L’uomo potrebbe essere in grado di prevedere, adattarsi e reagire a un fenomeno incombente, come se avvertisse cosa sta per accadere. E’ la conclusione delle riceche di un team accademico che ha rilevato la consistenza di misurazioni fisiologiche in 26 soggetti.
Un senso in più, una capacità di avvertire che qualcosa sta per accadere, preparare mente e corpo al futuro imminente e reagire nel modo più approriato prima che questo diventi presente. Una facoltà che potrebbe presto essere derubricata dall’albo del paranormale per accedere a quello delle scienze. Gli esseri umani potrebbero avere un “sesto senso”, non collegato a organi sensoriali, o forse almeno non ad uno solo, dall’origine ancora ignota, ma reale e funzionante. E’ questa la conclusione di una ricerca condotta da tre scienziati, la specialista in neuroscienze Julia Mossbridge della Northwestern University, Patrizio Tressoldi, dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova, e Jessica Utts, statistica all’Università di Irvine in California. Lo studio è stato pubblicato su Frontiers in Perception Science.
Un senso in più, una capacità di avvertire che qualcosa sta per accadere, preparare mente e corpo al futuro imminente e reagire nel modo più approriato prima che questo diventi presente. Una facoltà che potrebbe presto essere derubricata dall’albo del paranormale per accedere a quello delle scienze. Gli esseri umani potrebbero avere un “sesto senso”, non collegato a organi sensoriali, o forse almeno non ad uno solo, dall’origine ancora ignota, ma reale e funzionante. E’ questa la conclusione di una ricerca condotta da tre scienziati, la specialista in neuroscienze Julia Mossbridge della Northwestern University, Patrizio Tressoldi, dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova, e Jessica Utts, statistica all’Università di Irvine in California. Lo studio è stato pubblicato su Frontiers in Perception Science.
Facoltà e coincidenze. L’uomo sarebbe in grado di predire il futuro quel tanto che basta per proteggersi. Julia Mossbridge ha analizzato 26 studi psicologici non specifici sull’argomento, con dati recenti e altri meno – alcuni risalgono al 1978 – raccolti nell’arco di una lunga ricerca. I test effettuati hanno dimostrato che i soggetti in analisi manifestavano variazioni importanti nel battito cardiaco, nell’attività cerebrale e nelle misurazioni elettriche della pelle fino a 10 secondi prima di ricevere uno stimolo indotto. Come se avvertissero che da lì a pochi istanti avrebbero visto o sentito qualcosa. Secondo la studiosa, i risultati sono interessanti perché quei 26 studi erano stati condotti per altri motivi che non la rilevazione dell’esistenza di un presentimento. Eppure manifestavano analogie nei dati poi riscontrati, e secondo un calcolo delle probabilità della stessa Mossbridge, una coincidenza del genere avrebbe una possibilità su 400 miliardi di verificarsi in questo modo.
Più nel dettaglio, per stimoli di uno o due tipologie indotti in modo da renderli imprevedibili e destinati a produrre effetti fisiologici post-stimolo diversi, la ricerca ha individuato che in questi 26 casi la “direzione” dell’attività fisiologica pre-stimolo era la medesima di quella registrata dopo lo stimolo. Come se i soggetti avessero “sentito” cosa stava per accadere, producendo un effetto anticipatorio. Gli studi analizzati consistevano di due paradigmi: stimoli neutrali contro eccitazione provocata, e test di domanda-risposta con verifica immediata, il classico giusto-sbagliato. Tra le variabili in esame, attività elettrica della pelle, battito cardiaco, pressione sanguigna, dilatazione delle pupille, attività elettroencefalografica, e livello di ossigeno nel sangue. L’effetto riscontrato è stato valutato come ampiamente maggioritario, con una ampia casistica di reazioni combacianti, che è risultata maggiore in esperimenti più dettagliati. Una controcasistica adatta a ridurre l’importanza del dato è stata calcolata in 87 casi.
Ma a questo punto, secondo gli scenziati, sembra più interessante indagare nell’altro senso, non per confutare ma cercando spiegazioni a quanto osservato: “Altri esperimenti vanno condotti, in condizioni diverse e specifiche”, fanno sapere i ricercatori. Che frenano sul paranormale, categoria del resto coniata per catalogare fatti osservati non riconducibili a una spiegazione scientifica: “La causa di questa attività anticipatoria”, sottolineano gli scienziati, “rientra indubbiamente nell’ambito dei processi fisici naturali, e non in quelli paranormali e soprannaturali”. E però, concludono, “l’origine del fenomeno è ancora da determinare”.
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