto a metà settembre – mentre le temperature qui rimangono sopra lo zero.
L’Istituto Polare Norvegese (IPN) è all’avanguardia della ricerca nell’Artico ed il suo direttore internazionale, Kim Holmen, ha detto alla BBC che la velocità di scioglimento è stata più rapida del previsto. “E’ un cambiamento più grande di quanto potessimo persino immaginare 20 anni fa, persino 10 anni fa”, ha detto il Dr Holmen. “E ci ha colti di sorpresa, quindi dobbiamo adattare la nostra comprensione del sistema e la nostra scienza e dobbiamo adattare la nostra percezione della natura intorno a noi”.
L’Istituto ha schierato il proprio rompighiaccio, il Lance, alla ricerca delle condizioni fra la Svalbard e la Groenlandia – la via principale attraverso la quale il ghiaccio scorre via dall’Oceano Artico. Durante una visita al port, uno degli scienziati coinvolti, il Dr. Edmond Hansen, mi ha detto di essersi “sorpreso” dalla dimensione e dalla rapidità dello scioglimento di quest’anno. “Come scienziato, so che questo è senza precedenti in almeno 1500 anni. E’ veramente sorprendente, è un enorme e drammatico cambiamento nel sistema”, ha detto il Dr. Hansen. “Questo non è un fenomeno di breve durata, è una tendenza in corso. Si perde sempre più ghiaccio ed è in accelerazione. Si possono semplicemente guardare i grafici, le osservazioni, e si può vedere cosa sta accadendo”.
Ghiaccio più sottile.
Ho intervistato il Dr. Hansen mentre il Lance era attraccato alla stazione Artica norvegese  Ny-Alesund sulle Svalbard. I dati chiave sul ghiaccio vengono dai satelliti ma anche da misurazioni fatte con una gamma di tecniche diverse, un mix di vecchie e nuove tecnologie sfruttate per aiutare a rispondere alle domande ambientali chiave della nostra era.
I norvegesi organizzano spedizioni sul ghiaccio galleggiante per fare carotaggi per determinarne l’origine. E dai primi anni 90 hanno installato boe specialistiche, ancorate al fondo del mare, che usano dei sonar per fornire un flusso quasi costante di dati sul ghiaccio soprastante. Un dispositivo elettromagnetico come un Uccello EM è stato fatto volare, sospeso sotto ad un elicottero, per lunghe scansioni sul ghiaccio. Gli strumenti a forma di siluro raccolgono i dati sulla differenza fra il livello dell’acqua marina sotto il ghiaccio e la superficie del ghiaccio stesso. Per mezzo di transetti volanti sul ghiaccio, emerge un quadro del suo spessore.
I dati più recenti sono ancora in corso di elaborazione ma uno degli specialisti dell’istituto, il Dr. Dr Sebastian Gerland, ha detto che sebbene le condizioni varino di anno in anno, uno schema è chiaro. “Nella regione in cui lavoriamo possiamo vedere una tendenza generale al ghiaccio più sottile, nel Fram Strait ed in alcune stazioni costiere”. Dove il ghiaccio scompare per intero, la superficie perde la sua normale bianchezza riflettente, che rispedisce indietro nello spazio gran parte della radiazione solare, e viene sostituita da acqua più scure che invece assorbono più calore. Secondo il Dr. Gerland, un ulteriore riscaldamento può avere luogo se il ghiaccio rimane in uno stato molto più sottile. “Ciò significa che c’è più luce che penetra attraverso il ghiaccio. Ciò dipende dalla copertura di neve, ma una volta che si è sciolta la luce può attraversarlo”, ha detto il Dr Gerland. “Se il ghiaccio diventa più sottile, più luce penetra, e quella luce può scaldare l’acqua”.
Le previsioni più caute dicono che l’Artico potrebbe rimanere libero dal ghiaccio in estate dal 2080 0 2090. Ma di recente molte stime per questo scenario sono state portate avanti. Le prime ricerche che investigano le implicazioni suggeriscono che una riduzione massiccia del ghiaccio marino è probabile che abbia un impatto sull’andamento del Jet Stream (Corrente a Getto), il vento d’alta quota che guida i sistemi meteorologici, comprese le tempeste.
La direzione e la velocità del jet stream è governato dalla differenza di temperatura fra i tropici e l’Artico, quindi un cambiamento nella scala osservato ora potrebbe essere sentito in Europa ed oltre. Kim Holmen del NPI ha spiegato come potrebbe funzionare la connessione. “Quando l’Artico è libero dal ghiaccio non è più bianco ed assorbirà più luce solare, e questo cambiamento influenzerà i sistemi del vento e dove arriveranno le precipitazioni. Per l’Europa del nord potrebbe significare molte più precipitazioni, mentre l’Europa del sud diventerà più secca, quindi ci sono cambiamenti su larga scala su tutto il continente”.
Questa valutazione si riflette nel lavoro del Centro Europeo per le Previsioni Meteo a Medio Termine, che ha sede nella città Britannica di Reading. Il direttore generale del centro, Alan Thorpe, ha detto che il collegamento fra lo scioglimento dell’Artico ed il tempo in Europa era complicato ma che ora è il soggetto della ricerca. “Dove il ghiaccio marino dell’Artico si riduce in estate – e se abbiamo temperature di superficie più calde della media nell’Atlantico nord occidentale – questi due fattori insieme portano le tempeste ad essere deviate sul Regno Unito in estate, che non è la situazione normale e porta ad estati più brutte”. Ma la ricerca è ai suoi stadi iniziali. Per la scienza, l’Artico in sé è difficile da decifrare. Gli effetti del suo rapido scioglimento sono anche più difficili.


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