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venerdì 26 ottobre 2012

Gli effetti di un’immensa tempesta su Saturno

Gli effetti di un’immensa tempesta su Saturno


La sonda spaziale Cassini ha rilevato le conseguenze di un’immensa tempesta su Saturno quasi due anni dopo che era stata avvistata. Cassini aveva scoperto questa rara tempesta nell’emisfero settentrionale del pianeta il 5 dicembre 2010 e le osservazioni erano andate avanti per parecchi mesi. I segni visibili erano successivamente scomparsi ma il composite infrared spectrometer (CIRS), uno degli strumenti della sonda, ha mostrato che ci sono ancora effetti della tempesta.


La “Grande Tempesta Primaverile”, com’era stata chiamata quest’immensa tempesta su Saturno, aveva una dimensione davvero enorme, con una lunghezza di molte migliaia di chilometri. Questo tipo di tempesta avviene su Saturno una volta ogni 30 anni terrestri, ovvero una volta ogni anno di Saturno. È quindi la prima volta che una tempesta di quel tipo è stata studiata con strumenti così avanzati, dalla sonda spaziale Cassini ma anche da vari telescopi sulla Terra come il Very Large Telescope (VLO) dell’European Southern Observatory (ESO) in Cile e l’Infrared Telescope Facility della NASA sul monte Mauna Kea nelle Hawaii.
Nel corso del 2011, gli effetti visibili della tempesta sono scomparsi ma la sonda spaziale Cassini ha rilevato un aumento nella temperatura della stratosfera di Saturno di 83 gradi Kelvin sopra la media. I ricercatori del Goddard Space Flight Center della NASA hanno rilevato un enorme aumento di gas di etilene, la cui origine è al momento un mistero dato che di solito non è presente su Saturno.

La Grande Tempesta Primaverile su Saturno (Immagine NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute)

Di solito, quella parte dell’atmosfera di Saturno è molto stabile perciò un aumento di temperatura del genere è un fenomeno straordinario. Solo gli strumenti agli infrarossi permettono di vedere cos’è successo dopo che gli effetti visibili della “Grande Tempesta Primaverile” sono scomparsi. Alla fine dell’aprile 2011 due vortici caldi hanno cominciato ad emergere per poi fondersi in un enorme vortice che per un breve periodo è stato più grande della celebre Grande Macchia Rossa di Giove. I due fenomeni hanno alcune similitudini ma sembrano esserci anche molte differenze.
Gli scienziati si aspettano che ora il vortice scompaia lentamente nel corso dei prossimi mesi ma non possono escludere altre sorprese. L’osservazione di questo fenomeno continua per capire meglio i processi che avvengono nell’atmosfera di Saturno e degli altri pianeti giganti gassosi.


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