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mercoledì 19 marzo 2014

Scoperta in Turchia la “Porta degli Inferi”

Gli archeologi che scavano in Turchia hanno trovato i guardiani della “porta degli inferi”: due eccezionali statue di marmo che una volta avvisavano di una grotta mortale nell’antica città di Hierapolis, vicino all’odierna Pamukkale.

(Francesco D'Andria)
(Francesco D’Andria)
Nota come la Porta di Plutone (l’Ade greco), la grotta era l’ingresso degli inferi secondo la mitologia e la tradizione greco-romana. Venne scoperta lo scorso marzo dalla squadra di Francesco D’Andria, professore di archeologia classica all’Università del Salento.
“Le statue rappresentano due creature mitologiche”, dice D’Andria. “Una raffigura un serpente, un chiaro simbolo del mondo ultraterreno; l’altra mostra Cerbero, il cane a tre teste a guardia degli inferi nella mitologia greca”.
Arrotolato su se stesso, il serpente guarda minacciosamente chiunque provi ad avvicinarsi, mentre Cerbero assomiglia a Kangal, un cane da pastore dell’Anatolia.
(Francesco D'Andria)
(Francesco D’Andria)
Le sculture sono state trovate scavando nell’area del ritrovamento dei resti del Plutonium, che includeva un’iscrizione dedicata alle divinità del mondo ultraterreno, Plutone e Kore.
(Rossella Lorenzi)
(Rossella Lorenzi)
Lo scavo ha rivelato la fonte delle acque termali, che producono le famose gradinate di travertino bianco. “Le sorgenti di Pamukkale si originano proprio da questa grotta”, spiega D’Andria.
Ritenute avere proprietà curative, le calde sorgenti fecero della città romana di Hierapolis – ora Patrimonio mondiale UNESCO – una destinazione popolare per i pellegrinaggi.
(Denverbabushka - Wikimedia Commons)
(Denverbabushka – Wikimedia Commons)
Entrambe le statue di marmo sono emerse dall’acqua termale, lasciando pochi dubbi che il sito fosse proprio la Porta di Plutone. La grotta era descritta nelle fonti storiche come piena di vapori mefitici letali.
“Lo spazio è riempito da un vapore fitto e scuro, così denso che il fondo difficilmente può essere individuato… Gli animali che vi entrano… muoiono all’istante”, scrisse al riguardo il geografo greco Strabone (64-63 a.C. – 24 d.C.). “Anche i tori, quando sono portati al suo interno, cadono a terra e ne escono morti. Noi stessi gettammo dentro dei passeri, e immediatamente caddero a terra senza vita”.
“Erano uccisi all’istante dai fumi di diossido di carbone”, dice D’Andria.
Il resoconto di Strabone è stato confermato durante gli scavi, visto che gli archeologi hanno rinvenuto diversi volatili e insetti morti vicino all’apertura.
(Rossella Lorenzi)
(Rossella Lorenzi)
Negli scavi precedenti, gli archeologi avevano anche trovato i resti di un tempio, una vasca e una serie di gradini posti sopra la grotta – tutti corrispondenti alle descrizioni del sito nelle fonti antiche.
Il sito rappresentava una destinazione importante per i pellegrini. Le persone guardavano i riti sacri dai gradini sopra l’apertura della grotta, mentre i sacerdoti sacrificavano tori a Plutone. La cerimonia includeva il portare gli animali nella caverna e trascinarli fuori morti.
Solo gli eunuchi di Cibele, dea della fertilità, potevano entrare nella porta degli inferi senza alcun danno apparente. “Tenevano il respiro più a lungo possibile”, scrive Strabone, aggiungendo che la loro immunità poteva essere dovuta alla loro “menomazione”, alla “provvidenza divina” o a “certi poteri fisici che sono gli antidoti al vapore”.
(Rossella Lorenzi)
(Rossella Lorenzi)
(Francesco D'Andria)
(Francesco D’Andria)
Secondo D’Andria, il sito era una destinazione famosa per i riti di incubazione. I pellegrini prendevano le acque nella vasca vicino al tempio, dormivano non troppo lontani dalla grotta e ricevevano visioni e profezie, in una sorta di effetto oracolo di Delfi. In verità, erano proprio i fumi provenienti dalle profondità dell’acqua freatica di Hierapolis a produrre allucinazioni.
La popolarità del sito è testimoniata da dozzine di lampade scavate di fronte all’apertura della grotta. Tra gli oggetti più preziosi, gli archeologi hanno trovato una testa di marmo raffigurante la dea Afrodite.
“Queste offerte votive mostrano l’incessante vitalità dei culti pagani a Hierapolis tra il I e il VI secolo d.C., quando l’impero romano si stava progressivamente cristianizzando grazie a imperatori come Costantino e fino a Giustiniano”, dice Alister Filippini, ricercatrice di storia romana presso le università di Palermo e Colonia.
È possibile che durante il V secolo l’ingresso del Plutonium fosse bloccato, prevenendo l’accesso alla grotta sotterranea, così che i relativi riti pagani non potessero essere eseguiti. Comunque i pellegrini continuarono a venerare l’area lasciando offerte alle divinità, che si ritenevano poter curare miracolosamente gli ammalati portando le acque termali vicino al Plutonium.
(Francesco D'Andria)
(Francesco D’Andria)
Nello stesso periodo, tra il IV e il VI secolo, le statue di Cerbero e i serpenti furono sfregiate, verosimilmente da pellegrini cristiani. “Questi dettagli mostrano il conflitto crescente tra i vecchi e i nuovi culti, e la risultante marginalizzazione della tradizione religiosa pagana”, dice Filippini.
Durante il V secolo d.C. i pellegrini venivano a Hierapolis da località remote per venerare la tomba di San Filippo, i cui resti sarebbero stati trovati da D’Andria due anni fa.
Diversi pellegrini, tuttavia, continuarono a visitare la Porta di Plutone, sfidando le leggi anti-pagane.
Finalmente, nel VI secolo d.C., il sito venne distrutto dai cristiani e coperto con la terra.
“Le indagini geologiche sono già cominciate in collaborazione con l’Università di Pamukkale per iniziare la restaurazione di questo eccezionale sito. Speriamo di poterlo aprire al pubblico in un futuro prossimo”, conclude D’Andria.

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