U.F.O. ROMA

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L'AMORE DI DIO PER GLI ESSERI UMANI E TENERO COME IL BACIO CHE MARIA DIEDE A GESU APPENA NACQUE Redazione di Loris Paglia

U.F.O.ROMA DI LORIS PAGLIA

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venerdì 22 novembre 2013

Islanda, terra di elfi e di leggende

Una nuova strada renderà presto più semplice percorrere la penisola di Álftanes, inIslanda. La striscia di asfalto dovrà tagliare l’area di Gálgahraun, un’ampia e suggestiva distesa di rocce vulcaniche coperte da licheni: gli operai sono già al lavoro per spianare le creste prodotte da antiche eruzioni. Il progetto, però, è fortemente osteggiato dagli Hraunavinir- “Gli amici della Lava”- mossi principalmente da motivazioni  ambientali. Ma non solo.


IL PAESAGGIO LAVICO DI GÀLGAHRAUN

Secondo Ragnhildur Jónsdóttir, tra le promotrici dei picchetti per impedire la costruzione della strada, oltre a distruggere alcune delle più sorprendenti formazioni laviche che caratterizzano questo paesaggio unico nel suo genere, il lavoro delle ruspe scatenerà anche la vendetta degli abitanti soprannaturali di questa landa desolata. Ovvero, degli elfi  che da queste parti vengono chiamati huldufolk, il popolo nascosto”.

Una delle rocce dalla forma più bizzarra, destinata ad essere rimossa per far posto all’asfalto, sarebbe addirittura la chiesa nella quale questi piccoli esseri si radunerebbero. “Non appena l’ho vista, ho sentito un’energia speciale. Non può essere un caso se io e un altro attivista, osservando in momenti diversi proprio quella roccia, una tra un milione, abbiamo subito pensato che fosse la chiesa degli elfi”, dice al magazine The Atlantic la signora dal volto paffuto e dai lunghi capelli grigi raccolti in una treccia. “Se la strada verrà costruita e quel masso distrutto, bè, potrebbero accadere fatti molto sgradevoli…”

Sembrerà strano, ma non è l’unica- da queste parti- a credere all’esistenza del “popolo nascosto”. Un sondaggio del 1998 ha appurato che il 54,4 % degli Islandesi è convinto che gli Elfi siano reali. Nel 2000, il professor Valdimar Hafstein- ora docente di Folklore presso l’Università di Islanda- ha pubblicato un articolo su una rivista di settore dal titolo“Il punto di vista degli Elfi”. Insomma, una questione seria. “Se fosse solo una vecchia matta a parlare di questi amici invisibili, sarebbe una barzelletta. Ma qui è la gente, da centinaia di anni, a parlarne. Fa parte della nostra Nazione”, spiega Ragnhildur Jónsdóttir.

Per la prima volta, la parola alfar, da cui poi è derivato il termine elfo, compare in un poema di epoca vichinga verso il 1000 d.C., ma il testo non contiene spiegazioni su questi esseri. Le leggende incominciarono a diffondersi soprattutto a partire dal XVI secolo, arricchendosi via via di dettagli. E come spiega Jacqueline Simpson, professore dell’Università di Chichester, in Gran Bretagna, gli elfi della tradizione islandese non hanno nulla a che vedere con i piccoli aiutanti di Babbo Natale.


GLI ELFI DEL FILM "IL SIGNORE DEGLI ANELLI"

A differenza delle creature fatate di matrice anglosassone, infatti, i  componenti dell’huldufolk sono molto simili agli esseri umani, di cui condividono aspetto e comportamenti. “Ti devi avvicinare molto, per essere sicura che non siano degli uomini”, dice la studiosa, che ha anche scritto un libro sulle leggende islandesi. “Quando si fanno vedere, indossano abiti tipici di due secoli fa, ovvero dell’epoca nella quale si sono formati molti dei racconti su di loro.”

 Nell’articolo scritto dal professor Hafstein, troviamo qualche indicazione in più sul loro stile di vita:”Come noi, allevano il bestiame, tagliano il fieno, viaggiano in barca e raccolgono frutta nel bosco. Come gli umani, anche loro hanno sacerdoti e sceriffi. E vanno a messa la domenica“. Sulle dimensioni, però, non c’è accordo: possono variare da pochi centimetri fino a tre metri. Ma i testimoni che dicono di averli visti affermano che i tipi più comuni sono due: uno di circa 30 centimetri e un altro di altezza pari ad un bambino di 7 anni.

E ancora: secondo i racconti più diffusi, abitano in case a più piani. Se li lasci stare, non ti danno alcun fastidio. “Trattali con rispetto, non rovinare i loro beni, non cercare di rubare le loro mandrie e non ti accadrà niente. Ma se invadi e distruggi il loro territorio,può succedere di tutto“, spiega la Simpson. Vendette che una volta si traducevano in improvvisi malanni per i contadini o in moria nel bestiame. Oggi, chissà, potrebbero far andare in avaria una ruspa.

Ma c’è anche un lato oscuro negli elfi, che li fa apparire come creature malefiche. Dal XIX secolo in poi, ad essi vengono infatti attribuiti rapimenti, soprattutto di bambini, tenuti in ostaggio sulle montagne oppure sostituiti con delle copie- “elfi che sembrano bimbi, ma non lo sono”, dice la ricercatrice che aggiunge:  ”Un bel neonato all’improvviso smette di crescere oppure inizia a diventare irrequieto. La mamma allora pensa subito: oh santo cielo, hanno preso mio figlio e me lo hanno scambiato con questo coso!”

Tradizioni popolari che avrebbero ricevuto nuova linfa in epoche molto recenti, a partire dagli anni ’70, grazie alla cultura hippy. È l’opinione di Árni Björnsson, ex direttore del Dipartimento di Etnologia del Museo Nazionale. Secondo lui, anche l’idea che gli elfi vivano tra le rocce vulcaniche risale al 1971: un operaio danneggiò delle condotte con il bulldozer che stava manovrando e per salvarsi diede la colpa a quegli esseri invisibili. La notizia finì sul giornale e da allora si diffuse questa leggenda metropolitana.


IL TRACCIATO DELLA STRADA CONTESTATA

La diffusione delle storie sugli elfi ebbe poi un picco nel 1986. In quell’anno, Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov si incontrarono a Reykjavìk per il summit sul disarmo atomico. Decine di cronisti di tutto il mondo- sostiene Björnsson- non sapevano di cosa scrivere, in attesa che uscissero le prime indiscrezioni sul vertice. Avevano sentito parlare di paesaggi mozzafiato, di antichi poemi, di storie sugli elfi e si recarono da lui per avere conferme. L’uomo fu forse troppo diplomatico nelle sue risposte: il giorno dopo, quei racconti campeggiavano sui quotidiani internazionali.

Secondo Alaric Hall,  esperto in letteratura medioevale dell’Università di Leeds, gli elfi furono inventati nel IX secolo dai Vichinghi che sbarcarono in Islanda (allora, completamente deserta) perchè avevano bisogno- in quanto conquistatori- di conquistare qualcuno. Così, allo scopo, si crearono un popolo misterioso e invisibile da dominare. Nei secoli successivi, la vita dei coloni estremamente dura, in totale isolamento e dai lunghissimi inverni, fece il resto, colorando di dettagli i primi racconti. Gli islandesi immaginarono che gli elfi conducessero un’esistenza agiata e stravagante che a loro era negata.

Un’altra interpretazione vuole poi questi misteriosi individui come il prodotto di unprimitivo ecologismo. Essi sono connessi con la natura, sono parte di essa, come una specie di spiriti protettori. Al giorno d’oggi, ci ricordano i tempi che furono, quando ancora città, strade ed industrie non esistevano. Credere in loro, significa credere in uno stile di vita diverso, molto più essenziale, ma più conforme e rispettoso dell’ambiente.

Eppure, c’è chi giura che gli elfi siano molto più concreti di quanto queste ipotesi sociologiche e storiche non vogliano ammettere. E tra i convinti assertori della loro esistenza, c’è persino un politico.  Árni Johnsen, ex deputato del parlamento di Reykjavìk, nel 2010 ebbe un brutto incidente: finì fuori strada con il suo Suv per colpa del ghiaccio e andò a sbattere contro una roccia. L’auto andò distrutta, ma lui se la cavò praticamente senza un graffio. Tempo dopo, sostenne che ad avergli salvato la vita era stato un gruppo di elfi che abitava proprio vicino a quello sperone. E fece di tutto per evitare che la loro dimora fosse distrutta dalla costruzione di una strada.

Johnsen si rivolse alla signora Jónsdóttir, massima esperta in materia, per avere un suo parere. La donna- riferisce un articolo pubblicato l’anno scorso sull’Icelandic Review- affermò che in quella roccia abitavano tre generazioni di elfi ( nonni, figli e nipotini) e che avevano accettato di essere spostati altrove a patto di avere un bel prato, per le loro pecore, e la vista sull’oceano. Detto, fatto: il parlamentare fece rimuovere il masso da 30 tonnellate e lo collocò vicino a casa sua, in un luogo sicuro. Dove le piccole creature vivrebbero ancora felici e contente…


ÀRNI JOHNSEN ACCANTO AL MASSO ABITATO DAGLI ELFI...

Una storia assurda, come suona assurdo per noi leggere che la società incaricata di costruire la contestata strada di Gálgahraun ha preparato una risposta standard di 5 pagine per le domande dei giornalisti sulla questione “elfi”. Pagine nelle quali, tra le altre cose, si legge:”…apprezziamo l’eredità dei nostri antenati e se la tradizione orale, passata di generazione in generazione, ritiene che alcuni luoghi siano magici o che esseri soprannaturali abitino certe rocce, ciò va considerato come un tesoro culturale.”

La reazione da parte dell’impresa di costruzione negli anni è stata diversa a seconda delle circostanze: in alcuni casi, i lavori sono stati rinviati per permettere il trasloco degli abitanti invisibili dei luoghi, talora si è addirittura leggermente modificato il percorso, con qualche aggravio di spesa. Ma non questa volta. Il progetto continua secondo il piano originale, perchè per le autorità la via che attraverserà la piana lavica è di fondamentale importanza. Con buona pace degli elfi e dei loro amici umani.

SABRINA PIERAGOSTINI

sabato 16 novembre 2013

Il mistero della bambina aliena Amy

Il mistero della bambina aliena Amy

Una delle rubriche più interessanti del programma televisivo Mistero è quella di Pablo Ayo, dedicata agli alieni e agli ufo.
Nell'ultima puntata del 21 giugno si è parlato del caso dellabambina aliena Amy.
La storia ha inizio nel 1993 quandoWeekly World News afferma che l'esercito americano è in possesso di una bambina aliena, trovata in un disco volante precipitato negli Stati Uniti nel 1987, insieme a quattro alieni adulti morti (tra cui forse i genitori della bambina).
Amy venne portata subito nella base segreta del New Mexico, affidandola ai dottori della base.
Analizzandola, nel 1993 gli scienziati affermarono che la bambina, all'età di 6 anni, parlava già 17 lingue ed era in grado di fare calcoli davvero complessi; il suo Q.I. era attorno a 190.
Negli anni successivi il Weekly World News pubblicò un altro articolo in cui si affermava che nel 2000 i militari americani vennero contattati dagli alieni per ottenere il rilascio di Amy, ma l'esercito si rifiutò perchè secondo i dottori la bambina ormai ragionava come un'umana e si sarebbe spaventata ad un possibile ritorno nello spazio.
Pablo Ayo ha analizzato le immagini dell'alieno e secondo lui nel 1993 non esistevano ancora dei computer in grado di ritoccare le foto; inoltre l'attrezzatura medica presente nell'immagine è coerente con quella che si utilizzava in quel periodo nel reparto pediatria infantile.
Sicuramente il caso rimane avvolto nel mistero e, se tutta questa storia fosse vera, oggi, nel 2013, dove si nasconderebbe Amy?

Islanda, terra di elfi e di leggende

Una nuova strada renderà presto più semplice percorrere la penisola di Álftanes, inIslanda. La striscia di asfalto dovrà tagliare l’area di Gálgahraun, un’ampia e suggestiva distesa di rocce vulcaniche coperte da licheni: gli operai sono già al lavoro per spianare le creste prodotte da antiche eruzioni. Il progetto, però, è fortemente osteggiato dagli Hraunavinir- “Gli amici della Lava”- mossi principalmente da motivazioni  ambientali. Ma non solo.

IL PAESAGGIO LAVICO DI GÀLGAHRAUN

Secondo Ragnhildur Jónsdóttir, tra le promotrici dei picchetti per impedire la costruzione della strada, oltre a distruggere alcune delle più sorprendenti formazioni laviche che caratterizzano questo paesaggio unico nel suo genere, il lavoro delle ruspe scatenerà anche la vendetta degli abitanti soprannaturali di questa landa desolata. Ovvero, degli elfi  che da queste parti vengono chiamati huldufolk, il popolo nascosto”.

Una delle rocce dalla forma più bizzarra, destinata ad essere rimossa per far posto all’asfalto, sarebbe addirittura la chiesa nella quale questi piccoli esseri si radunerebbero. “Non appena l’ho vista, ho sentito un’energia speciale. Non può essere un caso se io e un altro attivista, osservando in momenti diversi proprio quella roccia, una tra un milione, abbiamo subito pensato che fosse la chiesa degli elfi”, dice al magazine The Atlantic la signora dal volto paffuto e dai lunghi capelli grigi raccolti in una treccia. “Se la strada verrà costruita e quel masso distrutto, bè, potrebbero accadere fatti molto sgradevoli…”

Sembrerà strano, ma non è l’unica- da queste parti- a credere all’esistenza del “popolo nascosto”. Un sondaggio del 1998 ha appurato che il 54,4 % degli Islandesi è convinto che gli Elfi siano reali. Nel 2000, il professor Valdimar Hafstein- ora docente di Folklore presso l’Università di Islanda- ha pubblicato un articolo su una rivista di settore dal titolo“Il punto di vista degli Elfi”. Insomma, una questione seria. “Se fosse solo una vecchia matta a parlare di questi amici invisibili, sarebbe una barzelletta. Ma qui è la gente, da centinaia di anni, a parlarne. Fa parte della nostra Nazione”, spiega Ragnhildur Jónsdóttir.

Per la prima volta, la parola alfar, da cui poi è derivato il termine elfo, compare in un poema di epoca vichinga verso il 1000 d.C., ma il testo non contiene spiegazioni su questi esseri. Le leggende incominciarono a diffondersi soprattutto a partire dal XVI secolo, arricchendosi via via di dettagli. E come spiega Jacqueline Simpson, professore dell’Università di Chichester, in Gran Bretagna, gli elfi della tradizione islandese non hanno nulla a che vedere con i piccoli aiutanti di Babbo Natale.

GLI ELFI DEL FILM "IL SIGNORE DEGLI ANELLI"

A differenza delle creature fatate di matrice anglosassone, infatti, i  componenti dell’huldufolk sono molto simili agli esseri umani, di cui condividono aspetto e comportamenti. “Ti devi avvicinare molto, per essere sicura che non siano degli uomini”, dice la studiosa, che ha anche scritto un libro sulle leggende islandesi. “Quando si fanno vedere, indossano abiti tipici di due secoli fa, ovvero dell’epoca nella quale si sono formati molti dei racconti su di loro.”

 Nell’articolo scritto dal professor Hafstein, troviamo qualche indicazione in più sul loro stile di vita:”Come noi, allevano il bestiame, tagliano il fieno, viaggiano in barca e raccolgono frutta nel bosco. Come gli umani, anche loro hanno sacerdoti e sceriffi. E vanno a messa la domenica“. Sulle dimensioni, però, non c’è accordo: possono variare da pochi centimetri fino a tre metri. Ma i testimoni che dicono di averli visti affermano che i tipi più comuni sono due: uno di circa 30 centimetri e un altro di altezza pari ad un bambino di 7 anni.

E ancora: secondo i racconti più diffusi, abitano in case a più piani. Se li lasci stare, non ti danno alcun fastidio. “Trattali con rispetto, non rovinare i loro beni, non cercare di rubare le loro mandrie e non ti accadrà niente. Ma se invadi e distruggi il loro territorio,può succedere di tutto“, spiega la Simpson. Vendette che una volta si traducevano in improvvisi malanni per i contadini o in moria nel bestiame. Oggi, chissà, potrebbero far andare in avaria una ruspa.

Ma c’è anche un lato oscuro negli elfi, che li fa apparire come creature malefiche. Dal XIX secolo in poi, ad essi vengono infatti attribuiti rapimenti, soprattutto di bambini, tenuti in ostaggio sulle montagne oppure sostituiti con delle copie- “elfi che sembrano bimbi, ma non lo sono”, dice la ricercatrice che aggiunge:  ”Un bel neonato all’improvviso smette di crescere oppure inizia a diventare irrequieto. La mamma allora pensa subito: oh santo cielo, hanno preso mio figlio e me lo hanno scambiato con questo coso!”

Tradizioni popolari che avrebbero ricevuto nuova linfa in epoche molto recenti, a partire dagli anni ’70, grazie alla cultura hippy. È l’opinione di Árni Björnsson, ex direttore del Dipartimento di Etnologia del Museo Nazionale. Secondo lui, anche l’idea che gli elfi vivano tra le rocce vulcaniche risale al 1971: un operaio danneggiò delle condotte con il bulldozer che stava manovrando e per salvarsi diede la colpa a quegli esseri invisibili. La notizia finì sul giornale e da allora si diffuse questa leggenda metropolitana.

IL TRACCIATO DELLA STRADA CONTESTATA

La diffusione delle storie sugli elfi ebbe poi un picco nel 1986. In quell’anno, Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov si incontrarono a Reykjavìk per il summit sul disarmo atomico. Decine di cronisti di tutto il mondo- sostiene Björnsson- non sapevano di cosa scrivere, in attesa che uscissero le prime indiscrezioni sul vertice. Avevano sentito parlare di paesaggi mozzafiato, di antichi poemi, di storie sugli elfi e si recarono da lui per avere conferme. L’uomo fu forse troppo diplomatico nelle sue risposte: il giorno dopo, quei racconti campeggiavano sui quotidiani internazionali.

Secondo Alaric Hall,  esperto in letteratura medioevale dell’Università di Leeds, gli elfi furono inventati nel IX secolo dai Vichinghi che sbarcarono in Islanda (allora, completamente deserta) perchè avevano bisogno- in quanto conquistatori- di conquistare qualcuno. Così, allo scopo, si crearono un popolo misterioso e invisibile da dominare. Nei secoli successivi, la vita dei coloni estremamente dura, in totale isolamento e dai lunghissimi inverni, fece il resto, colorando di dettagli i primi racconti. Gli islandesi immaginarono che gli elfi conducessero un’esistenza agiata e stravagante che a loro era negata.

Un’altra interpretazione vuole poi questi misteriosi individui come il prodotto di unprimitivo ecologismo. Essi sono connessi con la natura, sono parte di essa, come una specie di spiriti protettori. Al giorno d’oggi, ci ricordano i tempi che furono, quando ancora città, strade ed industrie non esistevano. Credere in loro, significa credere in uno stile di vita diverso, molto più essenziale, ma più conforme e rispettoso dell’ambiente.

Eppure, c’è chi giura che gli elfi siano molto più concreti di quanto queste ipotesi sociologiche e storiche non vogliano ammettere. E tra i convinti assertori della loro esistenza, c’è persino un politico.  Árni Johnsen, ex deputato del parlamento di Reykjavìk, nel 2010 ebbe un brutto incidente: finì fuori strada con il suo Suv per colpa del ghiaccio e andò a sbattere contro una roccia. L’auto andò distrutta, ma lui se la cavò praticamente senza un graffio. Tempo dopo, sostenne che ad avergli salvato la vita era stato un gruppo di elfi che abitava proprio vicino a quello sperone. E fece di tutto per evitare che la loro dimora fosse distrutta dalla costruzione di una strada.

Johnsen si rivolse alla signora Jónsdóttir, massima esperta in materia, per avere un suo parere. La donna- riferisce un articolo pubblicato l’anno scorso sull’Icelandic Review- affermò che in quella roccia abitavano tre generazioni di elfi ( nonni, figli e nipotini) e che avevano accettato di essere spostati altrove a patto di avere un bel prato, per le loro pecore, e la vista sull’oceano. Detto, fatto: il parlamentare fece rimuovere il masso da 30 tonnellate e lo collocò vicino a casa sua, in un luogo sicuro. Dove le piccole creature vivrebbero ancora felici e contente…

ÀRNI JOHNSEN ACCANTO AL MASSO ABITATO DAGLI ELFI...

Una storia assurda, come suona assurdo per noi leggere che la società incaricata di costruire la contestata strada di Gálgahraun ha preparato una risposta standard di 5 pagine per le domande dei giornalisti sulla questione “elfi”. Pagine nelle quali, tra le altre cose, si legge:”…apprezziamo l’eredità dei nostri antenati e se la tradizione orale, passata di generazione in generazione, ritiene che alcuni luoghi siano magici o che esseri soprannaturali abitino certe rocce, ciò va considerato come un tesoro culturale.”

La reazione da parte dell’impresa di costruzione negli anni è stata diversa a seconda delle circostanze: in alcuni casi, i lavori sono stati rinviati per permettere il trasloco degli abitanti invisibili dei luoghi, talora si è addirittura leggermente modificato il percorso, con qualche aggravio di spesa. Ma non questa volta. Il progetto continua secondo il piano originale, perchè per le autorità la via che attraverserà la piana lavica è di fondamentale importanza. Con buona pace degli elfi e dei loro amici umani.

SABRINA PIERAGOSTINI

sabato 9 novembre 2013

Avvistamento ufo triangolare di grandi dimensioni in Roma il venerdi 8 novembre 2013 ore 20:49



Ufo avvistato allo stadio in Canada: il video incredibile (GUARDA)

.Incredibile avvistamento di un Ufo allo stadio Nat Bailey di Vancouver, Canada


Incredibile avvistamento di un Ufo allo stadio Nat Bailey di Vancouver, Canada. Molti spettatori sono rimasti a bocca aperta vedendo quella che sembrerebbe una navicella spaziale durante una partita di baseball. Vera o no la notizia è stata accolta con stupore da tutto lo stadio. E anche la squadra di casa, che ha vinto l'incontro sportivo, ha imputato la propria vittoria all'oggetto misterioso apparso nel cielo dedicandogli vari tweet


Le Profezie della Bibbia si stanno avverando: l'Aquila con gli artigli d'Acciaio stritolerà le altre Nazioni

 Robot Killer dell’Impero

Minacciosi rapaci high-tech volteggiano giorno e notte su Afghanistan, Pakistan, Iraq, Yemen, Somalia, Libia e altri paesi. La specie più diffusa è quella dei Predatori, droni dotati di videocamere e sensori all’infrarosso, gli occhi attraverso cui gli operatori li telecomandano da una base negli Stati Uniti, a oltre 10mila km di distanza. 

Individuata la preda, essa viene attaccata con missili «Fuoco dell’inferno». Il Predatore di ultima generazione, denominato Mietitore (ovviamente di vite umane), ne può trasportare 14. Questi e altri droni stanno rapidamente proliferando: il Pentagono, che dieci anni fa ne aveva una cinquantina, ne possiede oggi oltre 7mila. La U.S. Air Force sta addestrando più «piloti remoti» per i droni che piloti di cacciabombardieri. E sui droni da guerra puntano non solo gli Stati Uniti, ma tutte le maggiori potenze.


Anche l’Italia usa in Afghanistan (e forse anche in Libia) droni Predatori, telecomandati dalla base di Amendola in Puglia. Grazie ai miliardi di dollari destinati alla ricerca e allo sviluppo, la specie si sta rapidamente evolvendo. Si stanno sperimentando droni spaziali, come l’X-37B della U.S. Air Force: completamente robotizzato, è in grado di rientrare alla base dopo la missione. Può distruggere satelliti avversari (accecando così il nemico prima dell’attacco); può lanciare dallo spazio i «dardi di Dio», con l’impatto cinetico di un meteorite; può allo stesso tempo lanciare dallo spazio testate nucleari. 

Nella base aerea Wright-Patterson (Ohio) si stanno sperimentando droni miniaturizzati, che riproducono il volo di uccelli e insetti, compreso il battere delle ali. Nei futuri scenari bellici si prevedono sciami di droni-insetto che, diffusi su un territorio, spiano ovunque e sono capaci anche di uccidere. Si stanno sperimentando allo stesso tempo, in particolare a Fort Benning negli Usa, robot terrestri da combattimento. 


Tra questi il «Gladiatore», un veicolo cingolato di oltre una tonnellata dotato di mitragliatrici e altre armi, che sparano sugli obiettivi individuati dalle telecamere. Per i combattimenti soprattutto in zone urbane è ormai pronto un piccolo robot cingolato armato di mitragliatrici, che sparano quando le sue cinque telecamere (capaci anche di visione notturna) individuano una sagoma umana. È già stato sperimentato con successo in Iraq, mentre un modello analogo viene usato in Israele lungo il confine con Gaza. 

Nel quadro del programma «Futuro sistema di combattimento» (200 miliardi di dollari), il Pentagono prevede di rimpiazzare entro il 2015 un terzo dei veicoli corazzati con equipaggio, sostituendoli con robot da combattimento. Esperimenti analoghi vengono effettuati dalla marina. Sta dunque cambiando il modo di fare la guerra: gli Stati uniti e le altre maggiori potenze usano la superiorità tecnologica per imporre il loro dominio con un’armata di droni e robot da combattimento, che riducono i rischi per i militari. 

Ma la guerra robotizzata facilita l’estensione delle operazioni militari e accresce il numero di vittime civili. C’è da chiedersi a questo punto chi siano veramente i robot. Non le macchine, ma coloro che seguono la via della guerra (promovendola, giustificandola o accettandola supinamente). Camminano come automi verso il precipizio.

Come  menzionato nella bibbia l'aquila con gli artigli d' acciaio stritolera' le altre nazioni.


mercoledì 6 novembre 2013

UFO: manifestazioni multiple filmate in Spagna – il video






Tra tutti i video che girano in rete oggi vogliamo proporvene uno in particolare,caricato in rete il giorno 2 novembre 2013 dall’utente You Tube “UFODI”, che ha attirato immediatamente il nostro interesse dato la sua spettacolarità. Il video sarebbe stato registrato a luglio 2011, in una località non meglio precisata della Spagna al confine con il Portogallo,ma è stato reso pubblico solo di recente. Un uomo sembrerebbe sia stato testimone di un avvistamento multiplo di alcuni ufo proprio davanti la sua fattoria. Non abbiamo purtroppo informazioni aggiuntive riguardo l’ora e al giorno in cui il video è stato ripreso e nonostante la qualità non eccelsa delle immagini, probabilmente riprese con una vecchia videocamera, abbiamo voluto proporlo ugualmente per la sua particolarità.
Un ingrandimento del fotogramma che ritrae due dei misteriosi oggetti ripresi nel video dal testimone.
Il testimone ha filmato dall’interno della sua fattoria dapprima un oggetto sospeso nel cielo di forma discoidale;dopo poco nella parte superiore a sinistra dell’oggetto ripreso - da dietro l’albero – si nota un oggetto di forma allungata sigariforme somigliante nella casistica ufo agli scafi denominati ”astronavi madri”, materializzarsi gradualmente e cosa ancor più sorprendente smaterializzarsi subito dopo all’apparire di un terzo oggetto sempre di forma sigariforme, il quale si sposta lentamente verso est dal punto osservato. Durante quest’ultima apparizione notiamo seppur a fatica la presenza di almeno altri 2 piccoli oggetti (sonde aliene?) nelle vicinanze prima che il video venga improvvisamente interrotto.

Fase 1 : un oggetto di forma discoidale appare all’orizzonte sopra la fattoria del testimone
Fase 2:un oggetto di forma allungata si materializza nella parte centrale del fotogramma.
Fase 3: il momento in cui si materializza un terzo ufo di forma sigariforme.
Fase 4: l’ultima fase in cui uno dei due ufo sigariformi,quello più a sinistra comparso per primo si smaterializza rendendosi invisibile.

Una delle due sonde aliene osservate durante l'apparizione del terzo oggetto.Essa è visibile dal minuto 1:10 per cinque secondi mentre si sposta sotto il velivolo sigarifome. Poco dopo a 1:23 ne appare un altra più in basso.
Una delle due sonde aliene osservate durante l’apparizione del terzo oggetto.Essa è visibile dal minuto 1:10 per cinque secondi mentre si sposta sotto il velivolo sigarifome. Poco dopo a 1:23 ne appare un altra più in basso.
Non abbiamo purtroppo elementi certi per poter stabilire l’autenticità del filmato stesso,ma è innegabile che le immagini in questo video creino qualche sospetto.Chi creerebbe infatti un filmato ufo con effetti video digitali molto costosi accompagnati da un video tutto sommato di bassa qualità?
A cura della Redazione Evidenzaliena





Allarme NASA: i detriti della Cometa ISON colpiranno la Terra il 28 novembre 2013




Allarme della NASA:  i detriti della Cometa Ison colpiranno il nostro pianeta. Le Nazioni Unite pronte a varare un piano per difenderci dagli asteroidi.
Sarà possibile osservarla il 28 novembre prossimo ed è già stata ribattezzata come la “Cometa del Secolo”. Ison, questo il suo vero nome, è grandissima e il suo bagliore nei nostri cieli sarà pari a quello della luna piena. Ma non c’è da preoccuparsi, secondo alcuni esperti infatti la cometa si disintegrerà con una percentuale che sfiora il 100%.
 
Karl Battams del Sungrazer Comet Project, un progetto di studio delle comete sostenuto dalla NASA, ha infatti assicurato l’anno scorso che “nel migliore dei casi, la cometa è grossa, luminosa e sfiorerà il Sole” a novembre. “Dovrebbe essere estremamente brillante, forse addirittura con magnitudine negativa e visibile a occhio nudo dall’emisfero boreale per almeno un paio di mesi”.
Quello che lascerà invece sono diversi detriti spaziali, cosa che preoccupa, e non poco, i vari esperti. La cometa è stata scoperta nel settembre 2012 dagli astronomi Vitali Nevski e Artyom Novichonok, nell’ambito del programma International Scientific Optical Network.
Nel frattempo le Nazioni Unite hanno dichiarato che a breve potrebbero approvare una piano per difendere la Terra da eventuali impatti con gli asteroidi. 
Si dividerà principalmente in due parti. In primo luogo prevede la creazione di un International Asteroid Warning Network, in modo che tutti i Paesi del mondo possano condividere informazioni e studiarle.

 
Cometa ISON mappa
In secondo luogo, la formazione di un gruppo di scienziati provenienti da diverse agenzie spaziali che saranno incaricati di localizzare gli asteroidi più piccoli e quindi più difficilmente individuabili, pensando a un modo per riuscire a far cambiare loro rotta.
Perché il problema sarebbe proprio questo. La NASA ha individuato il 90% di comete e asteroidi di un diametro maggiore di 1 chilometro nelle vicinanze della Terra, ma non si può dire lo stesso per quelle più piccole, che sono comunque molto pericolose e che, qualora entrassero in contatto con l’atmosfera terrestre, potrebbero causare numerosi problemi e danni. Intanto, però, c’è da fare i conti con Ison e se tutto andrà liscio, godersi il panorama spettacolare.
 Ecco un video che spiega meglio cosa accadrà il prossimo 28 novembre:

Nasa Tv OnLine

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