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sabato 15 febbraio 2014

I Moai dell' isola di Pasqua e gli extraterrestri


Oceano Pacifico del Sud. A 3.700 km a ovest del Sudamerica, in uno dei luoghi più isolati della Terra, si ergono delle gigantesche figure di pietra, con le spalle rivolte verso il mare.
Chiamate moai dagli antichi nativi, sono le silenziose sentinelle dell'isola di Pasqua.


"I moai sono sparsi per tutta l'isola e per la maggior parte sono collocati su delle piattaforme. Un moai è una scultura di pietra di un antenato deceduto, una volta erano individui viventi che governavano la città. Erano dei capi che, subito dopo la loro morte, riteniamo venissero immortalati sulla pietra".
Dott. Chris Stevenson
Archeologo Richard Blaine College


Tra il XII e il XVII secolo vengono realizzati quasi 900 moai.
Scolpito con attrezzi di pietra su roccia vulcanica, il più grande raggiunge la straordinaria altezza di 10 metri, per l'incredibile peso di circa 76 tonnellate.

"Probabilmente avevano un aspetto ancora più eccezionale in passato. Forse erano dipinti e avevano anche grandi occhi di corallo bianco e pupille di ossidiana. Un metodo efficace per dire alle persone, non verbalmente ma simbolicamente, che qualcuno ti osserva e che è meglio comportarsi come si deve".
Dott. Chris Stevenson
Archeologo Richard Blaine College


Il popolo che crea i moai si fa chiamare Rapa Nui e gli storici tradizionali credono che i loro antenati polinesiani siano arrivati sull'isola provenendo dall'altra parte del vasto Oceano Pacifico su una canoa, tra il 700 e il 110 d.C. Dopo alcuni secoli però, per ragioni ancora poco chiare, quella che un tempo è un'isola paradisiaca, appassisce in un deserto spoglio perseguitato da carestie, violenza e secondo alcuni cannibalismo.

Quando arrivano i primi europei, nel 1772, la cultura Rapa Nui è quasi scomparsa. E' difficile immaginare quanto sia primitivo in quel momento storico il popolo che dà vita ai moai.

"Come diamine hanno fatto a farli? Da dove venivano? Come li hanno spostati? Nessuno lo sa".
George Noory
Conduttore radiofonico "Coast to Coast AM"


Gli scienziati moderni cercano, per ora senza successo, di ripetere l'impresa degli antichi Rapa Nui. Nel 1987, l'antropologo Charles Love utilizza dei rulli per spostare la copia di un moai di 9 tonnellate, al Western Wyoming Community College. Altri ricercatori provano a spostare i moai con delle slitte, ma c'è un problema nell'immaginare che fossero mossi con simili attrezzi.

"Direi che sull'isola di Pasqua hai come l'impressione che non avessero abbastanza legna per fare dei rulli. Infatti nel '700, nelle prime 4 spedizioni sul territorio, non si è mai visto un albero. Quindi, questo è il vero mistero dell'isola di Pasqua: come fai a muovere statue che pesano tonnellate se non hai alberi da usare come rulli?".
Dott. Charles Love
Antropologo West Wyoming Community College
Secondo la tradizione orale dei Rapa Nui, i moai vengono spostati in un modo alquanto insolito.

"In sostanza ripetono tutti la stessa cosa. I moai raggiunsero l'ahu camminando ed è l'unica spiegazione che forniscono".
Dott. Charles Love
Antropologo West Wyoming Community College


Ma chi o che cosa ha il potere di far sembrare che i pesanti moai camminino verso il loroahu, la loro piattaforma di pietra?
Nel 1919, l'archeologa inglese Katherine Routledge, che vive sull'isola di Pasqua per un anno, prende nota delle leggende e della testimonianza di un'anziana signora, che afferma che i moai si muovano grazie a un'energia mistica chiamata mana, che secondo la tradizione orale dei Rapa Nui arriva dagli dei.

"Il mana era un dono che gli dei avevano fatto agli abitanti dell'isola di Pasqua. Era davvero una forza magica? Certo che no. Era una forma di tecnologia sconosciuta, un tipo di congegno, uno strumento extraterrestre con cui si potevano muovere piuttosto facilmente le enormi teste presenti sull'isola".
Giorgio A. Tsoukalos
Editore "The Legendary Times" Magazine


I primi abitanti dell'isola di Pasqua sanno davvero come svelare i segreti della gravitàattraverso il mana? Se così fosse, da dove viene un tale potere dal mondo fisico? I ricercatori credono che ci siano degli indizi nascosti in testi misteriosi, chiamatirongorongo, scritti su pezzi di legno e scoperti sull'isola di Pasqua nel XIX secolo.

"Sono state scoperte circa 25 tavolette rongorongo, ci sono stati dai 6 agli 8 diversi tentativi di tradurle, con risultati altrettanto diversi".
Dott. Charles Love
Antropologo West Wyoming Community College

"Bisogna chiedersi come hanno fatto gli abitanti dell'isola di Pasqua ad aver inventato una propria scrittura, senza essere entrati in contatto con qualche altra influenza culturale. Magari, antichi marinai diretti all'isola di Pasqua o addirittura visitatori provenienti dallo spazio".
David Childress
Autore "Le Scoperte Scientifiche delle Antiche Civiltà"
Ulteriori prove di un primo contatto con degli esseri sovrannaturali si possono trovare in numerose strane incisioni su pietra, dette petroglifi.

"Quelle che vediamo nell'arte rupestre dell'isola sono figure di uomini uccello, i tangata manu, raffigurati su delle rocce a strapiombo".
Dott. Charles Love
Antropologo West Wyoming Community College


Nella mitologia dei Rapa Nui dell'isola di Pasqua, l'uomo uccello rappresenta Make Make, il dio supremo e creatore dell'umanità.

"In un dato momento del passato è arrivata una creatura, un uomo uccello giunto sull'isola da chissà dove che vive di fatto come un reietto. E' morto o è ripartito subito dopo? E' per questo che la gente del luogo mantiene vivo il ricordo di questa creatura che arrivò a loro attraverso miti e rituali".
Philip Coppens
Autore "The Ancient Alien Question"
Giganti di pietra che camminano, petroglifi di esseri volanti. Gli antichi abitanti dell'isola di Pasqua possono avere forse familiarità con la levitazione gravitazionale e il volo spaziale? Se così fosse, queste straordinarie abilità perdute per sempre nel tempo possono essere divulgate da visitatori extraterrestri? Forse si possono trovare ulteriori prove, nel più misterioso e affascinante di tutti i mondi perduti, il giardino dell'Eden.

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